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Pallina5


Messaggio da Pallina5 » 17/11/2012, 17:50

airlander ha scritto:se proprio volete sognare ecco la mitica royal enfield
http://www.royalenfielditalia.net/
[img]http://i46.tinypic.com/16h69zr.jpg[/img]
:mangalove:

grazie..

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Turbo
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Messaggio da Turbo » 17/11/2012, 20:27

Ho notato che la maggor parte degli interventi in questo topic è in maggioranza dei customisti :)
Belle moto, niente da dire...ma più che "passeggiarci" cosa puo farci?
Viaggiare come su una GT ?
Puoi sentire l'ebrezza della velocità? (quel dolore al petto e la sensazione che il casco ti schizzi portandosi dietro pure la testa e il manubrio che sembra andarsene per conto suo se lo stringi anche solo un poco di più?)
Puoi sentire quella sensazione stile "retro" come quella che ti darebbe il guidare una "scrambler" anni 50/60? (le royal sono solo riprroduzioni stile retro a buon mercato....io sto a parlare di Gilera 4 bulloni, Benelli leoncino, Guzzi lodola, Ducati 250/450 scrambler, suzuki 380 (col compat air sistem), kavasaki Z 750 e Z900)
Fino a qualche anno fa, di moto ne avevo 6 (dovevo lasciare le auto fuori dal garage per metterci le moto) una per ogni tipologia di guida (sono un tipo che segue gli umori). Col tuareg 600 rally ci facevo le passeggiate in campagna, col chopper andavo ai raduni (aveva le forcelle che superavano le misure per l'immatricolazione ) con la suzuki gs ci facevo i viaggi, con l'MV Augusta 175 le corse d'epoca e col Quad Kimco 150 ci facevo i fuoristrada...c'avevo anche una Polini mini per correre in pista....

Quella che mi ha dato più soddisfazioni (che me la sono goduta di più insomma) è stata la suzuki.... Quando ne prenderò un altra (ormai da quando mi sono trasferito a Roma le mie moto sono bell'e che andate) :( sarà sicuramente una Suzuki. Hanno uno scatto e un "agressività" senza paragoni... E' un piacere riuscire a "domarle" 8)

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airlander
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Messaggio da airlander » 18/11/2012, 10:56

Storia
L'uso del marchio Enfield fu autorizzato dalla Crown nel 1890; la sede originaria era a Redditch, nel Worcestershire. Royal Enfield viene pubblicizzato perciò come il marchio motociclistico più antico ancora utilizzato, vista la ripresentazione dello stesso dopo svariati anni di oblio e per quanto non più nella nazione di origine. Il modello Bullet, nelle sue varianti, è altrettanto dichiarata come la motocicletta la cui linea di produzione è la più longeva di tutti i tempi.
Nel 1899 fu prodotta una serie di quadricicli con motore De Dion, nel 1901 fu costruito un prototipo di bicicletta mossa da un motore Minerva da 170 cm³. Nel 1906 viene fondata la Enfield Autocar Company Limited, per sviluppare i progetti relativi ad automobili e motocicli.
Nel 1911, il marchio Enfield poté fregiarsi dell'ambita qualifica "Royal" e nel 1912 apparve il modello 180: dotato di sidecar, era equipaggiato con un bicilindrico di 750 cm³. Nello stesso periodo il modello con motore da 425 cm³ si fece notare al Tourist Trophy dell'Isola di Man e a Brooklands.
Durante la prima guerra mondiale la Royal Enfield fornì armi e motocicli di vario genere alle forze armate britanniche; tra gli altri, un motosidecar da 8 hp equipaggiato con una mitragliatrice Vickers e un altro motosidecar adattato a lettiga per il trasporto dei feriti. Royal Enfield si aggiudicò anche una commessa per la fornitura di motocicli all'Impero russo.
Gli anni venti furono contraddistinti da un'incessante ricerca di migliorie e una costante innovazione. Nel 1921 fu sviluppato un nuovo bicilindrico da 976 cm³. Nel 1924 apparve il motore destinato a fare la storia del marchio, il monocilindrico da 350 cm³. Nel 1928 la Royal Enfield fu una delle prime case ad adottare per le proprie motociclette la forcella anteriore a molla, mentre sviluppava in proprio nuovi modelli di serbatoio. Nel frattempo, nel 1924, le poste inglesi avevano adottato il modello con sidecar.
Gli anni trenta videro la scomparsa dei primi soci fondatori: Albert Eddie morì nel 1931, R. W. Smith nel 1933.
La compagnia, tuttavia, nonostante la crisi economica continuò la propria attività senza sosta, puntando su modelli mono e bicilindrici, con cilindrata da 125 a 400 cm³, che venivano venduti in tutta Europa. Nel 1931 fu prodotto il primo modello di Bullet, disponibile dapprima in due motorizzazioni (da 350 cm³ e da 500 cm³) e, successivamente, anche col motore da 250 cm³.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la Royal Enfield, come tutte le maggiori industrie britanniche, dovette convertire la propria linea di produzione, adeguandola alle necessità delle forze armate. Innumerevoli furono le forniture destinate all'esercito; tra tanti modelli, il motociclo leggero WD/RE da 125 cm³, conosciuto come Flying Flea (Pulce Volante), progettato per essere paracadutato con le truppe aerotrasportate (un esemplare è tuttora visibile presso il Museo dell'Aviazione di Duxford).
Nel 1942 fu aperta un'altra fabbrica a Bradford-on-Avon, nel Wiltshire; a causa dei bombardamenti nemici che imperversavano sulle Midlands, gli impianti furono alloggiati in locali sotterranei. Tale caratteristica si rivelerà utile, dopo la guerra, per la costruzione di macchinari industriali di precisione: l'ubicazione sotterranea infatti rendeva più facile stabilizzare la temperatura, consentendo una maggiore precisione nella taratura degli strumenti.
Nell'immediato dopoguerra la produzione si concentrò sui modelli G e J, monocilindrici rispettivamente da 350 e 500 cm³, evoluzione dei mezzi forniti alle forze armate durante la guerra. Nel 1948 nacque la nuova Bullet, sviluppata dal modello G 350, da cui si differenziava per la forcella posteriore di nuova concezione; la bontà della nuova soluzione fu immediatamente confermata dalla vittoria nella Sei giorni di enduro; nel 1953 sarà messa in produzione anche la Bullet con motore da 500 cm³.
Gli anni cinquanta sono il periodo di maggiore splendore della casa inglese. Vengono commercializzati modelli di grande successo, come la Meteor e la Super Meteor (entrambe con motore da 700 cm³), e la storica Constellation Twin, anch'essa con motore da 700 cm³, definita da molti come la prima Superbike mai costruita. Grande favore incontrò anche la Crusader, con motore da 250 cm³, cambio a 5 marce e nuovi ammortizzatori.
Nel 1955 la Brockhouse Corporation, proprietaria dello storico marchio statunitense Indian (che aveva cessato la produzione due anni prima), importò negli USA le Royal Enfield; colorate di rosso, e ri-marcate come Indian, le motociclette così travestite non incontrarono il favore del pubblico, e dal 1961 le Royal Enfield furono nuovamente commercializzate negli USA con il marchio originale. Tra le Enfield "Indian", degno di menzione è il modello Chief, che montava il bicilindrico da 700 cm³.
Sempre nel 1955 il governo indiano decise di adottare per le proprie forze di Polizia di Frontiera la Bullet 350, le cui caratteristiche di robustezza e affidabilità sembravano adeguate al difficile servizio da svolgere; il primo ordinativo fu di 800 esemplari.
La Royal Enfield si associò quindi con l'indiana Madras Motors per fondare la Enfield India, che dal 1956, su licenza della casa inglese, iniziò ad assemblare i modelli Bullet 350 con materiale proveniente dalla fabbrica. Nel 1957 la linea di produzione dello stesso modello fu interamente trasferita in India, e nel 1962 a Madras, oggi Chennai, ebbe inizio la produzione di Bullet completamente costruite in India. Tale iniziativa, dovuta a necessità contingenti, si rivelerà decisiva per la sorte del marchio Royal Enfield.
Sempre più forte si faceva, nel frattempo, la concorrenza delle grandi industrie motociclistiche giapponesi; e l'ultimo modello prodotto dalla fabbrica di Redditch, la Interceptor, 750 cm³, progettata nel 1962 appositamente per il mercato USA, non poté arrestare una crisi ormai acuta, dovuta alla conclamata impossibilità di far fronte alle necessità della produzione industriale di vasta scala.
Lo stabilimento storico di Redditch chiuse i battenti nel 1967; nel 1968 la British Royal Enfield fu venduta alla Norton Villiers Triumph (NVT). La produzione cessò nel 1970, con la chiusura della fabbrica di Bradford-on-Avon, e nel 1971 la compagnia fu soppressa.
Restava tuttavia in attività la linea di produzione della Bullet, in India, che continuò a operare su licenza della casa madre; negli anni '70 e '80 furono prodotti modelli destinati quasi esclusivamente al mercato locale. Da segnalare, nel 1980, l'accordo con un'altra storica casa motociclistica europea, la Zundapp, per la fornitura di motori di piccola cilindrata, che equipaggiarono numerosi modelli.
La ripresentazione
Nel 1994 la Enfield India fu acquisita dal gruppo Eicher, che nel 1995 ottenne i diritti sul marchio Royal Enfield. La nuova proprietà diede un impulso alla progettazione di nuove soluzioni tecniche e alla rivisitazione degli storici modelli prodotti nello stabilimento indiano. Nel 2000 si registra l'apertura di una nuova fabbrica nei pressi di Nuova Delhi e il rilancio dello storico modello Bullet, nelle due motorizzazioni da 350 e 500 cm³ (iniziato nel 2005 in occasione del 50 anniversario della fabbrica indiana).
La principale novità è rappresentata dalla progettazione di nuovi motori, con l'obiettivo di sostituire lo storico 350 cm³ di origine inglese, rimasto praticamente inalterato dal 1955 e ormai inadeguato ai tempi e non più commercializzabile in Europa e negli USA a causa delle emissioni altamente inquinanti.
Già sul finire degli anni novanta fu realizzata un'intesa con l'austriaca AVL per la produzione e la cessione di un motore di moderna concezione, che tuttavia mantenesse intatte le tradizionali caratteristiche estetiche e tecniche. Il modello Bullet Machismo 350 fu il primo a essere equipaggiato col nuovo propulsore. È interessante segnalare che molti appassionati non accolsero favorevolmente il cambiamento, rimproverando al motore AVL di non emettere il solito, abituale borbottio del vecchio 350.
Nel 2008, iniziò la produzione del nuovo motore UCE (Unit Construction Engines; i modelli equipaggiati con questo motore sono contraddistinti in Europa dalla sigla EFI) da 500 cm³, che per la prima volta nella storia della casa adotta l'iniezione elettronica, consentendo alla Royal Enfield di esportare nuovamente i propri modelli in tutto il mondo.
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48

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Messaggio da Turbo » 18/11/2012, 12:38

airlander ha scritto:Storia
L'uso del marchio Enfield fu autorizzato dalla Crown nel 1890; la sede originaria era a Redditch, nel Worcestershire. Royal Enfield viene pubblicizzato perciò come il marchio motociclistico più antico ancora utilizzato, vista la ripresentazione dello stesso dopo svariati anni di oblio e per quanto non più nella nazione di origine. Il modello Bullet, nelle sue varianti, è altrettanto dichiarata come la motocicletta la cui linea di produzione è la più longeva di tutti i tempi.
Nel 1899 fu prodotta una serie di quadricicli con motore De Dion, nel 1901 fu costruito un prototipo di bicicletta mossa da un motore Minerva da 170 cm³. Nel 1906 viene fondata la Enfield Autocar Company Limited, per sviluppare i progetti relativi ad automobili e motocicli.
Nel 1911, il marchio Enfield poté fregiarsi dell'ambita qualifica "Royal" e nel 1912 apparve il modello 180: dotato di sidecar, era equipaggiato con un bicilindrico di 750 cm³. Nello stesso periodo il modello con motore da 425 cm³ si fece notare al Tourist Trophy dell'Isola di Man e a Brooklands.
Durante la prima guerra mondiale la Royal Enfield fornì armi e motocicli di vario genere alle forze armate britanniche; tra gli altri, un motosidecar da 8 hp equipaggiato con una mitragliatrice Vickers e un altro motosidecar adattato a lettiga per il trasporto dei feriti. Royal Enfield si aggiudicò anche una commessa per la fornitura di motocicli all'Impero russo.
Gli anni venti furono contraddistinti da un'incessante ricerca di migliorie e una costante innovazione. Nel 1921 fu sviluppato un nuovo bicilindrico da 976 cm³. Nel 1924 apparve il motore destinato a fare la storia del marchio, il monocilindrico da 350 cm³. Nel 1928 la Royal Enfield fu una delle prime case ad adottare per le proprie motociclette la forcella anteriore a molla, mentre sviluppava in proprio nuovi modelli di serbatoio. Nel frattempo, nel 1924, le poste inglesi avevano adottato il modello con sidecar.
Gli anni trenta videro la scomparsa dei primi soci fondatori: Albert Eddie morì nel 1931, R. W. Smith nel 1933.
La compagnia, tuttavia, nonostante la crisi economica continuò la propria attività senza sosta, puntando su modelli mono e bicilindrici, con cilindrata da 125 a 400 cm³, che venivano venduti in tutta Europa. Nel 1931 fu prodotto il primo modello di Bullet, disponibile dapprima in due motorizzazioni (da 350 cm³ e da 500 cm³) e, successivamente, anche col motore da 250 cm³.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la Royal Enfield, come tutte le maggiori industrie britanniche, dovette convertire la propria linea di produzione, adeguandola alle necessità delle forze armate. Innumerevoli furono le forniture destinate all'esercito; tra tanti modelli, il motociclo leggero WD/RE da 125 cm³, conosciuto come Flying Flea (Pulce Volante), progettato per essere paracadutato con le truppe aerotrasportate (un esemplare è tuttora visibile presso il Museo dell'Aviazione di Duxford).
Nel 1942 fu aperta un'altra fabbrica a Bradford-on-Avon, nel Wiltshire; a causa dei bombardamenti nemici che imperversavano sulle Midlands, gli impianti furono alloggiati in locali sotterranei. Tale caratteristica si rivelerà utile, dopo la guerra, per la costruzione di macchinari industriali di precisione: l'ubicazione sotterranea infatti rendeva più facile stabilizzare la temperatura, consentendo una maggiore precisione nella taratura degli strumenti.
Nell'immediato dopoguerra la produzione si concentrò sui modelli G e J, monocilindrici rispettivamente da 350 e 500 cm³, evoluzione dei mezzi forniti alle forze armate durante la guerra. Nel 1948 nacque la nuova Bullet, sviluppata dal modello G 350, da cui si differenziava per la forcella posteriore di nuova concezione; la bontà della nuova soluzione fu immediatamente confermata dalla vittoria nella Sei giorni di enduro; nel 1953 sarà messa in produzione anche la Bullet con motore da 500 cm³.
Gli anni cinquanta sono il periodo di maggiore splendore della casa inglese. Vengono commercializzati modelli di grande successo, come la Meteor e la Super Meteor (entrambe con motore da 700 cm³), e la storica Constellation Twin, anch'essa con motore da 700 cm³, definita da molti come la prima Superbike mai costruita. Grande favore incontrò anche la Crusader, con motore da 250 cm³, cambio a 5 marce e nuovi ammortizzatori.
Nel 1955 la Brockhouse Corporation, proprietaria dello storico marchio statunitense Indian (che aveva cessato la produzione due anni prima), importò negli USA le Royal Enfield; colorate di rosso, e ri-marcate come Indian, le motociclette così travestite non incontrarono il favore del pubblico, e dal 1961 le Royal Enfield furono nuovamente commercializzate negli USA con il marchio originale. Tra le Enfield "Indian", degno di menzione è il modello Chief, che montava il bicilindrico da 700 cm³.
Sempre nel 1955 il governo indiano decise di adottare per le proprie forze di Polizia di Frontiera la Bullet 350, le cui caratteristiche di robustezza e affidabilità sembravano adeguate al difficile servizio da svolgere; il primo ordinativo fu di 800 esemplari.
La Royal Enfield si associò quindi con l'indiana Madras Motors per fondare la Enfield India, che dal 1956, su licenza della casa inglese, iniziò ad assemblare i modelli Bullet 350 con materiale proveniente dalla fabbrica. Nel 1957 la linea di produzione dello stesso modello fu interamente trasferita in India, e nel 1962 a Madras, oggi Chennai, ebbe inizio la produzione di Bullet completamente costruite in India. Tale iniziativa, dovuta a necessità contingenti, si rivelerà decisiva per la sorte del marchio Royal Enfield.
Sempre più forte si faceva, nel frattempo, la concorrenza delle grandi industrie motociclistiche giapponesi; e l'ultimo modello prodotto dalla fabbrica di Redditch, la Interceptor, 750 cm³, progettata nel 1962 appositamente per il mercato USA, non poté arrestare una crisi ormai acuta, dovuta alla conclamata impossibilità di far fronte alle necessità della produzione industriale di vasta scala.
Lo stabilimento storico di Redditch chiuse i battenti nel 1967; nel 1968 la British Royal Enfield fu venduta alla Norton Villiers Triumph (NVT). La produzione cessò nel 1970, con la chiusura della fabbrica di Bradford-on-Avon, e nel 1971 la compagnia fu soppressa.
Restava tuttavia in attività la linea di produzione della Bullet, in India, che continuò a operare su licenza della casa madre; negli anni '70 e '80 furono prodotti modelli destinati quasi esclusivamente al mercato locale. Da segnalare, nel 1980, l'accordo con un'altra storica casa motociclistica europea, la Zundapp, per la fornitura di motori di piccola cilindrata, che equipaggiarono numerosi modelli.
La ripresentazione
Nel 1994 la Enfield India fu acquisita dal gruppo Eicher, che nel 1995 ottenne i diritti sul marchio Royal Enfield. La nuova proprietà diede un impulso alla progettazione di nuove soluzioni tecniche e alla rivisitazione degli storici modelli prodotti nello stabilimento indiano. Nel 2000 si registra l'apertura di una nuova fabbrica nei pressi di Nuova Delhi e il rilancio dello storico modello Bullet, nelle due motorizzazioni da 350 e 500 cm³ (iniziato nel 2005 in occasione del 50 anniversario della fabbrica indiana).
La principale novità è rappresentata dalla progettazione di nuovi motori, con l'obiettivo di sostituire lo storico 350 cm³ di origine inglese, rimasto praticamente inalterato dal 1955 e ormai inadeguato ai tempi e non più commercializzabile in Europa e negli USA a causa delle emissioni altamente inquinanti.
Già sul finire degli anni novanta fu realizzata un'intesa con l'austriaca AVL per la produzione e la cessione di un motore di moderna concezione, che tuttavia mantenesse intatte le tradizionali caratteristiche estetiche e tecniche. Il modello Bullet Machismo 350 fu il primo a essere equipaggiato col nuovo propulsore. È interessante segnalare che molti appassionati non accolsero favorevolmente il cambiamento, rimproverando al motore AVL di non emettere il solito, abituale borbottio del vecchio 350.
Nel 2008, iniziò la produzione del nuovo motore UCE (Unit Construction Engines; i modelli equipaggiati con questo motore sono contraddistinti in Europa dalla sigla EFI) da 500 cm³, che per la prima volta nella storia della casa adotta l'iniezione elettronica, consentendo alla Royal Enfield di esportare nuovamente i propri modelli in tutto il mondo.
Già, una storia analoga l'ha avuta anche il famoso "maggiolone" (pare che gli ultimi tipi del vecchio modello siano stati acquitati da una ditta brasiliana, come i progetti della serie "P" della vespa pare che adesso la fabbrichino in India (nulla a che vedere con la nuova vespa della Piaggio naturalmente).
A me la Royal piaceva (come la Jawa o la Indian) ma dopo che mi è stato detto (dal concessionario) che i prezzi sono molto contenuti (pare che una 500 costi poco più di una vespa 250) ho cominciato a nutrire remore. A sto punto con poco più di 4mila euro compro una base di restauro e mi faccio poco per volta na Norton "commando" d'epoca con pezzi originali.... Del resto ho conosciuto motociclisti che dicevano di avere una Harley d'epoca quando poi alla fine avevano una Cagiva-HD e ultimamente gente che diceva di essersi fatta la DYNA (harley) quando poi s'erano comprata una EAGLE cinese :rolleyes:
ps.
pure le AUGUSTA non sono più le stesse dopo che i diritti sono stati acquistati da una casa tedesca (se non erro) :rolleyes:

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Messaggio da Ospite » 18/11/2012, 15:08

Turbo ha scritto:Ho notato che la maggor parte degli interventi in questo topic è in maggioranza dei customisti :)
Belle moto, niente da dire...ma più che "passeggiarci" cosa puo farci?
Io ad esempio non riuscirei ad essere altro che un customista :) passeggiare certamente, andare piano, godere del panorama e vivere un sogno da Easy Rider.
Non si parla di potenza del motore, di cavalli, di cilindrata e di prestazioni. Il Custom è una sorta di filosofia, romanticismo, libertà, sogno e desiderio. Qualcosa di improntato moltissimo all'immagine e all'intimo, più che alla concretezza e alla tecnica.
Per me indossare il "chiodo", calzare il caschetto aperto e inforcare gli occhiali stile "Barone Rosso", completando il tutto con gli stivali di pelle neri, è cavalcare il mito e andare incontro all'ignoto, in una dimensione personale e peculiare di viaggio senza una meta.

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Messaggio da airlander » 18/11/2012, 19:32

Turbo ha scritto:[...]
Già, una storia analoga l'ha avuta anche il famoso "maggiolone" (pare che gli ultimi tipi del vecchio modello siano stati acquitati da una ditta brasiliana, come i progetti della serie "P" della vespa pare che adesso la fabbrichino in India (nulla a che vedere con la nuova vespa della Piaggio naturalmente).
A me la Royal piaceva (come la Jawa o la Indian) ma dopo che mi è stato detto (dal concessionario) che i prezzi sono molto contenuti (pare che una 500 costi poco più di una vespa 250) ho cominciato a nutrire remore. A sto punto con poco più di 4mila euro compro una base di restauro e mi faccio poco per volta na Norton "commando" d'epoca con pezzi originali.... Del resto ho conosciuto motociclisti che dicevano di avere una Harley d'epoca quando poi alla fine avevano una Cagiva-HD e ultimamente gente che diceva di essersi fatta la DYNA (harley) quando poi s'erano comprata una EAGLE cinese :rolleyes:
ps.
pure le AUGUSTA non sono più le stesse dopo che i diritti sono stati acquistati da una casa tedesca (se non erro) :rolleyes:
infatti a detta di chi le ha entrambe pare che sia molto meglio quella fatta in india :DD
nel senso che sono costruite come quelle di una volta, mentre le nuove piaggio non hanno più nulla a che vedere con il glorioso trascorso.
la cosa sui cui vale la pena riflettere è come una ex dominio europeo sotto taluni aspetti abbia saputo migliorarsi rispetto agli stessi colonizzatori.
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
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http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48

DavideA79
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Messaggio da DavideA79 » 23/12/2012, 19:46

Che bel topic!!!
Ciao a tutti! Nuovo iscritto e biker anch'io!!!!! :[

Pallina5


Messaggio da Pallina5 » 23/12/2012, 20:21

DavideA79 ha scritto:Che bel topic!!!
Ciao a tutti! Nuovo iscritto e biker anch'io!!!!! :[
Benvenuto allora... :)