La vastità della propria ignoranza

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Birnam wood prophecy

Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 29/08/2012, 15:09

Sims ha scritto:[...]
Sì, è evidente che è come dici. Sai, da lungo tempo leggo anche per imparare a scrivere meglio, evidenziando nei testi aspettti stilistici che ritengo rilevanti. E' per questo che mi è venuto spontaneo chiederti quale aiuto potesse darmi la letteratura straniera, perché a volte ragiono da aspirante scrittrice altre da aspirante critico :D Aspiro (a) troppe cose :DD
Fai bene ad essere ambiziosa. Spero di poter esserti utile. Ho segnalato appunto "La terra desolata" anche allo scopo di fornirti l'occasione di poter osservare da vicino l'opera di suggerimento critico svolta egregiamente da Ezra Pound durante la stesura del poemetto stesso. Ho preferito indicarti scrittori stranieri perché, relativamente alle correnti letterarie che intendo consigliarti, i maggiori esponenti sono segnatamente autori non italiani. Per esempio, le figure più rappresentative della scuola "modernista" (anche se in realtà non si tratta di una vera e propria scuola omogenea) sono infatti Eliot, Joyce, Virginia Woolf, Pound. Appartiene comunque al modernismo (la critica più recente lo ha sottolineato) anche il nostro Montale: in particolare, in questa direzione, ti consiglio "Le Occasioni"(l'edizione Mondadori a cura di De Rogatis), in cui sono presenti tematiche care anche a Eliot, Pound, Joyce, il "correlativo oggettivo" eliotiano, ecc. (se però leggi prima "Ossi di seppia" è ancora meglio, dato che ti introduce nell'universo della poetica montaliana. Suppongo comunque, che all'università non siano mancate le occasioni - gioco di parole - per studiare Montale).
Il secondo testo che ti consiglio vivamente di leggere è l’ “Ulisse” di Joyce. Si tratta di un’opera immensa, straordinaria, di importanza capitale, che fa compiere a chi la legge un notevole salto di qualità nella conoscenza della letteratura del Novecento. In libreria, insieme all’edizione Mondadori ti daranno in allegato la “Guida alla lettura” di Melchiori-De Angelis. La “Guida…” è uno strumento senza dubbio prezioso, ma da solo non è sufficiente a comprendere appieno il complesso testo dell’ Ulysses. Ti sconsiglio di comprare, in prima battuta, libri di critica letteraria che possano essere d’ausilio nella lettura: la necessità immediata del lettore è in questo caso quella di affiancare alla “Guida…” uno strumento altrettanto agevole da consultare passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, ma che sia capace di scendere ancora più in profondità nell’analisi testuale. Ebbene, a tal fine, sul seguente sito internet http://statelyplump.wordpress.com/ (nella sezione, situata in alto alla home page, "Tesine e interventi"), facente capo all'Università degli Studi di Roma "Sapienza", troverai la bellezza di 92 tesine di eccellente livello sull'Ulisse (anche se in realtà, una mezza dozzina di esse sono dedicate a "Gente di Dublino" - Dubliners). In pratica ad ogni singolo capitolo del capolavoro di Joyce sono dedicate da un minimo di 2 ad un massimo di 5 tesine (sotto questo punto di vista può tornarti utile leggerle perché la critica letteraria in esse presente è di livello - è evidente l’attività di supervisione svolta in questo caso da professori universitari). La consultazione delle tesine può rivelarsi di grande ausilio nell'interpretazione e comprensione del testo consentendo di penetrarne in profondità il significato e di analizzarne le molteplici sfaccettature.

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da tropicsnow » 29/08/2012, 15:25

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]
Fai bene ad essere ambiziosa. Spero di poter esserti utile...
molto utili i tuoi consigli... ho notato una certa conoscenza in campo letterario quando hai citato Kafka in un altro topic :) ad esempio, io ho fatto questa ricerca di analisi con le opere di Kafka, o meglio sono andata alla ricerca di un certo tipo di analisi, perchè mi ha coinvolto non poco sebbene sia piuttosto complesso...
se si volesse fare con tutti gli altri autori diventa davvero un gran lavoro, occorre molto tempo :rolleyes:
"Ho visto cose bellissime grazie alla diversa prospettiva suggerita dalla mia perenne insoddisfazione, e quel che mi consola ancora, è che non smetto di osservare".

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ghostbuster3 » 29/08/2012, 15:31

ernesto ha scritto:[...]



Ti sei deciso a provarla!
E' buona la "roba" dello spacciatore!
Ciao
AH AH AH AH grande Ernesto! è la stessa cosa che penso io quando devo leggermi le castronerie che leggo nei decreti legge,nelle circolari del ministero delle finanze e dell'agenzia delle entrate! :DD
Gli anni migliori della nostra vita sono quelli che non abbiamo ancora vissuto.

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ISOLOTTA » 29/08/2012, 15:38

Sims ha scritto:Ne avete mai provato la sensazione? La raggelante sensazione che le cose ancora da imparare siano così tante da rendere vano il tentativo di farlo?
Nello specifico, io scrivo e sto studiando per avere l'adeguata cultura per poter un giorno scrivere qualcosa di valido ma ancor più – credo – per avere le competenze per correggere/scegliere/commentare le opere degli altri. Quando riesco mi metto al pc e cerco di approfondire argomenti, in particolare le tecniche e gli autori. Ma la letteratura è sconfinata, la scuola non mi ha lasciato un bagaglio poi così esteso in particolare per quanto riguarda il Novecento. E il Novecento ormai deve essere la base se si vuole parlare di arte, mica possiamo continuare a fermarci a Manzoni!!! E poi se penso a me che lavoro per una casa editrice o per un giornale penso che dovrei poter fare confronti con le letterature straniere e su quelle mi sento ancora più insicura.
Quello che vorrei sapere è se secondo voi bisogna aspettare di avere molte ma molte competenze prima di intraprendere una professione e rischiare che poi diventi tardi (non ho più vent'anni...) oppure se è lecito iniziare da ignorantelli e poi farsi le ossa dopo.
E poi: a qualcuno di voi capita di sentirsi sopraffatto nel pensare che c'è sempre qualcosa da imparare e che non ci si può mai definire colti perché le cose che ignoriamo sono sempre assolutamente di più di quelle che conosciamo?
Il sapere è infinito ma la mia mente e il mio tempo sono finiti!

Il sapere è infinito come sono infinite le combinazioni di nozioni che ciascuno sceglie di avere. La cultura di una persona non è mai infinita, ma la sua capacità di combinare insieme le conoscenze, in base a ciò che più la affascina, può rendere la di lei cultura completa, ovviamente in relazione a ciò di cui più ama parlare o pensare o avere una "certa" competenza.
Nell'ambito letterario...ad esempio, mi viene in mente che, oltre a studiare le varie correnti letterarie e ad avere una conoscenza antologica di queste, il bello della cultura personale stà nell'approfondimento che uno farà degli scrittori dell' una o dell'altra corrente, in base al proprio gusto e alla propria passione. Non vedo il problema. Se sei appassionata di letteratura, sarà un piacere approfondire e conoscere. E sei giovane! Hai un sacco di tempo per ampliare i tuoi orizzonti. Goditela!
Lotti

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 29/08/2012, 15:49

tropicsnow ha scritto:[...]



molto utili i tuoi consigli... ho notato una certa conoscenza in campo letterario quando hai citato Kafka in un altro topic :) ad esempio, io ho fatto questa ricerca di analisi con le opere di Kafka, o meglio sono andata alla ricerca di un certo tipo di analisi, perchè mi ha coinvolto non poco sebbene sia piuttosto complesso...
se si volesse fare con tutti gli altri autori diventa davvero un gran lavoro, occorre molto tempo :rolleyes:
"Il Castello", certo... ;) ti sarà certamente tornato in mente l' "efficiente" Sordini come sempre indaffarato nello splendido paragrafo "Dal sindaco" :DD . Kafka è uno scrittore a suo modo unico nel panorama letterario. Ultimamente mi sono interessato in particolare ad aspetti biografici.
Richiede molto tempo il lavoro di approfondimento critico: fare la spola con la bibilioteca per leggere le opere della critica, librerie, ricerche online...però è oltremodo appagante e se c'è dietro una grande passione lo sforzo non ti pesa. Certo spesso la letteratura critica è sterminata, ma più è estesa e meglio è...se poi si vuole lavorare in questo campo allora diventa "obbligatorio" documentarsi in maniera estesa...

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ghostbuster3 » 29/08/2012, 16:03

Sims ha scritto:Ne avete mai provato la sensazione? La raggelante sensazione che le cose ancora da imparare siano così tante da rendere vano il tentativo di farlo?
Nello specifico, io scrivo e sto studiando per avere l'adeguata cultura per poter un giorno scrivere qualcosa di valido ma ancor più – credo – per avere le competenze per correggere/scegliere/commentare le opere degli altri. Quando riesco mi metto al pc e cerco di approfondire argomenti, in particolare le tecniche e gli autori. Ma la letteratura è sconfinata, la scuola non mi ha lasciato un bagaglio poi così esteso in particolare per quanto riguarda il Novecento. E il Novecento ormai deve essere la base se si vuole parlare di arte, mica possiamo continuare a fermarci a Manzoni!!! E poi se penso a me che lavoro per una casa editrice o per un giornale penso che dovrei poter fare confronti con le letterature straniere e su quelle mi sento ancora più insicura.
Quello che vorrei sapere è se secondo voi bisogna aspettare di avere molte ma molte competenze prima di intraprendere una professione e rischiare che poi diventi tardi (non ho più vent'anni...) oppure se è lecito iniziare da ignorantelli e poi farsi le ossa dopo.
E poi: a qualcuno di voi capita di sentirsi sopraffatto nel pensare che c'è sempre qualcosa da imparare e che non ci si può mai definire colti perché le cose che ignoriamo sono sempre assolutamente di più di quelle che conosciamo?
Il sapere è infinito ma la mia mente e il mio tempo sono finiti!
Sims, se hai voglia di intraprendere un'attività per cui ti senti portata inizia subito e non aspettare, soprattutto se non sei vincolata da albi professionali, esami di stato ecc. credimi io ne so qualcosa.Non credere a chi dice che qualcosa non la sai fare perchè hai poca esperienza, questi sono stratagemmi per farti desistere. Se a te sembra poco quanto conosci, in realtà è molto più di quanto pensi. Buona fortuna
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ISOLOTTA » 29/08/2012, 16:08

ghostbuster3 ha scritto:[...]



Sims, se hai voglia di intraprendere un'attività per cui ti senti portata inizia subito e non aspettare, soprattutto se non sei vincolata da albi professionali, esami di stato ecc. credimi io ne so qualcosa.Non credere a chi dice che qualcosa non la sai fare perchè hai poca esperienza, questi sono stratagemmi per farti desistere. Se a te sembra poco quanto conosci, in realtà è molto più di quanto pensi. Buona fortuna
yeppa! condividissimo!
vorrei condividere anche la tua citazione "anni migliori etc etc...e forse la condivido proprio. Si si, la sto condividendo. Mi sono convinta. La consapevolezza di oggi /domani condirà tutto come non mai :-)
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da cinque » 29/08/2012, 17:21

Sims ha scritto:Quello che vorrei sapere è se secondo voi bisogna aspettare di avere molte ma molte competenze prima di intraprendere una professione e rischiare che poi diventi tardi (non ho più vent'anni...) oppure se è lecito iniziare da ignorantelli e poi farsi le ossa dopo.
E poi: a qualcuno di voi capita di sentirsi sopraffatto nel pensare che c'è sempre qualcosa da imparare e che non ci si può mai definire colti perché le cose che ignoriamo sono sempre assolutamente di più di quelle che conosciamo?
Il sapere è infinito ma la mia mente e il mio tempo sono finiti!
1) non lo so. non conosco il mondo dell'editoria, non conosco nessuno che ce l'abbia fatta, senza essere "figlio di...". non credo che per entrare in un giornale bisogna aver letto Joyce o per fare l'aiutodi Kinsella sia necessario leggere l'opera omnia di Marx. Si dice che l'editor di Salinger abbia in realtà scritto la sua opera principale.
So solo che bisogna iniziare dal basso, che ci sarà sempre qualcuno migliore di te (come ti è stato detto), che per fare quello che ti è stato consigliato tu debba conoscere anche qualche lingua ( come si fa a stare due o tre ore al giorno per MESI, ammesso che serva per il lavoro, su Eliot senza sapere l'inglese o sulle "Affinità elettive "di Goethe senza il tedesco? ) soprattutto in poesia.
non posso aiutarti per nulla.... :'(
Resta coi piedi per terra e nella realtà.
2) la seconda domanda me la sono chiesta per anni. Nessuno (tranne forse Martin Amis ;) ) è oninisciente. Ho smesso poi di preoccuparmi della cultura.
Io ho deciso di vivere: nessun libro te lo insegna, ti insegna a parare i colpi ed a essere felice. Se fosse cosi' persone coltissime come Leopardi o Pavese avrebbero capito come vivere e morire; e pensi che se non avessero vissuto moltissime avventure Roth o Bellow avrebbero descritto cosi' bene il sesso? e se non avesse avuto un divorzio ,dopo 7 anni di simbiosi, Franzen sarebbe diventato cosi' famoso? forse sarebbero dei solipsisti.... ;)
e se Zadie Smith fosse una wasp avrebbe scritto in modo cosi' delizioso???? etc etc....

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Messaggio da Andyphone » 29/08/2012, 19:11

Il più grande piacere della vita è fare quello che la gente dice che non sai fare. (Walter Bagehot) http://www.quotationspage.com/quote/1441.html

8)
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Messaggio da arietina76 » 29/08/2012, 20:15

Andyphone ha scritto:Il più grande piacere della vita è fare quello che la gente dice che non sai fare. (Walter Bagehot) http://www.quotationspage.com/quote/1441.html

8)
bellissima citazione, che ondivido in pieno! :D

p.s. vedi, Andy? sei più simpatico quando partecipi alle discussioni con noi rispetto a quando intervieni solo per bacchettarci: dovresti farlo più spesso.... :DD

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 29/08/2012, 22:22

cinque ha scritto:[...]






2) la seconda domanda me la sono chiesta per anni. Nessuno (tranne forse Martin Amis ;) ) è oninisciente. Se fosse cosi' persone coltissime come Leopardi o Pavese avrebbero capito come vivere e morire; e pensi che se non avessero vissuto moltissime avventure Roth o Bellow avrebbero descritto cosi' bene il sesso? e se non avesse avuto un divorzio ,dopo 7 anni di simbiosi, Franzen sarebbe diventato cosi' famoso? e se Zadie Smith fosse una wasp avrebbe scritto in modo cosi' delizioso???? etc etc....
Certo. Ma ci sono sempre delle eccezioni...Salgari non è mai andato in vacanza in Malesia, ma ha descritto quei luoghi meglio di un malese.... ;)

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 29/08/2012, 22:52

cinque ha scritto:[...]



1)
So solo che per fare quello che ti è stato consigliato tu debba conoscere anche qualche lingua ( come si fa a stare due o tre ore al giorno per MESI, ammesso che serva per il lavoro, su Eliot senza sapere l'inglese o sulle "Affinità elettive "di Goethe senza il tedesco? ) soprattutto in poesia.

Se si vuole svolgere un lavoro di critica letteraria oppure di scrittrice servono tante cose, anche Eliot ;). Tu hai letto Eliot? ;) Non fa mica male alla salute leggere l'opera di Eliot tradotta in italiano..certo, la conoscenza di una o più lingue è fondamentale...ma si può rimediare...

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Sims » 30/08/2012, 0:06

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]


"Il Castello", certo... ;) ti sarà certamente tornato in mente l' "efficiente" Sordini come sempre indaffarato nello splendido paragrafo "Dal sindaco" :DD . Kafka è uno scrittore a suo modo unico nel panorama letterario. Ultimamente mi sono interessato in particolare ad aspetti biografici.
Richiede molto tempo il lavoro di approfondimento critico: fare la spola con la bibilioteca per leggere le opere della critica, librerie, ricerche online...però è oltremodo appagante e se c'è dietro una grande passione lo sforzo non ti pesa. Certo spesso la letteratura critica è sterminata, ma più è estesa e meglio è...se poi si vuole lavorare in questo campo allora diventa "obbligatorio" documentarsi in maniera estesa...
Leggendo i tuoi consigli mi rendo conto di quanto mi manchi condividere queste tematiche con qualcuno, certamente imparerei di più e più in fretta. Senza guide tra docenti o esperti come posso riconoscere un testo di critica valido e ancora di più come faccio a sapere che non esiste un testo migliore di quello che sto per comprare o prendere in prestito? Mi sembra una montagna lunga da scalare :rolleyes:

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da cinque » 30/08/2012, 11:45

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]


Se si vuole svolgere un lavoro di critica letteraria oppure di scrittrice servono tante cose, anche Eliot ;). Tu hai letto Eliot? ;) Non fa mica male alla salute leggere l'opera di Eliot tradotta in italiano..certo, la conoscenza di una o più lingue è fondamentale...ma si può rimediare...
Mi pare d'essere alla" Milanesiana".
Peccato che li' parlino davvero quelli che fanno l'editoria e già non credo dicano la verità.
sto leggendo ELIOT..... ok???? la tua edizione ...
offrimi un caffe'!!!!; finiro' con calma; come dicevo mi aspetta una bella birra con gli amici stasera :DD :DD
a mio parere è impossibile leggere Eliot in italiano. l'unico poema che si puo' leggere in italiano è Spoon River che in realtà sembra una prosa.
Non riesco a capire come si possa leggere Dante, ad esempio ,in inglese.
Penso che moltissime opere che non ho capito dipendano dalla mancanza della conoscenza di una lingua.
Conosci la malesia ?????in realtà salgari non ha descritto la malesia....
Sei fissato col modernismo che era moderno nel 900. :DD :DD
;) ;) .

ciaaaaaaaaaaaaao
p.s: ne abbiamo già parlato; in fondo credo che la verità tra le nostre posizioni stia nel mezzo ; non so dove tu possa abitare, potremmo continuare le nostre tenzoni dal vivo. ah ah !!! oramai sono in pensione dal forum! :rolleyes:

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 30/08/2012, 13:44

cinque ha scritto:[...]



Conosci la malesia ?????in realtà salgari non ha descritto la malesia....
No? E Sarawak dove si trova? Vicino Cesano Boscone? :DD

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 30/08/2012, 14:00

cinque ha scritto:[...]



a mio parere è impossibile leggere Eliot in italiano. l'unico poema che si puo' leggere in italiano è Spoon River che in realtà sembra una prosa.
Se hai comprato "La Terra desolata", ti sarai accorta che nell'edizione che ho consigliato è presente il testo a fronte in inglese. Ad una persona che se la cavicchia con questa lingua la lettura non dovrebbe apparire così impossibile.
Dante, in che lingua ha scritto la "Divina Commedia"? In una lingua che risulta ostica anche per un italiano...figuriamoci ad uno straniero.
"Spoon River" farebbe ugualmente schifo anche se lo si leggesse in lingua madre...

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 30/08/2012, 15:35

Sims ha scritto:[...]



Leggendo i tuoi consigli mi rendo conto di quanto mi manchi condividere queste tematiche con qualcuno, certamente imparerei di più e più in fretta. Senza guide tra docenti o esperti come posso riconoscere un testo di critica valido e ancora di più come faccio a sapere che non esiste un testo migliore di quello che sto per comprare o prendere in prestito? Mi sembra una montagna lunga da scalare :rolleyes:

Non essendo un addetto ai lavori posso fornirti soltanto dei suggerimenti che attengono esclusivamente al mio personale modo di riconoscere o comunque ricercare un testo di critica più o meno valido.
Esempio 1: compro "La Terra Desolata" di Eliot a cura di Serpieri (editore Rizzoli) e "T.S: Eliot poesie" a cura di Roberto Sanesi (editore Bompiani). Compro quest'ultima opera perchè oltre alle poesie c'è anche il commento critico alla Waste Land. Leggo i due libri in questione e i rispettivi commenti di critica letteraria dei curatori. Se li trovo interessanti verifico se hanno scritto qualche testo su "La Terra....". Se hanno scritto vado in libreria. Sia Sanesi che Serpieri nei due libri che hanno curato citano spesso l'edizione de "La Terra..." curata dal Praz. Mario Praz è uno studioso autorevole. Vado in biblioteca a procurarmelo. Sanesi in "T.S: Eliot poesie", stigmatizza alcune considerazioni fantasiose di critica letteraria fatte dallo Smith su presunti riferimenti a cui avrebbe fatto cenno la poesia eliotiana. In biblioteca ignorerò i libri scritti dallo Smith.
Esempio 2: compro "Ossi di Seppia" di Montale a cura di Mengaldo e Floriana D'Amely (editore Mondadori) e "Le Occasioni" dello stesso Montale a cura di De Rogatis (Mondadori ediz.). Li leggo. Se trovo stimolante il breve saggio di Mengaldo e la recensione della D'Amely, mi accerto se hanno scritto dei libri su Montale. Se li hanno scritti, li compro. In Ossi di Seppia è presente la sezione "Studi sulla poetica e influenze culturali" dove sono indicati una trentina di libri di diversi autori: tra questi scelgo di cercare in biblioteca o in libreria 3 o 4 che potrebbero interessarmi...per esempio:
"Adorate mie larve. Montale e la poesia anglosassone" di Barile, perchè mi interessa Eliot;

"Montale, Genova, il modernismo e altri saggi montaliani" di Contorbia, perchè ho letto "Le Occasioni" e la matrice modernista è evidente in questa opera. Desidero approfondire;

"Dislocazioni, epifanie e metamorfosi in Montale" di Grignani, perchè mi interessa l'influenza delle epifanie Di Joyce sull'opera montaliana e perchè vorrei approfondire il concetto di metamorfosi;

Cerco infine quegli studi che hanno come tema la "poesia dell'oggetto" in Montale, cioè quelli in cui si analizza il famoso "correlativo oggettivo".

Concludendo nei nuovi libri che leggerò tramite l'ausilio della biblioteca (o libreria, ecc.) troverò sicuramente altri spunti e rimandi a cui riferirmi...e così via fino a quando avrò acquisito una certa padronanza dell'argomento. Ovviamente, lo ripeto, casomai ce ne fosse bisogno, il mio parere è solo quello di un profano.
Un critico di professione potrebbe indirizzarti meglio o diversamente...

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ghostbuster3 » 30/08/2012, 16:06

ISOLOTTA ha scritto:[...]



yeppa! condividissimo!
vorrei condividere anche la tua citazione "anni migliori etc etc...e forse la condivido proprio. Si si, la sto condividendo. Mi sono convinta. La consapevolezza di oggi /domani condirà tutto come non mai :-)
So che quello che sto per scrivere non c'entra nulla col topic, ma penso che, soprattutto, ora mi piacerebbe esprimere la tranquillità del gattone bianco della tua foto! è il tuo? :D
Gli anni migliori della nostra vita sono quelli che non abbiamo ancora vissuto.

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 31/08/2012, 0:06

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]



scelgo di cercare in biblioteca o in libreria 3 o 4 che potrebbero interessarmi...per esempio:
"Adorate mie larve. Montale e la poesia anglosassone" di Barile, perchè mi interessa Eliot;

"Montale, Genova, il modernismo e altri saggi montaliani" di Contorbia, perchè ho letto "Le Occasioni" e la matrice modernista è evidente in questa opera. Desidero approfondire;

"Dislocazioni, epifanie e metamorfosi in Montale" di Grignani, perchè mi interessa l'influenza delle epifanie Di Joyce sull'opera montaliana e perchè vorrei approfondire il concetto di metamorfosi;

Cerco infine quegli studi che hanno come tema la "poesia dell'oggetto" in Montale, cioè quelli in cui si analizza il famoso "correlativo oggettivo".


Un critico di professione potrebbe indirizzarti meglio o diversamente...
Quest'ultima considerazione è ovvia: il critico di professione conosce gìà la letteratura critica passata e attuale e consiglierebbe i testi migliori con cognizione di causa facendo risparmiare tempo e scongiurando il reperimento di testi non adatti (tipo per esempio quello di Contorbia, che si riferisce a tutt'altro). In ogni caso anche in mancanza di un indirizzo preciso bisogna comunque cercare di documentarsi se si vuole allargare il proprio orizzonte conoscitivo in questo campo...

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ernesto » 31/08/2012, 8:02

Sims ha scritto:.....................
E poi: a qualcuno di voi capita di sentirsi sopraffatto nel pensare che c'è sempre qualcosa da imparare e che non ci si può mai definire colti perché le cose che ignoriamo sono sempre assolutamente di più di quelle che conosciamo?
Il sapere è infinito ma la mia mente e il mio tempo sono finiti!
Non so rispondere alle tue domande.
Ti riporto degli appunti che ancora non ho "digerito"

.....Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall'ambito della sua cultura.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita:ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione.Oltrepassato quel punto,la cultura è una malattia un peso per chi sta intorno alla persona colta.
Una riforma liceale che si adopera per abolire l'insegnamento delle lingue morte sulla base dell'argomento che esse non sarebbero utili per la vita è ridicola.Proprio se fossero utili per
la vita bisognerebbe abolirle.Perchè certamente non servono a farci trovare la strada in mezzo ai monumenti di Roma o di Atene.Ma esse seminano in noi la capacità di immaginarci quei monumenti.
La "scuola" non serve ad accumulare un sapere pratico.Ma la matematica pulisce i binari cerebrali,e anche se si deve sgobbare per ricordarsi delle date che poi, appena usciti di scuola, si dimenticano
subito,la cosa non fa male.Ciò che la "scuola" può fare è produrre una vaga bruma delle cose vive da cui poi sguscia fuori un individuo.Se, dopo tanti anni,uno sa ancora da quale dramma classico e da quale atto è presa una certa citazione
quale atto è presa una citazione,la "scuola" ha fallito.Ma se uno ha idea di dove potrebbe stare quella citazione,allora è una persona veramente colta e la "scuola" ha raggiunto il suo scopo....

Non avere un pensiero e saperlo esprimere- è questo che fa di uno un giornalista.


Ciao
le orecchie ascoltano....

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ISOLOTTA » 31/08/2012, 10:47

ghostbuster3 ha scritto:[...]



So che quello che sto per scrivere non c'entra nulla col topic, ma penso che, soprattutto, ora mi piacerebbe esprimere la tranquillità del gattone bianco della tua foto! è il tuo? :D
si, il gatto più dolce e profumoso del mondo. L'ho amato (e ti dirò, secondo me sono stata riamata) per tutti i 20 anni che ha vissuto con me. Ne conservo un ricordo meraviglioso. :heart:
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da bluver » 31/08/2012, 11:24

Sims ha scritto:Ne avete mai provato la sensazione? La raggelante sensazione che le cose ancora da imparare siano così tante da rendere vano il tentativo di farlo?
...

Quello che vorrei sapere è se secondo voi bisogna aspettare di avere molte ma molte competenze prima di intraprendere una professione e rischiare che poi diventi tardi (non ho più vent'anni...) oppure se è lecito iniziare da ignorantelli e poi farsi le ossa dopo.
E poi: a qualcuno di voi capita di sentirsi sopraffatto nel pensare che c'è sempre qualcosa da imparare e che non ci si può mai definire colti perché le cose che ignoriamo sono sempre assolutamente di più di quelle che conosciamo?
Il sapere è infinito ma la mia mente e il mio tempo sono finiti!
ciao Sim, non mi permetto consigli nel tuo settore che non conosco.
ma la sensazione di quante cose non conosciamo si, è costantemente presente. Un esempio la discussione di questo topic, estremamente interessante che ho letto con piacere ma in cui faccio sicuramente fatica a inserirmi per mia incompetenza (pur amando molto leggere)
Mi sentirei di dire che la sensazione di avere altro da imparare per me è sempre stato uno stimolo a esplorare nuovi spazi, uno stimo al confronto con altri.
condivido molto l'importanza che dai in uno dei tuoi interventi successivi a questo aspetto: lo studio si è importantissimo ma il confronto con gli altri sui vari temi ci arricchisce e stimola il nostro personale pensiero, supporta i nostri contributi originali, importantissimi per operare con soddisfazione e risultati nel nostro lavoro.

e qui un ultima considerazione. è sicurmante importante iniziare a lavorare con basi adeguate ma non possiamo aspettare di sapere tutto per iniziare a farlo. Una buona autovalutazione ci può far evitare di esplorare spazi per cuinon siamo pronti ma il lavoro stesso ci mette alla prova, ci aiuta acomprendere come utilizzare lenostre conoscenze in vista di un risultato, cipermettedi indirizzare i nostri futuri studi.
Io son come loro in perpetuo volo

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arietina76
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da arietina76 » 31/08/2012, 11:31

bluver ha scritto:[...]

Una buona autovalutazione ci può far evitare di esplorare spazi per cuinon siamo pronti ma il lavoro stesso ci mette alla prova, ci aiuta acomprendere come utilizzare lenostre conoscenze in vista di un risultato, cipermettedi indirizzare i nostri futuri studi.
esatto, servono entrambe le cose: un minimo di autocritica e di autovalutazione (come ho già detto, non è che io posso decidere di andare a fare la velina :DD ), ma anche la voglia di provarci. ;)

cinque
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da cinque » 31/08/2012, 12:27

ernesto ha scritto:[...]



"

.....Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall'ambito della sua cultura.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita:ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione.Oltrepassato quel punto,la cultura è una malattia un peso per chi sta intorno alla persona colta.
Proprio se fossero utili per
non avere un pensiero e saperlo esprimere- è questo che fa di uno un giornalista.


Ciao
Ci mancava la tua cripticità.
Una grande cultura è sapere uscire dall'Accademia, rapportarsi alla realtà , all'emotività ed alla sensibilità di ciascuno.
Se l'intelettuale vive nel suo eremo senza poter dare una parola di conforto o di gioia rimarrà li'.
Gli appunti sono scritti da te????? Complimenti....
per quanto riguarda il giornalista quello che descrivi è il piccolo giornalista o il medio giornalista : un Biagi (già dimenticato), un Moravia (idem) o un Montanelli; i veri giornalisti sono ancora oggi letti e diventano scrittori.
Birnam wood prophecy : perchè non uscire dal tuo ambito e leggere qualcosa oltre alla tua ideologia????
La divina Commedia è stata letta da tutti gli scrittori anglofoli che conoscevano il latino.

Xandr
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Xandr » 31/08/2012, 13:01

Sims ha scritto: Quello che vorrei sapere è se secondo voi bisogna aspettare di avere molte ma molte competenze prima di intraprendere una professione e rischiare che poi diventi tardi (non ho più vent'anni...) oppure se è lecito iniziare da ignorantelli e poi farsi le ossa dopo.
Ciao secondo me è meglio cominciare senza avere una conoscenza completa del proprio settore, altrimenti si rischierebbe di non cominciare mai, anche perchè, in qualsiasi professione in cui è richiesta una certa competenza, è preferibile non smettere mai di aggiornarsi e di imparare. [smilie=ciau.gif]

Birnam wood prophecy

Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 31/08/2012, 14:21

cinque ha scritto:[...]
Birnam wood prophecy : perchè non uscire dal tuo ambito e leggere qualcosa oltre alla tua ideologia????
La divina Commedia è stata letta da tutti gli scrittori anglofoli che conoscevano il latino.
Il discorso è il seguente: dato che, per ipotesi, non conosco Eliot e Joyce, li leggo in italiano e mi faccio un'idea precisa su cosa possa essere rispettivamente un "metodo mitico", un "flusso di coscienza", ecc.
Questo nell'immediato. Nell'immediato a cosa mi servirebbe leggere Pynchon in inglese (quando, peraltro, il traduttore italiano di Pynchon ha rischiato la follia) se non ho mai letto un suo libro neanche in italiano? Se non so che è un "postmoderno", se non conosco il modo migliore per procedere alla lettura del testo che essendo postmoderno promette di essere particolarmente complesso?
Mi è stato semplicemente chiesto un consiglio su alcuni libri di letteraratura straniera tramite la consultazione dei quali allargare possibilmente il proprio campo di conoscenze. Avendo "letto" (e studiato) alcuni testi che secondo me hanno spaccato in due il panorama letterario internazionale ne ho suggerito la lettura perchè ritengo possano rivelarsi utili in futuro. Il tuo ragionamento è corretto, servono indubbiamente tante cose per scrivere o svolgere il mestiere di critico, ma per me un aspirante scrittore o critico letterario deve in primo luogo (prima ancora di conoscere la lingua tedesca o il cingalese; prima ancora di avere buone raccomandazioni e santi in paradiso; prima ancora di avere un pò di c**o, che non guasta mai) avere una conoscenza molto profonda della letteratura, perchè io lettore quando compro un libro o un lavoro di critica letteraria mi aspetto di leggere un'opera dell'ingegno che sia di altissimo profilo.

ghostbuster3
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ghostbuster3 » 31/08/2012, 16:07

ISOLOTTA ha scritto:[...]



si, il gatto più dolce e profumoso del mondo. L'ho amato (e ti dirò, secondo me sono stata riamata) per tutti i 20 anni che ha vissuto con me. Ne conservo un ricordo meraviglioso. :heart:

mi dispiace, immagino fossi molto affezionata, a volte queste creature riescono a darci molto più di quanto immaginiamo
Gli anni migliori della nostra vita sono quelli che non abbiamo ancora vissuto.

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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da ernesto » 31/08/2012, 18:04

cinque ha scritto:[...]


Ci mancava la tua cripticità.
Una grande cultura è sapere uscire dall'Accademia, rapportarsi alla realtà , all'emotività ed alla sensibilità di ciascuno.
Se l'intelettuale vive nel suo eremo senza poter dare una parola di conforto o di gioia rimarrà li'.
Gli appunti sono scritti da te????? Complimenti....
per quanto riguarda il giornalista quello che descrivi è il piccolo giornalista o il medio giornalista : un Biagi (già dimenticato), un Moravia (idem) o un Montanelli; i veri giornalisti sono ancora oggi letti e diventano scrittori.
........

Hai ancora un poco di citrosodina?
Mi serve per "digerire" la seconda parte degli appunti.

....Ci sono due specie di scrittori.Quelli che lo sono,e quelli che non lo sono.Nei primi forma e contenuto stanno insieme come anima e corpo,
negli altri forma e contenuto vanno insieme come corpo e vestito.La parola scritta dovrebbe essere il farsi corpo di un pensiero secondo la necessità naturale
e non l'involucro di un'opinione secondo l'opportunità sociale.Chi dà le sue opinioni non può farsi cogliere in contraddizione.Chi ha dei pensieri
pensa anche in mezzo alle contraddizioni.
Si serve molto di più un'idea se non la si espone in modo da farle prendere la via diritta verso le masse.Se invece essa la prende superando l'ostacolo di una
personalità andrà più lontano che non se si rende popolare.Che essa riesca a generare un'opera d'arte val più a provare la sua portata che non il fatto che,
avvolta nel più grazioso involucro di un'opera di tendenza,riesca a raggiungere un effetto immediato.Se trabocca nell'arte si dissolve nello spazio cosmico e
sulla terra non viene quasi percepita.Nell'altro caso fuoriesce dall'opera e sbocca nei cervelli del presente.Ma un'idea deve poter dire di sé che frequenta poca
gente...........


Per quanto riguarda la cripticità,si tratta di un "limite" professionale.
Ho "speso"più di dieci anni della mia vita in Accademia, studiando e analizzando i testi contenuti
nei bigliettini dei baci perugina nella speranza di potermi rapportare con la realtà emotiva e la sensibilità delle persone.


Ciao
le orecchie ascoltano....

cinque
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Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da cinque » 31/08/2012, 18:46

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]


Il discorso è il seguente: dato che, per ipotesi, non conosco Eliot e Joyce, li leggo in italiano e mi faccio un'idea precisa su cosa possa essere rispettivamente un "metodo mitico", un "flusso di coscienza", ecc.
Questo nell'immediato. Nell'immediato a cosa mi servirebbe leggere Pynchon in inglese (quando, peraltro, il traduttore italiano di Pynchon ha rischiato la follia) se non ho mai letto un suo libro neanche in italiano? Se non so che è un "postmoderno", se non conosco il modo migliore per procedere alla lettura del testo che essendo postmoderno promette di essere particolarmente complesso?
Mi è stato semplicemente chiesto un consiglio su alcuni libri di letteraratura straniera tramite la consultazione dei quali allargare possibilmente il proprio campo di conoscenze. Avendo "letto" (e studiato) alcuni testi che secondo me hanno spaccato in due il panorama letterario internazionale ne ho suggerito la lettura perchè ritengo possano rivelarsi utili in futuro. Il tuo ragionamento è corretto, servono indubbiamente tante cose per scrivere o svolgere il mestiere di critico, ma per me un aspirante scrittore o critico letterario deve in primo luogo (prima ancora di conoscere la lingua tedesca o il cingalese; prima ancora di avere buone raccomandazioni e santi in paradiso; prima ancora di avere un pò di c**o, che non guasta mai) avere una conoscenza molto profonda della letteratura, perchè io lettore quando compro un libro o un lavoro di critica letteraria mi aspetto di leggere un'opera dell'ingegno che sia di altissimo profilo.
Tu non sei il lettore medio italiano. Se fosse come dici libri quali 'la solitudine dei numeri primi' o roba del genere non avrebbero avuto successo.
Hai ragione, lo so; ma cavilliamo: se io non conoscessi l' inglese capirei davvero Eliot nella sua struttura formale( la poesia e' forma, soprattutto in questo caso). Capirei la semantica?
Ed e' forse perche' non so il tedesco che non capisco alcune( non tutte) opere di goethe, mann? Ed il russo?
La traduzione puo' nobilitare un testo , ma anche limitarlo. O annientarlo.
Non so se hai letto che in realta' le famose traduzioni della Pivano erano di Pavese:-)))).
Non parlo dei grandi romanzi, ma soprattutto dei poemi.
Ovviamente se non si conoscono lingue meglio leggere che non leggere.
Il Tuo nic deriva da un concetto iniziatico dei poeti romantici dell'' 800 ?
A mio parere , per leggere Joyce, bisogna anche conoscere da cosa si discosta. Ma forse ti era stato chiesto qualcosa del 900.
Comunque scusami, ma sto scappando....
Leggero' ernesto( che finalmente assume su di se' o contro me un po' di sarcasmo) lunedi'.
Ciiiiiaaaaaao
P.s: il caffe' ?????

Birnam wood prophecy

Re: La vastità della propria ignoranza

Messaggio da Birnam wood prophecy » 31/08/2012, 20:31

ernesto ha scritto:[...]







Per quanto riguarda la cripticità,si tratta di un "limite" professionale.
Ho "speso"più di dieci anni della mia vita in Accademia, studiando e analizzando i testi contenuti
nei bigliettini dei baci perugina nella speranza di potermi rapportare con la realtà emotiva e la sensibilità delle persone.
:DD Questa non è male...