Birnam wood prophecy ha scritto:Ti consiglio, per iniziare, 4 testi (forse li hai già letti), non perché siano migliori (sicuramente non sono peggiori) di altri grandi capolavori della letteratura internazionale, ma perché doppiamente emblematici sia per la loro strutturazione atipica (che li differenzia nettamente da ciò che ordinariamente si può leggere in campo letterario - mi rendo conto che l’aggettivo “ordinario” può suonare come una deminutio se riferito ai grandi classici, ma in questo caso esso attiene esclusivamente al profilo strettamente “strutturale” dell’opera) sia perché rappresentativi in sommo grado di alcune specifiche correnti letterarie che hanno segnato un’epoca.
I primi 2 testi appartengono alla scuola dei “modernisti”: il primo dei 2, di cui ora dirò, è il poemetto “La terra desolata” di T. S. Eliot. In seguito ti parlerò brevemente dei restanti.
(...)
Grazie molte di questo consiglio e delle informazioni così circostanziate. Ma perché - e te lo chiedo senza ombra di polemica, solo per capire - dovendo lavorare con la letteratura italiana mi consigli per prima una lettura straniera? Per di più non sarei in grado di leggere in lingua originale in modo tale da capire gli aspetti tecnici dell'opera pertanto mi troverei in un certo senso ad analizzare qualcosa di diverso dall'originale.
Merlino ha scritto:Giusto due considerazioni:
- anche se pare strano, il sapere NON è infinito: si può dimostrare matematicamente che tutto il sapere presente, passato e futuro potrebbe essere contenuto in un numero FINITO, benchè enorme, di libri;
- "l'ignoranza è un bene: spinge ad espandere la propria mente e a non cullarsi in un finto sapere" (Merlino, 27/08/2012).
Ciao.
Pallina5 ha scritto:Ciao Sims,
solo un paio di cose:
- sì, il sapere è infinito.
- la tua mente non è finita! e anzi io la trovo molto ricettiva, e questo perchè dimostri innanzitutto di voler imparare di più, di volerti creare quelle basi specifiche per raggiungere i tuoi obbiettivi, ed hai l'umiltà necessaria per iniziare e,o, proseguire il tuo percorso.
In te emergono spirito d'iniziativa, impegno, voglia di arrivare...almeno io ho intravisto questo , percui non scoraggiarti.
Il mio intervento non sarà appropriato ma era quello che volevo dirti
ciao e buona cultura.
arietina76 ha scritto:può essere finito in generale, diciamo in teoria, ma è certamente infinito per quelle che sono le capacità del singolo individuo, che non potrà mai assorbire tutto lo scibile.
Io la penso come tutti voi
Intuisco che matematicamente la cultura sia numerabile, ma si tratta di un ordine di grandezza fuori della portata di una persona. Però si può lavorare per avvicinarcisi e alcuni ottengono certamente risultati mirabili.
Merlino, ti citi da solo? Meraviglioso

Pallina, grazie perla fiducia. Penso di essere tagliata per un certo tipo di ruolo e di compito ma spero davvero di avere il talento per riuscirci. (Non so se si è capito: per mente "finita" intendevo il contrario di "infinita", non il sinonimo di "terminata")
tropicsnow ha scritto:sull'università stendiamo un velo pietoso perchè non dà nulla e anche un voto di laurea alto non è indice di nulla se non che quella persona sa studiare, ma all'atto pratico non serve a meno che non si continui all'interno dell'università, nella ricerca. nella maggior parte dei casi, infatti, non viene tenuto in alcun conto. ciò che, invece, è importante sono le conoscenze effettive sulla materia e il saper fare. per questo ti dicevo di iniziare a fare qualcosa anche se non hai tante conoscenze teoriche perchè con la pratica inizi a imparare e nel frattempo continui a studiare; non come alcuni che una volta iniziato a lavorare pensano di essere "arrivati" e le loro conoscenze si fermano a quanto fatto fino a quel momento.
Lo so, la laurea è stata svuotata di significato. Io cercavo un pezzo di carta che mi desse qualcosa che mi desse credito nel mio cv. Presentarsi a una casa editrice con la laurea in economia ritenevo mi avrebbe messa subito sotto una strana luce, così ho ricominciato. Adesso che manca poco alla fine di Lettere mi rendo conto che la strada è lunghissima e io non ho potuto comunque dare gli esami che mi interessavano ma ho dovuto studiare cose che ritengo mi serviranno molto poco. Speravo che avrei appreso di più ma senza frequentare le lezioni si perde proprio l'anima degli studi umanistici, almeno secondo me. Mi auguro che comunque non sia stato del tutto tempo perso, però tante volte ho pensato di mollare. Ho continuato solo per rispetto ai sacrifici di varia natura - in particolare economica - che sarebbero stati inutili.
Ares87 ha scritto:Secondo me dovresti iniziare il prima possibile per vari motivi.
Primo perchè ci vorrebbero anni e anni di studio prima di avere una conoscenza completa della materia.
Secondo perchè studiare mentre si mette in pratica ciò che si sta studiando è sempre più motivante che studiare senza sapere se ci servirà mai veramente a qualcosa.
E terzo perchè non si tratta di geometria, ma pur sempre di arte, dove non c'è mai niente di completamente sbagliato e niente di completamente giusto.
Hai proprio ragione. Infatti temo proprio che la mia voglia di imparare di più mi spinga a posticipare troppo il momento in cui dovrò buttarmi in "quel" mondo del lavoro. Lo studio va bene ma nessuno verrà a cercarmi a casa. Ho ancora 3 esami e poi cambio registro
Shadow750 ha scritto:Francamente non mi faccio sopraffare da niente e tanto meno da nessuno, però la tua considerazione la trovo comunque giusta e molto vera. Oserei dire che, giungendo ad un ipotetico capolinea di sapienza, è paradossalmente il punto di inizio per altre esperienze e formazioni. Voglio dire che, di imparare non si finisce mai. Ma non solo a livello di cultura, quanto specialmente con riguardo alla vita in genere e alle persone. Per fare ciò però, credo si debba essere curiosi e stimolati, e sempre distanti da pregiudizi e pigrizia.
Mi impressiona questa tua affermazione, io sono molto lontana da un simile autocontrollo/equilibrio.
Sono d'accordo con te: se continuare a imparare è affascinante, farlo nella vita "reale", rispetto a chi ci sta intorno e alle esperienze di vita lo è ancora di più.