La morte di un navigatore

[ilpoetastro]

“La morte di un navigatore”
Il Mio navigatore si è offeso e non vuole più parlarmi.
Non si arrende all’idea che nei miei viaggi preferisco prendere strade secondarie,
popolate da gnomi e fate che incantano il mio viaggio con magie ed incantesimi.
Non capisce che voglio ritardare il mio arrivo.
Avere il tempo per ogni cosa.
Sentire il fischio del vento nelle fenditure delle rocce e nei vicoli stretti dove echeggia il suono della storia.
Tra ponti che collegano sogni e realtà, voglio nutrirmi di sospiri e lacrime.
Riposare lo sguardo sulle vecchie panchine di pietra, dove vetusti fanciulli adagiano i loro corpi stanchi.
Sprofondare il mio naso in memorabili botteghe, perdere il senso delle cose e abbandonarmi al profumo del tempo,
all’odore del pane e al delizioso suono delle campane.
Scruto, annuso , ascolto… poi, un senso di distacco e leggerezza pervade la mia mente.
Con gli occhi al cielo, osservo gli storni mentre volteggiano nell’aria…sembra quasi che mi chiamino…
Allora, come un bambino felice, apro le braccia per prendere il volo.
Voglio essere come loro, ma un attimo prima di raggiungerli odo una voce.
Forse è un angelo che vuole spiegarmi le ali, ed invece
è soltanto il mio navigatore.
Dal lontano anfratto in cui l’ho lanciato ora mi parla con voce flebile, forse vuol far pace.
Ripete in continuazione: “Ho ritrovato la rotta, svolta a destra e poi svolta a sinistra”,
ma io voglio andare dritto per la mia strada.
Eppure quella macchina con la voce metallica non vuole cedere,
anche quando le sua fonte di vita comincia ad esaurirsi e gli fa perdere la cognizione,
cerca invano la strada smarrita.
Lo guardo per l’ultima volta; ha tutte le mappe in tilt, ma sembra che non gli importi,
tanto sa che l’uomo costruirà sempre strade nuove.
Tutto è compiuto nel mio immaginario, non ci sono più strade né confini e forse adesso mi capisce…
In questo meraviglioso mondo,
voglio solamente perdermi.
Ilpoetastro, Isola d’Elba 16 Agosto 2012