"Spettatore o Attore"

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"Spettatore o Attore"

Messaggio da ernesto » 03/11/2011, 8:04

Ho ricevuto una mail
........
Ti chiedo esiste un'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male"?
Esiste un terreno comune,su cui esecutori e spettatori del male si incontrano?
Come reagiamo alla nostra consapevolezza dell'altrui sofferenza e cosa implica per noi tale consapevolezza?
Potremmo dire che colui che perpetra il male e colui che lo vedo,lo sente,ma non muove un dito,si trova dinnanzi al classico caso di "dissonanza cognitiva"............

La mia risposta è stata la negazione, ho rivendicato la mia "innocenza" motivata da mancanza di conoscenza e mancanza di opportunità di agire sulla conoscenza.
Sono uno "spettatore" dell'afflizione inferta all'uomo e della sofferenza che ciò provoca.

Vi chiedo come può uno "spettatore" salire sul "palco" e cambiare la realtà che lo circonda?
le orecchie ascoltano....

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da bluver » 05/11/2011, 8:54

ernesto ha scritto:Ho ricevuto una mail
........
Ti chiedo esiste un'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male"?
Esiste un terreno comune,su cui esecutori e spettatori del male si incontrano?
Come reagiamo alla nostra consapevolezza dell'altrui sofferenza e cosa implica per noi tale consapevolezza?
Potremmo dire che colui che perpetra il male e colui che lo vedo,lo sente,ma non muove un dito,si trova dinnanzi al classico caso di "dissonanza cognitiva"............

La mia risposta è stata la negazione, ho rivendicato la mia "innocenza" motivata da mancanza di conoscenza e mancanza di opportunità di agire sulla conoscenza.
Sono uno "spettatore" dell'afflizione inferta all'uomo e della sofferenza che ciò provoca.

Vi chiedo come può uno "spettatore" salire sul "palco" e cambiare la realtà che lo circonda?
Una domanda complessa la tua..... un dubbio che spesso mi si è presentato
Forse dipende dalla capacità effettiva che abbiamo di incidere sugli eventi.
Mi verrebbe da dire che essere spettatori ci accomunna agli attori del male. Ma davanti a situazioni di contesto che riteniamo scorrette a volte cosa possiamo effettivamente fare? E un dubbio che mi accompagna quotidianamente. Quante volte non so cosa rispondere a commenti di rassegnazione "del mio interlocutore", provando rabbia per tale rassegnazione/accettazione e senso di impotenza per i fatti, usi, stili che ci circondano!!!!
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da ernesto » 05/11/2011, 20:56

bluver ha scritto:[...]



...... Ma davanti a situazioni di contesto che riteniamo scorrette a volte cosa possiamo effettivamente fare? E un dubbio che mi accompagna quotidianamente. Quante volte non so cosa rispondere a commenti di rassegnazione "del mio interlocutore", provando rabbia per tale rassegnazione/accettazione e senso di impotenza per i fatti, usi, stili che ci circondano!!!!
Nel mondo accadono sempre più cose che reputiamo gridino vendetta o attendano una soluzione,ma a quanto pare la nostra capacità di agire con efficacia,sembra andare nel senso opposto.Ci sono sempre più eventi e situazioni di cui veniamo a conoscenza che ci gettano in una scomoda e riprovevole posizione.
Gli istituti di carità istituzionalizzati e gli animatori dei "carnevali della pietà" lamentano la "fatica da compassione".
Gli domando che forma può assumere l'impegno quando coloro che sono chiamati ad agire si trovano a miglia di chilometri dalle persone che soffrono,sedute sul proprio divano? Tirare fuori il portafogli e dare un contributo a una qualche organizzazione perchè ci allievi la coscienza è "sufficiente"?
Oggi la rete della nostra reciproca "dipendenza" si è fatta sempre più densa, le conseguenze "impreviste" delle nostre azioni vanno ben oltre la nostra limitata visuale.Esiste una responsabilità comune per i disastri umani ai quali siamo invitati a porre un rimedio?
Mi domando se i risultati delle nostre azioni o inazioni vanno ben oltre i "limiti"della nostra immaginazione morale e della nostra disponibilità ad assumerci la responsabilità della buona o cattiva sorte delle persone che vengono coinvolte direttamente o indirettamente?

Ciao
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da bluver » 06/11/2011, 16:32

ernesto ha scritto:[...]



Nel mondo accadono sempre più cose che reputiamo gridino vendetta o attendano una soluzione,ma a quanto pare la nostra capacità di agire con efficacia,sembra andare nel senso opposto.Ci sono sempre più eventi e situazioni di cui veniamo a conoscenza che ci gettano in una scomoda e riprovevole posizione.
Gli istituti di carità istituzionalizzati e gli animatori dei "carnevali della pietà" lamentano la "fatica da compassione".
Gli domando che forma può assumere l'impegno quando coloro che sono chiamati ad agire si trovano a miglia di chilometri dalle persone che soffrono,sedute sul proprio divano? Tirare fuori il portafogli e dare un contributo a una qualche organizzazione perchè ci allievi la coscienza è "sufficiente"?
Oggi la rete della nostra reciproca "dipendenza" si è fatta sempre più densa, le conseguenze "impreviste" delle nostre azioni vanno ben oltre la nostra limitata visuale.Esiste una responsabilità comune per i disastri umani ai quali siamo invitati a porre un rimedio?
Mi domando se i risultati delle nostre azioni o inazioni vanno ben oltre i "limiti"della nostra immaginazione morale e della nostra disponibilità ad assumerci la responsabilità della buona o cattiva sorte delle persone che vengono coinvolte direttamente o indirettamente?

Ciao
A volte capita che in un mondo globalizzato il nsotro potere di intervento sia quasi nullo, ma forse è proprioil vedere le cose lontane che ci autorizza all'immobilismo o al menefreghismo quotidiano.
Non possiamo incidere sui grandi eventi ma questo a volte ci da le giustificazioni per piccole scorrettezze, che moltiplicate creano però il sistema
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 06/11/2011, 18:09

ernesto ha scritto:Ho ricevuto una mail
........
Ti chiedo esiste un'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male"?
Esiste un terreno comune,su cui esecutori e spettatori del male si incontrano?

Vi chiedo come può uno "spettatore" salire sul "palco" e cambiare la realtà che lo circonda?
L'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male" la si può riscontrare nelle terre di mafie. Questo è un esempio di terreno comune nel quale esecutori e spettatori del male s'incontrano.

Ci si chiede per quale motivo.....

Porterò un esempio tra tanti. Come già ben messo in evidenza dal libro Gomorra (non dal film, sul quale per bon ton mi astengo dal fare commenti) nel territorio napoletano e soprattutto nel casertano ci sono i più grandi e numerosi centri commerciali d'Europa. Basta percorrere la cervellotica ragnatela di raccordi in quelle zone per accorgersi di quanto sia assurda la presenza di questi innumerevoli eldorado dello shopping in un territorio che, dati alla mano, è povero in tutti i sensi. Peraltro non finisce qui, molti progetti sono previsti per il futuro.
Sempre stando alla fonte Saviano che prendo come scudo per affermare ciò che è effettivamente vero e riscontrabile, questi mega-centri non sono altro che uno dei modi con cui la criminalità organizzata ricicla il denaro sporco. Mi astengo dal fare commenti sulle modalità delle assunzioni, ma tutti sanno come lì si prende "o' posto". Allora nel momento in cui Tizio, bravo ragazzo disoccupato, accetta certe forme di selezione filtrate da una pericolosa commistione politica-criminale, diventa implicitamente succubo e complice del sistema. In pratica, uno spettatore. Ecco uno dei momenti in cui esecutori e spettatori del male s'incontrano, ecco instaurarsi l'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male".

Dai mega-centri commerciali potremmo ad esempio allargare il discorso alle aziende di raccolta e gestione dei rifiuti (fonte: Report). Oppure a tutti quei casi (tanti) in cui per risolvere un disguido, un problema o semplicemente per procurarsi dei vantaggi ci si rivolge al criminale o ad ambienti politici malleabili che non hanno il senso del rispetto della Legge (dicasi quindi anche per questi CRIMINALI). Allora perchè soprattutto al sud(e da un po' anche in alcune zone del nord), una larga fetta di popolazione non s'indigna con decisione ai sempre più evidenti soprusi di una criminalità organizzata dilagante e di una politica becera che nel frattempo ha fatto carriera? Perchè queste due categorie dispensano "o' piacere". Tante, troppe volte mi sento dire:"Eh mi ha fatto un piacere, con che faccia mi ribello? Poi vado contro anche i miei interessi?".

Ciò che mi preoccupa quindi non è "l'esecutore del male", facilmente identificabile, ma lo "spettatore" , in apparenza eticamente sano, che può piegare la propria dignità usufruendo quando occorre dei suoi maléfici benefici, instaurando come detto sopra una pericolosa affinità che nell'àmbito di una società non può far altro che rafforzare il potere di sopraffazione dei primi, procurando un danno anche a coloro i quali s'impegnano nel proprio piccolo a "salire sul palco" per cambiare la realtà che li circonda.

Allora ci si chiede come può uno spettatore salire sul palco per cambiare la realtà. Basterebbe non inseguire mai i facili traguardi, avere come punto di riferimento i princìpi della Costituzione riconosciuti dal proprio Stato, rispettare le regole in ogni àmbito e occasione, non desiderare come un favore ciò che si deve pretendere di diritto, compiere sempre il proprio dovere.

Questi sono a mio parere alcuni dei presupposti per fare in modo di cambiare la realtà, creando una voragine culturale e materiale attorno agli esecutori del male in modo da identificarli ed estirparli in modo più rapido e incisivo.

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da ernesto » 06/11/2011, 21:29

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]
.........................

Allora ci si chiede come può uno spettatore salire sul palco per cambiare la realtà. Basterebbe non inseguire mai i facili traguardi, avere come punto di riferimento i princìpi della Costituzione riconosciuti dal proprio Stato, rispettare le regole in ogni àmbito e occasione, non desiderare come un favore ciò che si deve pretendere di diritto, compiere sempre il proprio dovere.

Questi sono a mio parere alcuni dei presupposti per fare in modo di cambiare la realtà, creando una voragine culturale e materiale attorno agli esecutori del male in modo da identificarli ed estirparli in modo più rapido e incisivo.
Avere oggi la consapevolezza che perseguire con tenacia una "politica" di vita in grado di cambiare la realtà,ha senso solo nella misura in cui crediamo che il futuro possa essere "modellato",che esistano modi e mezzi per farlo.
Mi chiedo è possibile "individualmente" percepire e affrontare preoccupazioni e problemi "collettivi"?Cosa occorre per rendere efficace un'azione individuale?
Mi domando qual' è l' "arte" del convertire i problemi individuali in tematiche pubbliche e gli interessi comuni in diritti e doveri individuali?

Come possiamo creare un vuoto attorno a "forze" senza indirizzo fisso,extraterritoriali,libere di girare per il globo,forze che agli occhi degli individui appaiono elusive,evasive,difficili da individuare e impossibili da afferrare?

Ciao
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 07/11/2011, 17:25

ernesto ha scritto:[...]



Avere oggi la consapevolezza che perseguire con tenacia una "politica" di vita in grado di cambiare la realtà,ha senso solo nella misura in cui crediamo che il futuro possa essere "modellato",che esistano modi e mezzi per farlo.
Mi chiedo è possibile "individualmente" percepire e affrontare preoccupazioni e problemi "collettivi"?Cosa occorre per rendere efficace un'azione individuale?
Mi domando qual' è l' "arte" del convertire i problemi individuali in tematiche pubbliche e gli interessi comuni in diritti e doveri individuali?

Come possiamo creare un vuoto attorno a "forze" senza indirizzo fisso,extraterritoriali,libere di girare per il globo,forze che agli occhi degli individui appaiono elusive,evasive,difficili da individuare e impossibili da afferrare?

Ciao
Individualmente è possibile percepire gran parte dei problemi collettivi ma non è possibile affrontarli. Come detto prima ci si può impegnare nel proprio piccolo per contribuire ad essere gli interpreti del cambiamento desiderato, ma è necessario fare squadra tra soggetti simili per intenti affinché questo cambiamento possa non dico verificarsi, ma almeno trovare possibilità di riuscita.
Sarò banale, ma l'esempio del"l'arte" di convertire i problemi individuali in tematiche pubbliche il nostro Paese l'ha vissuto in modo particolare negli ultimi 17 anni. Esperienza che non ha fatto altro che allontanare invece quell'arte di convertire gli interessi comuni in diritti e doveri individuali, lasciando prevalere nella società la cultura dell'interesse individuale e con ciò si starnazza soltanto per i propri diritti dimenticando quali siano i doveri.

Guardi Ernesto (a proposito, buon onomastico) che l'ultima Sua domanda me la pongo anch'io. Proprio perchè si tratta di forze extraterritoriali, globalizzate, la soluzione mi dispiace dirlo sembra irrealizzabile. Ne sa qualcosa Obama, alle prese con un malcontento che non proviene dalle comuni cabine elettorali(tra le ultime fonti: l'ultimo libro di Bill Clinton).

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da bluver » 08/11/2011, 9:03

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]



Individualmente è possibile percepire gran parte dei problemi collettivi ma non è possibile affrontarli. Come detto prima ci si può impegnare nel proprio piccolo per contribuire ad essere gli interpreti del cambiamento desiderato, ma è necessario fare squadra tra soggetti simili per intenti affinché questo cambiamento possa non dico verificarsi, ma almeno trovare possibilità di riuscita.
.
Credo che questo sia proprio il nocciolo, da solo dai il tuo piccolo contributo ma si potrebbe perdere o addirittura metterti contro il sistema. Ma molti piccoli contributi allora si possono dare origine a un cambiamento.
Purtroppo spesso pensiamo che il cambiemento, essendo più grande di noi, spestti a un sistema inteso come altro da noi.
Io son come loro in perpetuo volo

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da ernesto » 08/11/2011, 9:13

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]

........

Guardi Ernesto (a proposito, buon onomastico) che l'ultima Sua domanda me la pongo anch'io. Proprio perchè si tratta di forze extraterritoriali, globalizzate, la soluzione mi dispiace dirlo sembra irrealizzabile.
..........................
Grazie per gli auguri.

Viviamo quindi un sentimento di sfiducia che mina la propensione all'impegno politico e all'azione collettiva?.Abbiamo perso la capacità di fare proiezioni future, condizione necessaria che ci permetterebbe di elaborare un qualsiasi "pensiero" trasformativo? La parola chiave nella nostra strategia di vita è quindi "ora"?
Se questa è la "realtà" non me la sento di condannare il crescente cinismo che ci caratterizza. Non me la sento di condannare persone "intolleranti" a legami umani duraturi.Se le unioni sono "consumate" e non "prodotte", sono soggette agli stessi criteri di valutazione di tutti gli altri oggetti di consumo.
Quando "Roma" brucia e c'è poco o nulla che si possa fare per estinguere l'incendio,mettersi a suonare la "cetra" non appare un'attività particolarmente sciocca o meno opportuna di qualsiasi altra.
Per ora ci "godiamo" lo "spettacolo".

Ciao
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da Merlino » 08/11/2011, 9:52

ernesto ha scritto:Ho ricevuto una mail
........
Ti chiedo esiste un'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male"?
Esiste un terreno comune,su cui esecutori e spettatori del male si incontrano?
Come reagiamo alla nostra consapevolezza dell'altrui sofferenza e cosa implica per noi tale consapevolezza?
Potremmo dire che colui che perpetra il male e colui che lo vedo,lo sente,ma non muove un dito,si trova dinnanzi al classico caso di "dissonanza cognitiva"............

La mia risposta è stata la negazione, ho rivendicato la mia "innocenza" motivata da mancanza di conoscenza e mancanza di opportunità di agire sulla conoscenza.
Sono uno "spettatore" dell'afflizione inferta all'uomo e della sofferenza che ciò provoca.

Vi chiedo come può uno "spettatore" salire sul "palco" e cambiare la realtà che lo circonda?
Noto con piacere che il tuo pusher è tornato dalle vacanze...
:D :D :D

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da ernesto » 08/11/2011, 10:36

bluver ha scritto:[...]



Credo che questo sia proprio il nocciolo, da solo dai il tuo piccolo contributo ma si potrebbe perdere o addirittura metterti contro il sistema. Ma molti piccoli contributi allora si possono dare origine a un cambiamento.
Purtroppo spesso pensiamo che il cambiemento, essendo più grande di noi, spestti a un sistema inteso come altro da noi.
Mi chiedo quali siano gli strumenti per "condensare" le "sofferenze" individuali in interessi comuni e quindi in un azione comune,ho come la sensazione che i guai degli "individui" odierni non siano cumulabili aggregabili.Vengono posti gli uni accanto agli altri,ma non si fondono.Le "sofferenze" sono simili ma non costituiscono una "totalità" che è maggiore della somma delle sue parti.Affrontarle e contrastarle insieme non le rende più facili da gestire.
Quello che si "impara"dall'altrui compagnia sono forse dei "consigli" su come sopravvivere a rischi che vanno comunque affrontati e combattuti da soli.
Esiste una differenza tra un individuo e un cittadino?

Ciao
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 08/11/2011, 18:22

ernesto ha scritto:[...]



Grazie per gli auguri.

Viviamo quindi un sentimento di sfiducia che mina la propensione all'impegno politico e all'azione collettiva?.Abbiamo perso la capacità di fare proiezioni future, condizione necessaria che ci permetterebbe di elaborare un qualsiasi "pensiero" trasformativo? La parola chiave nella nostra strategia di vita è quindi "ora"?
Se questa è la "realtà" non me la sento di condannare il crescente cinismo che ci caratterizza. Non me la sento di condannare persone "intolleranti" a legami umani duraturi.Se le unioni sono "consumate" e non "prodotte", sono soggette agli stessi criteri di valutazione di tutti gli altri oggetti di consumo.
Quando "Roma" brucia e c'è poco o nulla che si possa fare per estinguere l'incendio,mettersi a suonare la "cetra" non appare un'attività particolarmente sciocca o meno opportuna di qualsiasi altra.
Per ora ci "godiamo" lo "spettacolo".

Ciao
Quel sentimento di sfiducia è vivo e cresce. Le dico che (almeno per il momento) ho rinunciato ad un impegno politico diretto perché ho notato che ogni personaggio in questi àmbiti è troppo concentrato sul proprio interesse individuale, tralasciando i bisogni collettivi. E non mi riferisco soltanto ai "vertici", ma soprattutto ai nuovi ingressi, assatanati per una posizione politica che li sistemi economicamente. Senza distinzione alcuna tra le fazioni politiche. Allora ecco che l'impegno, il "salire sul palco" per mettere in pratica il desiderio di cambiare l'attuale stato di cose è proprio inutile, non si parla di programmi, non ci sono idee da condividere e potenziare, non si fa squadra per il bene comune. Certo, la politica è convinzione e convenienza ma quando si tratta soltanto di convenienza allora ritengo utile pensare sì solo a sé stessi, ma impegnandosi esclusivamente nel proprio percorso di Vita e non prendendo in giro il prossimo coprendo il raggiungimento di obiettivi politico-economici strettamente personali spiegandolo al pubblico con il solito falso ritornello "abbiamo fatto questo nell'interesse dei cittadini".

La Storia a mio parere ha delle costanti. Il cinismo da Lei ricordato credo abbia fatto sempre parte della natura umana. Certo è che ora si manifesta prepotentemente, forse perchè direttamente proporzionale al prevalere dell'interesse individuale in confronto a quello collettivo che spiega in parte ciò che ha richiamato riguardo l'intolleranza delle persone a legami umani duraturi. Vero quando dice che le unioni, proprio perché "consumate", sono catalogate come qualsiasi oggetto di consumo. Si prende ciò che si può, finché si può, sfruttando come parassiti ogni situazione, infischiandosene delle esigenze altrui. E' il meccanismo del "dare-avere" che non funziona quasi più, allora viene spontaneo pensare "non dò e non voglio avere più niente".

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 08/11/2011, 18:32

bluver ha scritto:[...]



Credo che questo sia proprio il nocciolo, da solo dai il tuo piccolo contributo ma si potrebbe perdere o addirittura metterti contro il sistema. Ma molti piccoli contributi allora si possono dare origine a un cambiamento.
Purtroppo spesso pensiamo che il cambiemento, essendo più grande di noi, spestti a un sistema inteso come altro da noi.
E quante, quante volte si è perso questo contributo.

E quante volte si è agito contro il sistema, con le immancabili conseguenze....ma che soddisfazione guardarsi allo specchio ed esseri orgogliosi di sé.

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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da bluver » 20/11/2011, 14:29

ernesto ha scritto:[...]



Mi chiedo quali siano gli strumenti per "condensare" le "sofferenze" individuali in interessi comuni e quindi in un azione comune,ho come la sensazione che i guai degli "individui" odierni non siano cumulabili aggregabili.Vengono posti gli uni accanto agli altri,ma non si fondono.Le "sofferenze" sono simili ma non costituiscono una "totalità" che è maggiore della somma delle sue parti.Affrontarle e contrastarle insieme non le rende più facili da gestire.
Quello che si "impara"dall'altrui compagnia sono forse dei "consigli" su come sopravvivere a rischi che vanno comunque affrontati e combattuti da soli.
Esiste una differenza tra un individuo e un cittadino?

Ciao
si è diverso essere individui e cittadini e la differenza sta a mio modesto parere nel passare da interessi propri a bisogni di una collettività
Leggere il sistema solo in base al proprio punto di vista e trovare chi ha esisgenze simili alle nostre ci tiene legati alla parte, crea gruppi di interesse, ci fa trovare alleanze che perdono di significato al cambio dei bisogni.
Ma sei cittadino alla pari di cittadini molto diversi da te. Passare al collettivo implica avere percezione delle diversità per dare senso al sistema
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da bluver » 20/11/2011, 14:40

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]
..... E non mi riferisco soltanto ai "vertici", ma soprattutto ai nuovi ingressi, assatanati per una posizione politica che li sistemi economicamente. Senza distinzione alcuna tra le fazioni politiche. ....... Certo, la politica è convinzione e convenienza ma quando si tratta soltanto di convenienza allora ritengo utile pensare sì solo a sé stessi, ma impegnandosi esclusivamente nel proprio percorso di Vita e non prendendo in giro il prossimo coprendo il raggiungimento di obiettivi politico-economici strettamente personali spiegandolo al pubblico con il solito falso ritornello "abbiamo fatto questo nell'interesse dei cittadini".
quoto totalmente

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]
..... E quante, quante volte si è perso questo contributo.

E quante volte si è agito contro il sistema, con le immancabili conseguenze....ma che soddisfazione guardarsi allo specchio ed esseri orgogliosi di sé.
A se cercassimo la soddisfazione in questo guardarsi allo specchio più che nei plausi altrui!

ma questo impliaca accettare il rischio di essere impopolari, accettare il conflitto in nome di un obbiettivo che abbiamo fatto nostro e non in nome di risultati etero imposti
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Re: "Spettatore o Attore"

Messaggio da suffocation73 » 29/11/2011, 15:45

ernesto ha scritto:Ho ricevuto una mail
........
Ti chiedo esiste un'affinità tra il "fare il male" e il "non opporsi al male"?
Esiste un terreno comune,su cui esecutori e spettatori del male si incontrano?
Come reagiamo alla nostra consapevolezza dell'altrui sofferenza e cosa implica per noi tale consapevolezza?
Potremmo dire che colui che perpetra il male e colui che lo vedo,lo sente,ma non muove un dito,si trova dinnanzi al classico caso di "dissonanza cognitiva"............

La mia risposta è stata la negazione, ho rivendicato la mia "innocenza" motivata da mancanza di conoscenza e mancanza di opportunità di agire sulla conoscenza.
Sono uno "spettatore" dell'afflizione inferta all'uomo e della sofferenza che ciò provoca.

Vi chiedo come può uno "spettatore" salire sul "palco" e cambiare la realtà che lo circonda?
Siamo entrambi io credo. Agiamo sia nel primo che nel secondo caso in base al nostro livello di coscienza e di capacità personali sia intellettive che materiali.
Ondeggia il ciliegio
mentre ti penso
e spargendo l'aroma
rende più dolce il tuo ricordo.