Contributo nella società: tra vivere e fare...
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- tarabas
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Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da tarabas » 17/03/2012, 16:36
Insegnavo ad uno studente (19 anni) nipote di un noto e ricco imprenditore romano (famoso qualche decennio fa anche per fatti e misfatti poco seri e felici qui a Roma, ma fosse per questo non sarebbe assolutamente motivo della mia critica).
Il suo tenore di vita era spudoratamente alto, "fastidiosamente" molto più alto del mio:
sua bella macchina in mostra davanti all'ingresso, su piazzola riservata ai disabili (quando gli ho chiesto se aveva visto che il cartello mi ha risposto che non c'era problema )
vicino alle sue cose sul banco lanciava il portachiavi in argento, ipod o ipad o chissà cosa ultimo modello per studiare,
vestito alla moda del tipo giacchettino sulle spalle con "capezza" in vista, orologione, tutto firmato
muscolacci belli gonfi (qui ammetto che magari in questo la mia è solo invidia )
impegnato con una ragazza a sera (parole sue)
pigrizia illimitata su tutto ciò che lo circonda ecc ecc...
ignoranza esagerata (non gli ho mai dentito una frase in una lingua minimamente italiana, ma questo è il minimo...).
Pur se il mio è un lavoro bellissimo, devo dire che quando c'era lui lo facevo con antipatia e con sacrificio (adoro il mio lavoro, ci son giorni che lo faccio anche senza ricompensa).
Invidia perchè ricchissimo e davvero strafottente? forse, lo ammetto.
Una mattina ha "osato" dirmi che preferisce usare la sua penna e le sue matite perchè di qualità...
Finchè un giorno mi ha trovato in pausa pranzo, si è avvicinato e tra una parola e l'altra mi ha chiesto
"ma non conosci un modo per avere la laurea pagando in questa facoltà?"
(era una provocazione ma spero per tutti che lui davvero lo chiedeva in modo innocente).
Gli ho spiegato tante belle cose, ho cercato di dire che nella vita non tutto si può comprare perchè bisogna conquistarlo, come fanno tutti (nella maniera più educata che potevo anche se dentro di me mi bollivano le frasi più assurde che ho fortunamente trattenuto).
Ho provato a dire che non era costretto a laurearsi se non voleva (ma a lui serviva il pezzo di carta soltanto "ufficialmente", credo).
Gli ho consegnato gratuitamente la mia esperienza, raccontando la mia semplice e comune carriera da studente che, come tutti, stringendo i denti studiavo, lavoravo e facevo volontariato, piangevo per una difficoltà e poi cercavo una soluzione che mi gratificava ecc...
Non lo dico per gasarmi! ma solo perchè tutti noi siamo così, com'è naturale... perchè, è ovvio, è meglio vivere in modo liscio senza impegni colossali ma è difficile no? Il sacrificio purtroppo fa parte della nostra vita e dicono -saggi e simili- che solo con il sacrificio si riescono ad apprezzare alcune cose...
Da quel momento la mia antipatia per lui è cresciuta in modo espotenziale. Mentre gli cercavo di spiegare la lezione nei termini più semplici possibili e lui giocava con facebook con il cellulare... mi deprimevo davvero.
Alla fine non ha più fatto lezione, e forse ha trovato una strada più facile invece di studiare, capire, domandare.
Tutta questa lunga descrizione (vi ringrazio per la pazienza nel leggermi) per portare una riflessione:
davvero come si legge sui libri tutti noi collaboriamo alla crescita quotidiana della nostra piccola grande società?
Qual è la vera differenza fra vivere e fare?
Un saluto a tutti, grazie!
...libertà!
- arietina76
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Re: Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da arietina76 » 17/03/2012, 17:24
la prima cosa che ho capito leggendo quanto hai scritto, è che tu hai tanta, ma proprio tanta pazienza più di me!tarabas ha scritto:Buon pomeriggio, un paio di mesi fa ho avuto un'esperienza un po' strana e da ieri mi è tornata alla mente e volevo raccontarvela con una riflessione finale, se mi permettete...
Insegnavo ad uno studente (19 anni) nipote di un noto e ricco imprenditore romano (famoso qualche decennio fa anche per fatti e misfatti poco seri e felici qui a Roma, ma fosse per questo non sarebbe assolutamente motivo della mia critica).
Il suo tenore di vita era spudoratamente alto, "fastidiosamente" molto più alto del mio:
sua bella macchina in mostra davanti all'ingresso, su piazzola riservata ai disabili (quando gli ho chiesto se aveva visto che il cartello mi ha risposto che non c'era problema )
vicino alle sue cose sul banco lanciava il portachiavi in argento, ipod o ipad o chissà cosa ultimo modello per studiare,
vestito alla moda del tipo giacchettino sulle spalle con "capezza" in vista, orologione, tutto firmato
muscolacci belli gonfi (qui ammetto che magari in questo la mia è solo invidia )
impegnato con una ragazza a sera (parole sue)
pigrizia illimitata su tutto ciò che lo circonda ecc ecc...
ignoranza esagerata (non gli ho mai dentito una frase in una lingua minimamente italiana, ma questo è il minimo...).
Pur se il mio è un lavoro bellissimo, devo dire che quando c'era lui lo facevo con antipatia e con sacrificio (adoro il mio lavoro, ci son giorni che lo faccio anche senza ricompensa).
Invidia perchè ricchissimo e davvero strafottente? forse, lo ammetto.
Una mattina ha "osato" dirmi che preferisce usare la sua penna e le sue matite perchè di qualità...
Finchè un giorno mi ha trovato in pausa pranzo, si è avvicinato e tra una parola e l'altra mi ha chiesto
"ma non conosci un modo per avere la laurea pagando in questa facoltà?"
(era una provocazione ma spero per tutti che lui davvero lo chiedeva in modo innocente).
Gli ho spiegato tante belle cose, ho cercato di dire che nella vita non tutto si può comprare perchè bisogna conquistarlo, come fanno tutti (nella maniera più educata che potevo anche se dentro di me mi bollivano le frasi più assurde che ho fortunamente trattenuto).
Ho provato a dire che non era costretto a laurearsi se non voleva (ma a lui serviva il pezzo di carta soltanto "ufficialmente", credo).
Gli ho consegnato gratuitamente la mia esperienza, raccontando la mia semplice e comune carriera da studente che, come tutti, stringendo i denti studiavo, lavoravo e facevo volontariato, piangevo per una difficoltà e poi cercavo una soluzione che mi gratificava ecc...
Non lo dico per gasarmi! ma solo perchè tutti noi siamo così, com'è naturale... perchè, è ovvio, è meglio vivere in modo liscio senza impegni colossali ma è difficile no? Il sacrificio purtroppo fa parte della nostra vita e dicono -saggi e simili- che solo con il sacrificio si riescono ad apprezzare alcune cose...
Da quel momento la mia antipatia per lui è cresciuta in modo espotenziale. Mentre gli cercavo di spiegare la lezione nei termini più semplici possibili e lui giocava con facebook con il cellulare... mi deprimevo davvero.
Alla fine non ha più fatto lezione, e forse ha trovato una strada più facile invece di studiare, capire, domandare.
Tutta questa lunga descrizione (vi ringrazio per la pazienza nel leggermi) per portare una riflessione:
davvero come si legge sui libri tutti noi collaboriamo alla crescita quotidiana della nostra piccola grande società?
Qual è la vera differenza fra vivere e fare?
Un saluto a tutti, grazie!
io, conoscendo il mio caratteraccio, sarei sicuramente sbottata, perchè certi discorsi davvero non si possono sentire, anche se purtroppo sono in parecchi giovani (e talvolta anche meno giovani) a farli.
quanto alla tua domanda: no, sinceramente non credo che tutti contribuiamo alla crescita della nostra società. e non ne faccio un discorso strettamente economico, ma proprio di progresso a 360°.
quindi (tanto per spiegarmi meglio), credo che anche il più modesto degli operai contribuisca alla crescita e al progresso della nostra società, perchè - specie in questi momenti davvero difficili - si spacca la schiena quotidianamente per andare avanti senza scorciatoie più facili, mantenendo e insegnando ai suoi figli sani principi. questo appunto per fare capire che il mio non è un discorso di "crescita economica".
mi domando invece quale fosse allora, e quale potrebbe essere adesso, l'apporto dato da quello studente a cui davi lezioni.....
- tarabas
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Re: Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da tarabas » 17/03/2012, 20:09
Grazie della risposta! Io ho parecchia pazienza ma la mia antipatia nei suoi confronti mentre gli facevo lezione dimostra che non ne ho abbastanza!arietina76 ha scritto:[...]
la prima cosa che ho capito leggendo quanto hai scritto, è che tu hai tanta, ma proprio tanta pazienza più di me!
io, conoscendo il mio caratteraccio, sarei sicuramente sbottata, perchè certi discorsi davvero non si possono sentire, anche se purtroppo sono in parecchi giovani (e talvolta anche meno giovani) a farli.
quanto alla tua domanda: no, sinceramente non credo che tutti contribuiamo alla crescita della nostra società. e non ne faccio un discorso strettamente economico, ma proprio di progresso a 360°.
quindi (tanto per spiegarmi meglio), credo che anche il più modesto degli operai contribuisca alla crescita e al progresso della nostra società, perchè - specie in questi momenti davvero difficili - si spacca la schiena quotidianamente per andare avanti senza scorciatoie più facili, mantenendo e insegnando ai suoi figli sani principi. questo appunto per fare capire che il mio non è un discorso di "crescita economica".
mi domando invece quale fosse allora, e quale potrebbe essere adesso, l'apporto dato da quello studente a cui davi lezioni.....
Il suo apporto? se continua così, a domandare scorciatoie (non è il posto giusto questo ma ti assicuro che le ottiene anche con molta facilità) e ad essere prepotente con gli altri contribuirà all'impoverimento della società, perchè lui non è il solo, purtroppo. Per molti sciocchi ragazzi, uno come lui, è un riferimento da imitare perchè "si gode la vita" senza nessuna preoccupazione... continuo a chiedermi a questo punto se la mia è solo invidia...
Chi non contribuisce alla società, nemmeno nel piccolissimo, riesce a sorridere se non ha "una donna a sera" o il portafoglio pieno o l'ultimo modello di cellulare o un'amicizia non interessata?
...libertà!
- justeyes89
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Re: Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da justeyes89 » 25/03/2012, 12:08
La vita così come l'hai definita tu ,"facile",é per le persone deboli,che non hanno la forza di combattere.Chi ama conquistarsi le cose,é più degno di onore e rispetto ed ha una forza interiore che fa' davvero invidia....Ipod o ipad o quello che é...che tristezza....tarabas ha scritto:[...]
Grazie della risposta! Io ho parecchia pazienza ma la mia antipatia nei suoi confronti mentre gli facevo lezione dimostra che non ne ho abbastanza!
Il suo apporto? se continua così, a domandare scorciatoie (non è il posto giusto questo ma ti assicuro che le ottiene anche con molta facilità) e ad essere prepotente con gli altri contribuirà all'impoverimento della società, perchè lui non è il solo, purtroppo. Per molti sciocchi ragazzi, uno come lui, è un riferimento da imitare perchè "si gode la vita" senza nessuna preoccupazione... continuo a chiedermi a questo punto se la mia è solo invidia
Chi non contribuisce alla società, nemmeno nel piccolissimo, riesce a sorridere se non ha "una donna a sera" o il portafoglio pieno o l'ultimo modello di cellulare o un'amicizia non interessata?
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Re: Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da arietina76 » 25/03/2012, 12:15
frase stupenda, che condivido e sottoscrivo: brava, ben detto!justeyes89 ha scritto:[...]
La vita così come l'hai definita tu ,"facile",é per le persone deboli,che non hanno la forza di combattere.Chi ama conquistarsi le cose,é più degno di onore e rispetto ed ha una forza interiore che fa' davvero invidia....Ipod o ipad o quello che é...che tristezza....
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Re: Contributo nella società: tra vivere e fare...
Messaggio da tarabas » 25/03/2012, 12:32
Grazie del tuo intervento la frase è molto bella ma sinceramente io pagherei per una vita più facile, darei anche qualche giorno della mia pur di facilitarla un pochino.justeyes89 ha scritto:[...]
La vita così come l'hai definita tu ,"facile",é per le persone deboli,che non hanno la forza di combattere.Chi ama conquistarsi le cose,é più degno di onore e rispetto ed ha una forza interiore che fa' davvero invidia....Ipod o ipad o quello che é...che tristezza....
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