Mister71 ha scritto:[...]
Ciao...
Quello che ho evidenziato nel tuo post è quello che intendevo: se una cosa fa parte della tradizione di un popolo, allora non è moda, e in quel caso con un aggancio più o meno forte a tutta la tematica della discendenza e degli avi.
Dalle nostre parti invece il consumismo e l'ossessione per le "tendenze" nonché il fare una cosa perché la fanno gli altri mi sa tanto di superficialità e omologazione, non perché si debba essere per forza originali o controcorrente, ma perché - a mio avviso - nell'aderire a qualcosa osservata negli altri non c'è un sufficiente spazio per la valutazione personale, la critica, il dubbio e lo scetticismo.
Presumibilmente anche i Maori si tatuavano perché questo fatto li univa al resto del gruppo e li faceva sentire parte integrante, ma "l'oggetto tatuaggio" non era pubblicizzato da gentaglia in televisione, né pubblicizzato affatto, oppure legato alla "cultura" carceraria, che già avrebbe più senso...
Forse possiamo fare un parallelo con un notissimo smartphone, di cui oggi comincia in Italia la vendita della quinta versione: all'inizio, nel 2007, era davvero innovazione, poi è diventato un fenomeno di massa, una tendenza molto ben cavalcata dal marketing della casa costruttrice. Ora ti chiedo: quanti sono quelli che davvero ne conoscono le potenzialità e non l'hanno davvero comprato perché ce l'ha l'amico, oppure perché essendo costoso trasmette un messaggio da status symbol... eccetera.
Tornando in topic, il fatto che tu conosca quelle cose dei Maori, e che nell'andare da un tatuatore suppongo porteresti con te, già ti distingue da una certa massa "cerebro-assente" che fa una cosa senza neanche sapere davvero il perché...
Capisco il tuo ragionamento, però bisogna guardare la cosa da più punti di vista. Il tatuatore Pinco Pallino esegue in media una dozzina di tatuaggi a settimana. Esce nelle sale il film sul pipistrello e tanta gente per moda vuole farsi tatuare il chirottero. Pinco Pallino anzichè una, eseguirà due dozzine di tatuaggi in una settimana...
Quando vedo in giro un tatuaggio fatto solo per moda, la prima cosa che mi interessa è vedere da vicino come è stato eseguito (se le linee sono perfette e decise oppure se è un lavoro mediocre) e quale tatuatore l'ha eseguito...solo in seconda battuta considero la questione modaiola e comunque non le attribuisco grande peso perchè so che ci sono persone che ragionano in questi termini: "Tutti hanno il pipistrello tatuato. Anche io lo voglio. Non voglio sentirmi escluso...voglio essere alla pari con gli altri".
Oggi anche i tuatuatori maori usano la pubblicità per promuovere il loro lavoro (è normale che sia così): si fanno intervistare dalle tv alle conventions, dalle riviste specializzate, hanno il loro sito internet con num. di telefono per prenotare un appuntamento, ecc.
Tuttavia, per quanto concerne il tatuaggio, l' "effetto gregge" è contenuto rispetto ad altri oggetti del desiderio modaiolo, perchè il tatuaggio è indelebile, ti resta addosso per tutta la vita (devi quindi pensarci bene prima di farlo, anche se lo vuoi fare solo per seguire la moda del momento), perchè il desiderio di un giovanissimo di tatuarsi (ancora oggi) può incontrare resistenze da parte per es. dei genitori (specie al Sud dove la mentalità è ancora spesso arretrata), perchè molti vorrebbero tatuarsi, ma non se la sentono (non è così semplice decidersi a farsi un tatuaggio...).
Questione stelle tatuate sul cranio: bisognerebbe chiederne il significato direttamente al tizio con le stesse in testa: magari ti risponde che "Ogni uomo e ogni donna è una stella" (la Golden Dawn
), che è appassionato di astronomia, che è un marinaio (o un suo antenato lo era stato...i marinai si orientavano guardando le stelle nel cielo notturno), che ha 15 figli e che quelle sono le stelle polari della sua vita, che l'ha fatto solo perchè ha il visto il vicino di casa che aveva lo stesso tatuaggio...