partorire un figlio malato

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templare1971

Re: partorire un figlio malato

Messaggio da templare1971 » 12/11/2012, 20:07

mistereffe ha scritto:Voglio affrontare con voi donne e uomini (nei panni di donne...) un tema difficile e molto delicato, che si augura di non capitare MAI, nemmeno al peggiore nemico.

Se voi doveste sapere ad un certo punto della gravidanza che il vostro figlio/a che state mettendo al mondo è malato/a cosa fareste?
Se il vostro medico dovesse dirvi: "Signora, purtroppo suo figlio ha la sindrome di Down....o altre terribili malattie possibili", come vi comportereste?

Mettere al mondo un figlio sapendo che è malato, quindi soggetto ad una vita difficile, magari breve, con il rischio di essere stupidamente deriso o emarginato dagli altri (può succedere a scuola, per esempio..) oppure negare a questo figlio il diritto alla vita (dono di Dio, che si creda o non creda)?

Da cattolico penso che metterei al mondo questo figlio, pur consapevole delle sofferenze; personalmente credo che la vita di ciascuno di noi sia frutto di un "disegno", che viene dall'alto.
Sarebbe la "croce" che ciascuno di noi dovrebbe portare.
Avere un figlio disabile… non bisogna essere ipocriti, può dar fastidio!
Ma se accade, non devono essere nascosti ma vanno messi in vetrina, perché la società civile deve ancora di più abituarsi a guardarli con simpatia e sorriso e non con atteggiamenti cupi e tristi.

Nelle famiglie in cui è presente una persona down per esempio, accade spesso il contrario, e cioè che non solo non si avverta alcun disagio ad avere un figlio o un fratello o una sorella down, ma che questo sia avvertito come un punto di onore e di orgoglio.
Naturalmente, nella condizione delle persone portatrici di handicap, le difficoltà ci sono e non vanno nascoste. Il problema esiste certamente, loro sono portatori di una disabilità che si caratterizza per lo più con ritardo mentale e/o fisico, e negarla sarebbe controproducente.

Fondamentale è il ruolo della famiglia, ma altrettanto lo è quello della società intera. L’appello eventualmente è alla scuola perché sia un esempio di integrazione, aiutando ciascuno di loro a scoprire le proprie potenzialità, e al mondo del lavoro, perché gli inserimenti lavorativi mirati delle persone portatrici di handicap, sono possibili e devono essere ricercati attivamente.
E quindi… spazio alla sensibilizzazione…

profumodispezie
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Messaggio da profumodispezie » 12/11/2012, 21:22

Ci sono disabilità gravissime che non possono essere diagnosticate in fase prenatale, penso per esempio alla sindrome autistica. Che cosa fai se tuo figlio sviluppa questa sindrome? Io frequento un centro di ippoterapia come volontaria dove ci sono diversi soggetti autistici, con disturbo più o meno grave: da quello che parla e che una qualche interazione col mondo ce l'ha a quello che è assolutamente chiuso in sè stesso, che addirittura urla se non c'è il terapista con cui va a cavallo regolarmente.
Seppure molto rari, ci sono casi di danni cerebrali in momento perinatale, come una carenza di ossigeno che può essere devastante a livello cerebrale. Quanti se le sentirebbero davanti a tale evenienza di non riconoscere il figlio/a?
Oltre a questo non si può passare sopra a una considerazione altrettanto importante: l'aborto lascia profonde ferite nella persona che decide di farlo. Se mai dovessi trovarmi in quella situazione, avendo visto la devastazione che può procurare, ci penserei bene, ma bene, ma bene davvero prima di fare un passo simile.
Rimane sempre il punto che finchè non vivi sulla tua pelle la situazione è difficile dire con certezza mi comporterei così o no.

marcos76
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Messaggio da marcos76 » 19/11/2012, 17:28

Dando per scontato il presupposto che è sacrosanto il fatto che debba essere la donna a dover prendere una decisione quando si trova di fronte a quel tremendo bivio io ammetto che non saprei proprio che pesci prendere...
Su una cosa però sono drastico e molto deciso...
La persona in questione non deve essere sottoposta a nessun tipo di gogna o in santa inquisizione nella maniera più assoluta....
Provo un odio feroce verso chi si permette di giudicare il prossimo senza mettersi nei suoi panni e questo in ogni ambito...
Nel caso specifico ancora di più pero...

Tiffany
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Messaggio da Tiffany » 23/04/2013, 22:55

Dipende dall'età,dal compagno,dal contesto,spero di cuore di avere il coraggio di tenerlo perché credo fermamente nel loro diritto alla vita,credo nella diversità e come per me è stato arrichhente stare con bambini e adolescenti disabili,credo che lo sarebbe per il mondo,ma c'è anche la crudeltà di un mondo che sta perdendo valori e profondità, tolleranza.Domanda difficilissima.
"Certi uomini vedono le cose come sono e dicono:"perché?"io sogno cose mai esistite e dico:"perché no?".
G.B.Shaw