DEI NUOVI...."COMPAGNI" DI VIAGGIO....

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Ospite

DEI NUOVI...."COMPAGNI" DI VIAGGIO....

Messaggio da Ospite » 26/07/2007, 15:00

Ve lo chiedo in ginocchio...perdonatemi per la lunghezza....
Poetastro in un altra discussione ha scritto "Potrei rimanere immobile davanti ad un muro bianco per ore".... Questo racconto è il frutto di un qualcosa del genere...momenti di inattività....momenti in cui il corpo è spento ma la mente continua a macinare....diventando così lo specchio della nostra anima... E quando la mente inizia a macinare....spesso va un po a ruota libera....ecco perchè mi scuso per la lunghezza...



29/gen/2007

Improvvisamente…dal nulla...dalla sera alla mattina…rendermi conto…di fare un incredibile fatica a vivere, a respirare…che tutti quei piccoli gesti, che vengono comunemente definiti come “il vivere quotidiano”, sono diventati un qualcosa che mi richiede uno sforzo immenso… E in più c’è un nuovo “compagno”, che sembra purtroppo inseparabile, ed è entrato nella mia vita…il dolore…
Ma non è un dolore fisico…esteriormente sono sano come un pesce, nessuna ferita che sanguina, nessuna analisi che rivelerà qualche malattia… E’ solo il respiro della mia anima, che normalmente è silenzioso e pacato…e non mi accorgevo neanche che esistesse…ora invece sta ansimando…come se la mia anima stia continuando a dirmi “non ce la faccio più”…
La fatica di alzarmi, la fatica di lavarmi, mangiare, vestirmi, mettermi le lenti a contatto, farmi la barba…di pensare devo farlo per chi, per cosa? Aprire gli occhi la mattina, ed essere consapevole che è arrivato un altro giorno che in qualche modo bisogna far arrivare fino alla sera, ma come…? Come posso farcela….se questo peso che sento nel cuore mi soffoca…mi impedisce di respirare…se questa straziante morsa alla gola mi stringe fino a farmi mancare il fiato…se questo mostro che si è impossessato di me si è portato via la mia gioia…il rumore della mia risata…e in cambio mi ha dato solo silenzio e dolore…mi ha reso pensieri che sono martellanti come ossessioni…e non vanno via…altri “compagni” di viaggio…che hanno preso posto, con forza e prepotenza, nel treno traballante della mia vita…senza che io potessi alzare un dito per impedire che tutto questo potesse succedere…
Iniziare a sentirmi chiuso…accorgermi di non provare più alcun minimo interesse per tutto quello che vedo intorno…a farmi vivere passivamente da quello che mi circonda…come se fossi entrato a far parte dei fantasmi che vivono nel buio di una stanza, come se dovessi solo ed esclusivamente concentrarmi su questo immenso dolore…sentirlo tutto…assorbirlo completamente…é come un circolo tortuoso incontrollabile…monotonamente presente… E sento l anima e l autostima che si logorano sempre di più…
In certi momenti mi viene lo “schizzo” di una ribellione, mi vesto…ed esco…arrivo quasi al punto di sentirmi fiero di quel piccolo immenso gesto…vado in strada…ma ecco che arriva subito un altro “compagno”…il panico…che si impossessa di me…uscire, e rischiare di incontrare lei…insieme a lui…insieme a colui per il quale mi ha lasciato in data 30/12 dopo aver fatto l amore con me la notte del 25/12 e avermi detto “basta coi tira e molla, ti voglio x sempre….” no…no…non ci posso riuscire…un altro passo e cado senza rialzarmi più… Così rimango fermo…immobile…e ancora una volta, sconfitto……non ce l’ho fatta…e torno a isolarmi nel mio buio…perché in quei momenti sento che solo al buio sono al sicuro…perché solo nel buio, e nella notte…forse quei maledetti “compagni” non si accorgono di me…
Sentire di abituarmi ad accettare e a vivere passivamente questo dolore…sentire di arrendermi a questa situazione…come se fosse tutto da vivere per forza… Avevo sempre sottovalutato queste cose…ci pensavo, ma dicevo sempre “a me non capita…”
La consapevolezza che tutti i miei tentativi di cercare un po di serenità hanno fatto come le onde del mare…si sono infranti e sono tornati indietro…e da li, iniziare ad accorgermi che spesso perdo il controllo delle situazioni…
E questo si manifesta tutto in quei momenti….quelli più acuti, quando non riesco a capire perché devo vivere tutto questo, quando non riesco a trovare risposta alle mie domande…è li che sento il tracollo dentro di me…è li che inizio ad accumulare una serie di pensieri orribili che provo a scacciare tirando pugni contro il muro… E’ come se quel muro fosse il mio unico sfogo…e inizia così un circolo vizioso…più tiro pugni, e più mi viene voglia di tirarli ancora più forte…più mi faccio male, e più sento la forza dentro di me…più vedo le nocche delle dita che sanguinano, più mi sembra di sentirmi “guarito”…. Subito dopo mi sento quasi meglio, arrivo quasi al punto di tirare un bel sospiro…ma il sollievo dura poco…perché subito dopo arriva un altro “compagno”…la vergogna…inizio a vergognarmi tremendamente di me stesso, di come mi sono lasciato svuotare di tutto, di come non mi sono “autoprotetto” da questo incubo…
Provare ad accennare qualcosa parlando con mia mamma…e sentirmi dire “tira fuori le palle, e basta col vittimismo”… E arriva così un altro crollo….un altro blocco fortissimo…per non sembrare agli occhi degli altri quello che non sono e che NON VOGLIO essere…e quindi accettare tutto IN SILENZIO, e aspettare, e sperare…che finisca…
Sto iniziando a sentire l’inverno come non mai…ad apprezzarlo…ad ascoltarlo in ogni sua forma…ogni volta che passeggio in queste notti nebbiose…la nebbia...mi piace perchè ha quella capacità incredibile di isolarmi…ma soprattutto…NASCONDERMI…nascondermi da tutto e da tutti…da tutto ciò che mi circonda...tutto appare irreale…le ombre spariscono assorbite dalla luce delle piccole goccioline d'acqua che la riflettono…intorno alla nebbia sparisce tutto….tranne il ricordo di tutto il male che mi ha fatto lei…e solo a pensarci sento le gambe che cedono sotto il peso dei ricordi… Passeggio…e penso che un altro amore è andato svanito…dissolto…evaporato…proprio come la nebbia che mi circonda… Sento il VUOTO e il silenzio assoluto nel mio corpo…disturbato solo dai perché che non hanno mai avuto risposta….e che riecheggiano di continuo nella mia mente…
Poi si torna a casa…in camera mia…e anche qui c’è un nuovo “compagno”…l’unico compagno che ho in camera…o meglio, che ho sempre avuto e solo ora me ne sto accorgendo…forse perché solo ora sto riuscendo a sentire il suo rumore…così tranquillo e pacato…quel rumore continuo…che non smette mai…il rumore di quella lancetta che continua sempre a girare…non lo avevo mai sentito COSì come lo sento adesso…quasi come x dirmi che il tempo sta passando….anche se dentro di me si è già fermato poco più di quattro mesi fa…come se la mia anima fosse già morta e sia rimasto solo un ammasso di carne e ossa…perso…disorientato…come la lancetta di una bussola in una tempesta magnetica…
E così scappo….mi chiudo….mi isolo…mi nascondo….mi rifugio…mi rifugio per giornate…o anche per serate intere in quella che ormai è diventata la “mia” collina…nel mezzo del “mio” bosco….dove c’è la vecchia torre abbandonata…che ormai è diventata la mia seconda casa…e li sono FINALMENTE da solo…al sicuro…sono protetto…finalmente isolato da tutto e da tutti……perché solo li ho la certezza che nessuno potrà farmi quello che ha fatto lei…e ridurmi così…
Ho visto e conosciuto per la prima volta tutte le mie debolezze…tutte le mie incapacità…e quella torre mi accoglie…mi protegge…da tutto…mai più nessuno potrà attaccarmi e svuotarmi così……quando sono li, è come se fossi in un mondo a parte…dove non esistono tutti gli orrori che i miei occhi hanno dovuto vedere…e che il mio cuore ha dovuto sentire… La mia torre mi proteggerà da tutto… Quando ci vado mi sento leggero…quando parcheggio la macchina e dalla strada la intravedo tra gli alberi…mi basta questo x sentirmi meglio… Quando ci vado nessuno mi può vedere…nessuno può sapere che esisto…nessuno potrà più farmi del male…nessuno potrà avvicinarsi a me…perché nessuno andrebbe in un bosco di notte…e poi hanno tutti paura di quel cartello enorme sulla parete della torre con la scritta “edificio pericolante”…ma io solo so cosa significa quella pace e quella tranquillità che sento quando ci vado…
Quando sono li…anche pensare alla felicità di una volta diventa più leggero….pensare a quanto mi manca quella felicità….troppo… Mi manca come le nuvole alla pioggia…come il sole all'estate…come il vento e la neve alle cime dei monti…come Giulietta a Romeo… E piango…le lacrime…quanto piangere…"ma hai tutto, non ti manca niente…cos hai?” nessuno capisce…perchè ho dentro di me tutto il male che un essere umano può sentire…perché un amore che finisce, resta sempre e comunque un amore che finisce…
Ai primi tempi mi sentivo un attore…sapevo che tra me e lei poteva esserci qualcosa che non andava…ma decisi comunque di buttarmi a capofitto…accettando di recitare la parte di quello che è sicuro di se, che non soffre, che sa ricominciare…pur sapendo benissimo, che la mia vera e propria arte è sempre stata la debolezza…
Atri occhi hanno visto i suoi…altre labbra hanno assaporato le sue…altre mani hanno solcato quei capelli…e tutto questo è successo quando lei doveva essere solo mia…e tutto questo rimbomba di continuo in un modo spaventoso dentro di me…mentre io sono qui…a cercare di capire il significato e il senso di questa nuova, strana e dolorosa “non vita”…
La consapevolezza di quelle che sono le mie condizioni…e la paura terribile e costante di varcare quel sottile ma pericolosissimo confine…tra amante della solitudine e totale eremita…la paura di precipitare nella disperazione assoluta prima ancora di intravedere qualche barlume di speranza…la paura di arrivare a non saper più distinguere il sole dalla notte…
Non c’è niente che abbia funzionato…niente che sia servito per sollevarmi da questo immenso incubo…volevo lei, ma non ci ero riuscito, volevo buttarmi alle spalle tutto, ma non ci sono riuscito…non sono riuscito neanche ad andare via da questo mondo che ormai non ha più niente x me… E ricordo ancora quella sera…cercai di fare un resoconto di come mi stavo riducendo…i problemi seri erano iniziati ancora prima di lasciarci…e iniziavo a sentire gli effetti di 4 mesi trascorsi seguendo la mia rigorosa dieta a base di vino e alcool in generale…tutto mi stava crollando addosso….tutto cedeva sotto ai miei piedi…lo strazio che provavo era immenso…e così, ANCHE quella sera, come dice una splendida canzone dei Tiromancino…” ingannai il dolore con del vino rosso…buttando il cuore in qualunque posto…”
Il ricordo di quella serata resterà sempre netto e limpido dentro di me…nonostante le due bottiglie di vino che mi tennero compagnia…seduto per terra nel mio garage…le due bottiglie ormai vuote alla mia destra...sapevo già cosa doveva succedere quella notte…sapevo che era arrivato il mio momento…avevo letto un suo messaggio dove mi confermava che non voleva + ne vedermi ne sentirmi…e io non potevo farcela…anche quella voce me lo suggeriva…quella strana voce che sentivo da tutta la sera…vedevo le macchine, ma non ne sentivo il rumore…vedevo i rami degli alberi che si muovevano x i passerotti che si appoggiavano sopra…ma non ne sentivo il cinguettio….vedevo le persone che parlavano…ma non sentivo il suono della loro voce…vedevo tutto, ma non sentivo niente…era come se qualcuno avesse premuto un interruttore dentro di me…e non sentivo più niente al di fuori di quella voce…sentivo solo quella maledetta voce che continuava a rimbombare sempre le stesse parole nella mia testa….e non sentivo altro…solo quella voce…cupa...lenta…decisa….che continuava a ripetere sempre, in continuazione…la stessa identica frase…in pochi minuti era diventata un ossessione fortissima…mi sentivo come se quella voce e quella frase fossero la mia unica strada…l’unica cosa che dovevo seguire in quel momento…l’unica VIA DI USCITA…esisteva solo + quella frase…che mi riempiva l’anima sempre di + ogni volta che quella voce me la ripeteva…come una presenza invisibile a un millimetro dalle mie orecchie…che mi sussurrava quelle parole che sentivo entrare in me sempre di più…. ”se la felicità che vuoi fosse stata una nuvola, avresti volato x averla…se fosse stata un granello di sabbia, avresti scalato i monti x trovarla…ma ormai, la felicità, resterà solo più il sogno del tuo PARADISO…e quindi, tu, adesso…MORIRAI…per averla…” una volta finita la frase, la sentivo ripetere di nuovo…e poi di nuovo ancora…di continuo…come una cassetta che viene riavvolta e riprodotta di nuovo…in continuazione…in modo ossessionante…mi tappavo le orecchie…ma quelle parole continuavano ad arrivarmi chiare, nette e limpide…come se la voce che me le ripeteva, si trovasse DENTRO di me e non fuori…quindi tapparmi le orecchie non sarebbe servito a nulla…
Ero sempre li seduto e stavo scivolando x terra…decisi di puntare le mani a terra e fare leva x tirarmi su…e x fare questo diedi involontariamente una gomitata alle bottiglie…che caddero a terra…e una delle due si ruppe all’altezza del collo… E quello fu il fulcro di tutto…iniziai a guardare quel coccio del collo rotto della bottiglia…e contemporaneamente quella frase continuava a riecheggiare in modo ossessionante dentro di me…finchè senza neanche accorgermene iniziai io stesso a ripeterla… E fu proprio in quel momento, ascoltandomi mentre parlavo, che mi sembrava di avere la stessa voce cupa e sorda di chi per anni ha “marinato” la laringe nell alcool e l ha cotta a fuoco lento nel gustoso fumo delle Marlboro rosse… Mentre guardavo il coccio del collo rotto della bottiglia sentivo una strana paura addosso…non per il dolore perché ero ormai sicuro che non ci sarebbe stato più niente in grado di farmi qualsiasi forma di male…il fiatone e la sudorazione aumentavano….la testa girava fortissimo…ma ormai quella voce era diventata in assoluto la cosa più forte dentro di me… Così afferrai il collo di quella bottiglia…e iniziai a tagliarmi il polso, dall’alto verso il basso…x un attimo provai una strana sensazione di sollievo perché vedevo il sangue che mi usciva dal braccio come se fosse il dolore che stava abbandonando il mio corpo…e mi ripetevo “sto guarendo…” ma poi le cose cambiarono…sentivo le vene all’altezza del collo che pulsavano fortissimo e le palpebre che sembravano diventare ancora più pesanti…ma da una parte anche quello era un sollievo…perchè significava che finalmente il dolce angelo vestito di nero, stava venendo a prendermi…e mi avrebbe portato via da tutto quel dolore e da tutte quelle umiliazioni insopportabili… Ma ad un certo punto la vibrazione del cellulare interruppe quella caldissima atmosfera che si era creata…un messaggio….magari era lei…qualsiasi cosa mi avesse scritto, le avrei risposto di stare tranquilla…che me ne stavo andando via x sempre…invece era mio fratello “stanotte dormi fuori?” gli risposi SI…poi appoggiai la testa al muro…chiusi gli occhi….e mi scappò una risata….”mio fratello….e io che pensavo potesse essere lei….”
In quella posizione ci restai fino al mattino dopo…non erano neanche le sei quando il mal di schiena e il torcicollo mi svegliarono…
Il braccio sinistro interamente sporco di sangue ormai essiccato, e una ferita sul polso lunga poco più di un centimetro anch essa essiccata, mi fecero tornare in mente tutto quello che era successo la sera prima…e una sensazione di STRANEZZA mi pervase….io ero li, ma non avrei dovuto essere li….mi ero svegliato, ma non avrei dovuto farlo mai più… Ero ancora parte di questo mondo e di questo dolore…un altro tentativo era andato fallito….
Dovevo vivere per lei…era questa la promessa…era questo che volevo con tutto me stesso…vivere per annullare le sue tristezze…assimilare ogni forma di male che poteva pervadere nella sua vita…farlo mio…trasformarlo, mallearlo con il mio cuore…plasmarlo in amore e ridonarlo a lei attraverso semplici carezze e parole dolci come il miele… E invece mi ritrovo qui…a guardare le ombre impetuose che iniziano a formarsi man mano che il sole si sveglia…e aspettando la notte…la mia adorata notte…che prima o poi verrà…perché solo la notte…può nascondermi da quelle maledette ombre…
Giro per casa…i miei occhi si posano sulla radio…quasi per cercare qualcosa in lei…forse solo un po di relax…guardo quel tasto con su scritto “on/off”….mi faccio coraggio, e dopo tantissimo tempo che non lo facevo più, lo premo……e manco a farlo apposta……sento la voce di Baglioni che urla “e una storia va a *******…sapessi andarci io…!!” …….subito la mia mano destra istintivamente si chiude a pugno e si scaglia contro quella radio…per evitare che possa dirmi altre parole cm quelle……mi siedo sul letto…la testa si abbassa….gli occhi si chiudono…e le mani li vanno a coprire…e inevitabilmente iniziano a scendere delle lacrime talmente piene di dolore che solcano il mio viso cm se fossero delle lame……
Cerco la luce che sta in fondo a questo tunnel…urlo forte a quei “compagni” di viaggio che non mi sono scelto…che non li voglio… Io voglio vivere…voglio indietro le mie risate…il sole…voglio che la mia anima torni a respirare lievemente…a volare come una farfalla…
Ho dato troppo rispetto a quello che ho ricevuto…e questo mi sta costando caro… E’ vero, ho sbagliato…ho fatto degli errori…ma li ho capiti…ho già imparato tutto quello che era necessario imparare dai miei errori…
Adesso, per favore, basta……basta……perché devo continuare a pagare così… E’ tutto incredibilmente più grande di me…il dolore di aver perso tutto, quasi a sentirmi colpevole……immensamente fragile………