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ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 05/10/2010, 19:04

tempest ha scritto: Un'altra cosa che non comprendo è il perchè gli atei dovrebbero proporre delle alternative alla fede. Ciò che accomuna quasi tutti gli atei è la fiducia nella scienza, nella ragione, nelle capacità dell'uomo...
Infatti. La questione dell'alternativa è indicativa di una certa forma mentis: dimostra quanto l'uomo abbia bisogno di "credere" in qualcosa...
Nel topic "perchè confrontarsi" ho accennato alla questione dell'agnosticismo. Brevemente: alcuni filosofi atei parlando dell'agnosticismo hanno utilizzato la metafora della casa al buio: l'agnostico è come un tale che trascorre l’intera esistenza in una casa avvolta nelle tenebre. Parrebbe che non ci sia nessuno in quella casa insieme a lui (è buio pesto e non si sente volare una mosca: silenzio assoluto. L'agnostico sente solo il rumore del suo respiro). L’agnostico però non esclude che qualcuno possa essere presente nella casa stessa e che questo qualcuno non intenda manifestare la sua presenza. Dunque l’agnostico sospende il suo giudizio perché non si può dire né che Dio esista né che Dio non esista.
Richard Dawkins in un paragrafo (intitolato “Miseria dell’agnosticismo”) del suo libro “L’illusione di Dio” (ediz. Mondadori, 2008) afferma che:

“L’agnostico concentrandosi sull' assoluta impossibilità di dimostrare l'esistenza o inesistenza di Dio, ha trascurato il confronto delle probabilità. Il fatto che non possiamo dimostrare né l'esistenza né l'inesistenza di qualcosa non mette l'esistenza e l'inesistenza su un piano di parità. (…) E’ un errore comune saltare dalla premessa che la questione di Dio sia teoricamente insolubile alla conclusione che l'esistenza e l'inesistenza di Dio siano equiprobabili”.
Dawkins illustra quindi uno “spettro di probabilità lungo il quale si collocano le convinzioni umane e ai cui estremi stanno opposte certezze”: si spazia dunque dalla categoria 1, cioè dal 100% di probabilità che esista Dio (convinto teista. Come ha detto Carl Gustav Jung, «Non credo: so»), alla categoria 7, cioè probabilità pari a zero (ateo convinto. «Credo che Dio non esista con la stessa sicurezza con cui Jung "sa" che esiste.»). Categorie intermedie sono ad esempio la 4 : probabilità pari al 50%. Agnostico imparziale: «L'esistenza e l'inesistenza di Dio sono esattamente equiprobabili». Oppure la categoria 5 : probabilità inferiori al 50%, ma non di molto. Tecnicamente agnostico, ma incline all'ateismo: «Non so se Dio esista, ma tendo a essere scettico».
Ovviamente la categoria 1 è assai popolata.

Dawkins prosegue dicendo che si può illustrare la dinamica dell'errore che l'esistenza e l'inesistenza di Dio siano equiprobabili, anche in termini di “onere della prova” e che Bertrand Russell a tal uopo propose il celebre “paradosso della teiera celeste”:

“Molti credenti sembrano ritenere che sia compito degli scettici confutare i dogmi vigenti anziché compito dei credenti dimostrare la verità di ciò in cui credono. È un errore, naturalmente. Se sostenessi che esiste tra la Terra e Marte una teiera di porcellana che gira intorno al sole con orbita ellittica, nessuno potrebbe confutare la mia asserzione, purché fossi abbastanza prudente da specificare che la teiera è troppo piccola per essere individuata dai più potenti telescopi terrestri. Ma se aggiungessi che, siccome la mia asserzione non può essere confutata, è un'intollerabile presunzione della ragione dubitare dell'esistenza della teiera, si avrebbe motivo di ritenere il mio discorso sciocco. Se però la storia della teiera comparisse in antichi testi, se ogni domenica venisse definita dal pulpito una verità sacra e se a scuola fosse insegnata ai bambini, non credervi diverrebbe segno di eccentricità e lo scettico sarebbe mandato dallo psichiatra in un'epoca illuminata e dall'inquisitore in un'epoca più oscura”. :DD

Dawkins aggiunge che: “Non ci disturbiamo a dichiarare il nostro scetticismo perché nessuno, ch'io sappia, adora le teiere, ma, se costretti, non esiteremmo a dirci convinti che non esistono teiere nello spazio compreso tra la Terra e Marte. Per la verità, a rigor di termini,dovremmo essere tutti agnostici della teiera: non possiamo dimostrare in maniera incontrovertibile che non esiste una teiera celeste. Invece, in pratica, non siamo agnostici, ma a-teieristi. (…) La teiera di Russell vale, naturalmente, per le innumerevoli cose di cui si può concepire ma non confutare l'esistenza [a tal proposito ieri ho accennato nel topic “perché confrontarsi?” al pensiero di K.Popper e alla questione del suo criterio di falsificazione-confutazione come “criterio di demarcazione” tra scienza e metafisica-religione] . Tutti questi esempi sono inconfutabili, eppure nessuno pensa che l'ipotesi della loro esistenza stia su un piano di parità con l'ipotesi della loro inesistenza. Io ritengo che le probabilità a favore dell'esistenza della teiera non sono pari alle probabilità a sfavore”.

Tempest, fammi un favore: domanda a Parola se conosce la "parabola" del pidocchio... 8)
Grazie ;)

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Messaggio da tempest » 05/10/2010, 22:22

parola ha scritto:[...]



ci leggiamo da molto da tempo ed entrambe crediamo al caso e non solo alla volontà.
l'uomo comunque guarda oltre a se' . io ho questa visione dell'uomo: guarda sotto a se', alla natura (con grossi progressi se pensi alla nuova sensibilità che si ha per al natura), vicino a se'( nei rapporti umani, dalla guerra all'affetto. l'amore romantico è dell'800 ), ma anche sopra di se', alla divinità.ancora oggi, in piena età moderna, miliardi di persone credono alle stelle o alle guerre di religione o alla guerra santa.
diceva un grande pensatore ateo (tedesco: non ricordo il nome) " chi non crede alla forza dell'uomo e non sa sostenere il peso dell'ateismo e del pensiero si rifugi nella grandi braccie sempre accoglienti delle chiese tradizionali. farà meno danni !!!!!".
secondo lui (ed anche secondo me) l'ateismo che tu descrivi non è da tutti: miliardi di persone cercheranno un sostituto. bisognerà vedere quale.
Si mi sembra che la tua visione dell'uomo sia molto precisa, la condivido.
Ho detto da subito nel mio primo post ( nell'altro topic forse ) che l'uomo guarda sopra di se', è un fatto che miliardi di uomini da sempre sentono il bisogno di credere in qualcosa al di là della vita e in un'entità creatrice.
Il mio discorso sulla "fede" e "l'amore" però è nato da una risposta ad Ares, lui diceva che come non si vede la fede, non si vede l'amore, da lì ho preso spunto per il mio ragionamento in base al quale l'uomo potrebbe vivere senza fede ma non senza "amore" ( io per amore intendo l'impulso a creare legami tra gli esseri umani ).
Comunque si, ti ho capito. Meglio stare tra le braccia di una chiesa che cercare un sostituto sbagliato e dannoso. Però...non è che la fede non abbia mai fatto danni, credere nella verità assoluta e cercare di imporla agli altri è molto dannoso...ne abbiamo quotidianamente prova con almeno una delle grandi religioni monoteiste....nel passato ne abbiamo avute anche da altre religioni... ma è cosa che hai detto anche tu.
Ciao :D


Comunque, parola, ildilemmadelprigioniero vorrebbe sapere se conosci "la parabola del pidocchio" :?: :?: :O

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 05/10/2010, 22:43

parola ha scritto:[...]



l'uomo comunque guarda oltre a se' . io ho questa visione dell'uomo: guarda sotto a se', alla natura (con grossi progressi se pensi alla nuova sensibilità che si ha per al natura), vicino a se'( nei rapporti umani, dalla guerra all'affetto. l'amore romantico è dell'800 ), ma anche sopra di se', alla divinità.
ancora oggi, in piena età moderna, miliardi di persone credono alle stelle o alle guerre di religione o alla guerra santa.
Dipende quindi dal modo in cui si guarda...

Ospite


Messaggio da Ospite » 06/10/2010, 10:17

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]



Tempest, fammi un favore: domanda a Parola se conosce la "parabola" del pidocchio... 8)
Grazie ;)
io mi occupo di donne che amno gli str.. e non di pidocchi!!!!!! :DD :DD :DD
penso non si possa vivere contro qualcosa, capisci, dal punto di vista esistenziale.
leggero' la tua sparata sui pidocchi domani che oggi ho fame....

giammy
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Messaggio da giammy » 06/10/2010, 10:43

parola ha scritto:[...]

io non credo invece. nessuno ama qualcun altro piu' di se' stesso . forse chi ha figli. io non darei la mia vita per nessuno , forse per un ideale.
si' la mia idea è che madre teresa non sarebbe esistita . non ho idea di altre persone che fanno lo stesso per pura fraternità. forse sbaglio.
sul resto concordo.
buongiorno,

Tutta la mia stima per madre teresa, ma credo che vi siano esempi di persone che dedicano l vita agli altri per fraternita'!
Non so bene le credenze religiose di Gandhi, ma mi pare che abbia dedicato la sua vita agli altri, come pure non so se Gino Strada abbia si definisca religioso, ma mi pare che le sue azioni siano guidate da amore per la fraternita'.

buon giornata
Giammy
Giammy

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 07/10/2010, 18:51

parola ha scritto:[...]



io mi occupo di donne che amano gli str.. e non di pidocchi!!!!!! :DD :DD :DD
Vedo che conosci poco Kant. :rolleyes: Hai fatto meglio a dedicare la tua esistenza alle donne che amano gli uomini stravaganti… :DD

Kant, nella sua “ Storia universale della natura e teoria del cielo” , cita un anonimo scrittore olandese:

L’immagine satirica che lo spirito arguto di Haag, vedendone il lato umoristico, ha saputo dare dell’opinione che tutti i pianeti sono abitati, non può che essere condivisa:
“Le creature, dice, che abitavano le selve della testa di un vagabondo, già da tempo avevano preso a considerare la loro dimora come un’enorme sfera e loro stessi come il capolavoro della creazione, quando uno di loro, che il cielo aveva dotato di un’anima più raffinata, un piccolo Fontanelle della sua specie, inaspettatamente scoprì la testa di un gentiluomo. Subito chiamò a raccolta le teste argute di tutto il circondario e disse loro in estasi: non siamo i soli esseri viventi della natura: guardate qui c’è una nuova terra, lì abitano altri pidocchi”.


Lorenzo Bianchi spiega che secondo Kant l’episodio “suscita una certa ilarità, non perché il ragionamento del pidocchio illuminato si discosti molto da quello di noi uomini, ma perché l’errore prospettico – che ha la stessa origine sia per l’insetto che per l’uomo – nel caso dei pidocchi sembra essere più scusabile. L’uomo infatti prende se stesso molto sul serio causando più danni, come Kant ricorda con la domanda che pone termine al gioco di parole”:

Il proprietario di quelle selve abitate, che prosperano sulla testa del vagabondo, ha mai provocato massacri tanto grandi fra i membri della sua colonia, quanto quelli che il figlio di Filippo causò tra i suoi concittadini, quando il suo cattivo genio gli mise in testa che il mondo era stato creato per lui soltanto?

Secondo Bianchi, pidocchi e uomini condividono l’idea che la natura abbia a cuore esclusivamente la loro esistenza e che non rientri nei suoi piani la cura di tutto ciò che “non implichi un preciso riferimento alla sua specie quale centro di ogni fine”. “Ma l’uomo, oltre a questo, presumendo di occupare un posto molto più elevato degli abitanti della sua testa, ride dell’orgoglio dell’insetto, senza rendersi conto che la natura tratta allo stesso identico modo entrambi”.

Con Kant, dunque, sparisce definitivamente dall’orizzonte della scienza e dell’epistemologia la centralità dell’uomo.
Fontanelle (per la cronaca…) negava la subordinazione della natura all’«uso» privilegiato dell’uomo.

Ospite


Messaggio da Ospite » 07/10/2010, 18:59

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Vedo che conosci poco Kant. :rolleyes: Hai fatto meglio a dedicare la tua esistenza alle donne che amano gli uomini stravaganti… :DD

cronaca…) negava la subordinazione della natura all’«uso» privilegiato dell’uomo.
in effetti ho altro da fare.
se lo dici tu......
da wikipedia:
Uno dei principali contributi della dottrina kantiana è l'aver superato la metafisica dogmatica operando una rivoluzione filosofica .non so leggendo direttament kant (il poco che ho letto) e non come fai sempre tu gli autori che ti aggradano che lo citano, non mi pare proprio che non creda alla centralità dell'uomo, ma andiamo fuori tema e questo, come dice sims, è un forum

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 07/10/2010, 19:36

parola ha scritto:[...]



a mio parere kant è uno che ha davvero fatto uno spartiacqua. molto piu' che altri.
E’ fuorviante affermare che Immanuel Kant, grande filosofo, sia stato un pensatore “ateo”: non è sufficiente criticare severamente la teologia,come fece Kant, per meritarsi la definizione di ateo. Infatti, Kant, come spiega A.Vegetti, con la sua polemica contro la teologia, non intende confutare la possibilità dell’esistenza di Dio, ma si limita a sostenerne l’indimostrabilità razionale, motivo per cui la teologia non può proporsi come una scienza vera e propria. Dunque “da un punto di vista razionale, su Dio nulla si può argomentare, né a favore della sua esistenza, né in contrario”. Sotto questo aspetto Kant somiglia più ad un “agnostico” che a un ateo (mia personale considerazione) . Vegetti, conclude dicendo che: “ Il problema di Dio semmai, per Kant, riguarda la sfera della vita morale e non dell’attività conoscitiva”.
Arriviamo così, sulla scia di quest’ultima considerazione, alla nota dolente del discorso perché Schopenhauer pur ritenendo Kant ideatore di una grande riforma morale, rilevava come la “legge morale” da lui sostenuta perdesse quota al di fuori dell’ambito della teologia morale (Schopenhauer, “Il fondamento della morale”). Inoltre, Nietzsche (in “La gaia scienza”), in sintonia con l’opinione di Schopenhauer, sosteneva che teorizzando “l’imperativo categorico”, Kant non faceva altro che ritornare nella gabbia della teologia che egli stesso aveva forzato. Con la “legge morale”, Kant aveva creato un “regno di fede”: l’imperativo categorico come soluzione religiosa della morale, con la “ragione pratica” al posto di Dio. La critica di Nietzsche proseguiva, con tratti spesso durissimi: Kant viene visto come “scaltro cristiano”; Kant viene attaccato perché il suo “bene in sé” ha i crismi dalla “validità universale e impersonale”, caratterizzando in questo modo, secondo Nietzsche la morale kantiana come una “morale contro natura” dato che:
“Le più profonde leggi di conservazione e di crescita impongono il contrario: che ognuno si inventi la «sua» virtù, il «suo» imperativo categorico. Un popolo va in rovina quando confonde il suo dovere con il concetto del dovere in generale”. Inoltre, Nietzsche (in “Umano, troppo umano”) spiega che la sua idea di “autodeterminazione” è incompatibile con la virtù, con il dovere, con l’imperativo:
“ Dovevi diventare padrone di te stesso, padrone anche delle tue virtù. Prima erano «esse» le tue padrone, ma esse devono essere solo i tuoi strumenti, accanto ad altri strumenti”.

Concludendo Kant non è mai stato ateo ( in un passo della “ Storia universale della natura e teoria del cielo” egli scrive, dopo avere affermato “l’autonomizzazione della natura”, cioè separando fisica e teologia: “L’aria, l’acqua, il calore, se li consideriamo abbandonati a se stessi, danno origine ai venti e alle nubi, alle piogge e ai fiumi che inumidiscono la terra, e a tanti altri benefici effetti, senza i quali la natura sarebbe desolata, , incolta e sterile (…) Le loro leggi naturali li costringono a non agire diversamente da come fanno. E allora come pensare d’un accordo tanto meraviglioso? Come potrebbero elementi tanto diversi per natura, mediante azioni combinate, giungere a produrre fenomeni così armonici ed utili a vantaggio di esseri, come l’uomo e gli animali, posti del tutto fuori del cerchio della materia inerte, se non risalissero ad un’origine comune, ad una Sapienza infinita, dalla quale è stato concepito il piano generale delle proprietà essenziali di tutte le cose?” Si tratterebbe, a quanto pare, di una Sapienza “ordinatrice”….) perché egli ritorna sempre in qualche modo all’interno del recinto della teologia…
Essere ateo non significa limitarsi a muovere delle critiche nei confronti della teologia, ma molto di più: significa essere a-dogmatico in tutti i campi compreso quello della morale. Kant invece dimostrò di essere dogmatico anche ad esempio nella teorizzazione di quella che egli definiva la sua “rivoluzione copernicana” nel campo della conoscenza (questo punto è bene illustrato da Karl Popper in “Congetture e confutazioni”).

Ospite


Messaggio da Ospite » 07/10/2010, 19:46

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


E’ fuorviante affermare che Immanuel Kant, grande filosofo, sia stato un pensatore “ateo”: non è sufficiente criticare severamente la teologia,come fece Kant, per meritarsi la definizione di ateo. Infatti, Kant, come spiega A.Vegetti, con la sua polemica contro la teologia, non intende confutare la possibilità dell’esistenza di Dio, ma si limita a sostenerne l’indimostrabilità razionale, motivo per cui la teologia non può proporsi come una scienza vera e propria. Dunque “da un punto di vista razionale, su Dio nulla si può argomentare, né a favore della sua esistenza, né in contrario”. ”).
e guarda il secolo in cui scriveva ????? dici che sia poco? :DD :DD
e dai su lo so che non era ateo.
ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Essere ateo non significa limitarsi a muovere delle critiche nei confronti della teologia, ma molto di più: significa essere a-dogmatico in tutti i campi compreso quello della morale. ”).
spero di no, è una limitazione dell'ateo. le persone piu' morali che conosco sono ateee.
ed anche tu hai molte idee etiche!

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 13/10/2010, 21:36

parola ha scritto:[...]



in realtà la mia battuta era rivolta a dilemma che ne fa una crociata.
sul resto concordo.
Stavo leggiucchiando la "motu proprio" con cui B16 ha istituito il dicastero vaticano per la nuova evangelizzazione...in essa si legge tra l'altro:

"La missione evangelizzatrice, continuazione dell'opera voluta dal Signore Gesù, è per la Chiesa necessaria ed insostituibile, espressione della sua stessa natura. (...) Tale missione ha assunto nella storia forme e modalità sempre nuove a seconda dei luoghi, delle situazioni e dei momenti storici. Nel nostro tempo, uno dei suoi tratti singolari è stato il misurarsi con il fenomeno del distacco dalla fede, che si è progressivamente manifestato presso società e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo. Le trasformazioni sociali alle quali abbiamo assistito negli ultimi decenni hanno cause complesse, che affondano le loro radici lontano nel tempo e hanno profondamente modificato la percezione del nostro mondo. Si pensi ai giganteschi progressi della scienza e della tecnica, all'ampliarsi delle possibilità di vita e degli spazi di libertà individuale, ai profondi cambiamenti in campo economico, al processo di mescolamento di etnie e culture causato da massicci fenomeni migratori, alla crescente interdipendenza tra i popoli. Tutto ciò non è stato senza conseguenze anche per la dimensione religiosa della vita dell'uomo. E se da un lato l’umanità ha conosciuto innegabili benefici da tali trasformazioni e la Chiesa ha ricevuto ulteriori stimoli per rendere ragione della speranza che porta (cfr 1Pt 3,15), dall’altro si è verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili, come la fede in un Dio creatore e provvidente, la rivelazione di Gesù Cristo unico salvatore, e la comune comprensione delle esperienze fondamentali dell'uomo quali il nascere, il morire, il vivere in una famiglia, il riferimento ad una legge morale naturale.
Se tutto ciò è stato salutato da alcuni come una liberazione, ben presto ci si è resi conto del deserto interiore che nasce là dove l'uomo, volendosi unico artefice della propria natura e del proprio destino, si trova privo di ciò che costituisce il fondamento di tutte le cose.
(...) Basti ricordare ciò che si affermava nell'Esortazione post­sinodale Christifideles Laici: "Interi paesi e nazioni, dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti e capaci di dar origine a comunità di fede viva e operosa, sono ora messi a dura prova, e talvolta sono persino radicalmente trasformati, dal continuo diffondersi dell'indifferentismo, del secolarismo e dell'ateismo. Si tratta, in particolare, dei paesi e delle nazioni del cosiddetto Primo Mondo, nel quale il benessere economico e il consumismo, anche se frammisti a paurose situazioni di povertà e di miseria, ispirano e sostengono una vita vissuta «come se Dio non esistesse». Ora l'indifferenza religiosa e la totale insignificanza pratica di Dio per i problemi anche gravi della vita non sono meno preoccupanti ed eversivi rispetto all'ateismo dichiarato. (...) Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà.

Come ho avuto modo di affermare nella mia prima Enciclica Deus caritas est: “All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (n. 1). Similmente, alla radice di ogni evangelizzazione non vi è un progetto umano di espansione, bensì il desiderio di condividere l'inestimabile dono che Dio ha voluto farci, partecipandoci la sua stessa vita.

ernesto
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Messaggio da ernesto » 25/01/2011, 9:17

tempest ha scritto:Riporto l'intervento di praola dal topic " perchè confontarsi"
http://www.mailamici.it/forum/ftopic266369-0-asc-40.html

[...]


....... Ciò che accomuna quasi tutti gli atei è la fiducia nella scienza, nella ragione, nelle capacità dell'uomo...

Ciao ;)
Mi sono sempre domandato cosa fosse la “ragione” e mi sono trovato sotto mano un appunto

….La ragione è la fede in ciò che si può comprendere senza fede; ma è anche essa una fede, perché comprendere implica presupporre che esista qualcosa di comprensibile.

Ciao
le orecchie ascoltano....

Cynara


Messaggio da Cynara » 25/01/2011, 23:12

giammy ha scritto:[...]



ciao,

intanto mi scuso per la mia ignoranza sia in ambito religioso, sia in ambito di quelle cose come "scintoismo e buddismo".
Sostanzialmente la mia percezione di scintoismo e buddismo e' stata quella avuta in luoghi dove le persone si recano, di fermano, fanno quello che un cattolico fa quando si inginocchia in chiesa (almeno penso - io non entro nelle loro teste!).
Poi sono luoghi di celebrazione di momenti fondamentali della vita, come matrimonio o funerale ...

Insomma - in base a questi elementi li ho chiamati "religione": e' un aspetto che raccoglie la spiritualita' delle persone.
Pero' sono curioso! cos'e' la religione? quali sono le religioni? come si distinguono?

ciao
giammy
La religione è quella cosa che distingue l'uomo dagli animali.
Essi vivono e vagano ignari sulla terra noi abbiamo fede e crediamo in qualcosa per cui valga la pena di vivere. Rosy

dies irae
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Messaggio da dies irae » 25/01/2011, 23:20

Cynara ha scritto: La religione è quella cosa che distingue l'uomo dagli animali.
Essi vivono e vagano ignari sulla terra noi abbiamo fede e crediamo in qualcosa per cui valga la pena di vivere. Rosy

bel pensiero, complimenti, anche se in fondo non sapremo mai se anche gli animali hanno la loro spiritualità.
però mi piace il concetto che vuoi esprimere, d'altronde sono sempre stato convinto che senza religione, in qualunque forma vorremmo considerarla, dell'uomo non rimarrebbe che barbarie

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 25/01/2011, 23:35

Cynara ha scritto:[...]



La religione è quella cosa che distingue l'uomo dagli animali.
Essi vivono e vagano ignari sulla terra noi abbiamo fede e crediamo in qualcosa per cui valga la pena di vivere
Vuoi vedere che le bestie selvagge sotto questo punto di vista sono meno ignoranti degli uomini di fede? :DD

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 25/01/2011, 23:46

dies irae ha scritto:[...]




sono sempre stato convinto che senza religione, in qualunque forma vorremmo considerarla, dell'uomo non rimarrebbe che barbarie
beh, questo non è storicamente vero dato che le barbarie più odiose sono state commesse proprio per motivi religiosi...

dies irae
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Messaggio da dies irae » 25/01/2011, 23:48

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Vuoi vedere che le bestie selvagge sotto questo punto di vista sono meno ignoranti degli uomini di fede? :DD

a me, le provocazioni che puntualmente distribuisci in materia mi rimbalzano, ma altri potrebbero offendersi. evita...

dies irae
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Messaggio da dies irae » 26/01/2011, 0:05

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


beh, questo non è storicamente vero dato che le barbarie più odiose sono state commesse proprio per motivi religiosi...

scusa ma mi viene troppo da ridere! quando ho scritto mi son detto: "indossiamo l'elmetto che se passa di qua il dilemma, son dolori"
[smilie=d.gif]

boh seriamente che ti devo dire? che i maggiori drammi più vicini a noi sono stati il nazismo e il comunismo, e quindi se vuoi fare classifiche la vedo dura a sostenere questa o quella tesi. ma a prescindere da ciò tu parli di "religione" come di istituzione temporale, corporativa, quello che ti pare e ti dò tutte le ragioni che chiedi.
io però parlo di religiosità, o spiritualità, non so quale è il termine corretto, del singolo individuo, e quindi dell'impatto nel suo quotidiano; tutta un'altra faccenda!

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Messaggio da tempest » 26/01/2011, 0:22

Cynara ha scritto:[...]



La religione è quella cosa che distingue l'uomo dagli animali.
Essi vivono e vagano ignari sulla terra noi abbiamo fede e crediamo in qualcosa per cui valga la pena di vivere. Rosy
Ciao Rosy,
ciò che ci distingue dagli animali è un'intelligenza superiore, con tutto ciò che ne consegue: non vaghiamo ignari sulla terra ( hai ragione ) perchè abbiamo la consapevolezza di esistere e abbiamo una progettualità che gli animali non hanno, visto che essi vivono e agiscono di puro isinto.
La fede è qualcosa che appartiene ad alcuni uomini, ma non a tutti, anche chi non ha fede in un'entità superiore e creatrice ha consapevoelzza di esistere ( ma non si sente "creato" , ma semplicemente vivo ) e dà un significato alla vita in base alle mete e ai valori che ritiene importanti. Vivamo tutti cercando di essere almeno un po' felici :)
dies irae ha scritto:sono sempre stato convinto che senza religione, in qualunque forma vorremmo considerarla, dell'uomo non rimarrebbe che barbarie
Non credo proprio...
Non è la religione che rende l'uomo civile, è la sensibibilità, il rispetto, l'intelligenza, la cultura...perchè dovrebbero essere necessariamente legati alla religione questi elementi??
dies irae ha scritto:a prescindere da ciò tu parli di "religione" come di istituzione temporale, corporativa, quello che ti pare e ti dò tutte le ragioni che chiedi.
io però parlo di religiosità, o spiritualità, non so quale è il termine corretto, del singolo individuo, e quindi dell'impatto nel suo quotidiano; tutta un'altra faccenda!
Parli di "fede", ma mi pare che tu confonda l'etica con la fede.

Ti lascio con l'elmetto! Io vado a mettere il pigiama! 'notte :D ;)

Cynara


Messaggio da Cynara » 26/01/2011, 0:42

dies irae ha scritto:[...]




bel pensiero, complimenti, anche se in fondo non sapremo mai se anche gli animali hanno la loro spiritualità.
però mi piace il concetto che vuoi esprimere, d'altronde sono sempre stato convinto che senza religione, in qualunque forma vorremmo considerarla, dell'uomo non rimarrebbe che barbarie
Io credo che ne abbiano più di noi.
Grazie, ma il mio è il concetto di una persona che non "crede" e come gli animali si limita a vivere cercando soltanto in questa vita di dare il meglio di se. Rosy

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 26/01/2011, 0:55

dies irae ha scritto:[...]




io però parlo di religiosità, o spiritualità, non so quale è il termine corretto
io invece lo so ;)
Comunque, nessuno qui nega l'importanza che può assumere il sentire religioso non solo in un contesto "privato" e strettamente personale ma anche in una prospettiva storica e antropologica. Questo però non toglie che la considerazione secondo cui “senza religione, in qualunque forma vorremmo considerarla, dell'uomo non rimarrebbe che barbarie” è di carattere evidentemente fideistico, (come ti è già stato fatto notare da altri…): in sostanza, da una ipotetica società di atei, seguendo il tuo ragionamento, non potrebbe originarsi nient’altro che distruzione, barbarie, ecc. :rolleyes:
E' semplicemente assurdo. Sono sicuro che hai capito...ciao...

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 26/01/2011, 1:09

Cynara ha scritto:[...]



Grazie, ma il mio è il concetto di una persona che non "crede" e come gli animali si limita a vivere cercando soltanto in questa vita di dare il meglio di se.
Colpo di scena: Dies prima, probabilmente, ti aveva scambiato per una catechista :DD
Meno male...mi sento decisamente sollevato: questa notte di sicuro non avrei preso sonno immaginandoti offesa per via della risposta che avevo dato al tuo post...la mia coscienza di essere umano e la mia profonda spiritualità mi avrebbero tormentato senza posa tutta la notte... :DD
L'uomo è un essere culturale, l'animale no...sono d'accordo con te. Ciao.

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 26/01/2011, 1:12

tempest ha scritto:[...]



La fede è qualcosa che appartiene ad alcuni uomini, ma non a tutti, anche chi non ha fede in un'entità superiore e creatrice ha consapevoelzza di esistere ( ma non si sente "creato" , ma semplicemente vivo ) e dà un significato alla vita in base alle mete e ai valori che ritiene importanti
;)

dies irae
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Messaggio da dies irae » 26/01/2011, 9:47

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]
Colpo di scena: Dies prima, probabilmente, ti aveva scambiato per una catechista :DD
Meno male...mi sento decisamente sollevato: questa notte di sicuro non avrei preso sonno immaginandoti offesa per via della risposta che avevo dato al tuo post...la mia coscienza di essere umano e la mia profonda spiritualità mi avrebbero tormentato senza posa tutta la notte... :DD
L'uomo è un essere culturale, l'animale no...sono d'accordo con te. Ciao.


mi riferivo a lei certo, come a chiunque altro credente che passa di qua e legge cosa scrivi.
vedo che fai anche del sarcasmo, per cui prendo atto che non hai alcuna intenzione di evitare di sbeffeggiare la spiritualità altrui. nessun problema, non siamo obbligati a "frequentarci".

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Messaggio da dies irae » 26/01/2011, 9:54

tempest ha scritto: Non credo proprio...
Non è la religione che rende l'uomo civile, è la sensibibilità, il rispetto, l'intelligenza, la cultura...perchè dovrebbero essere necessariamente legati alla religione questi elementi??
[...]
Parli di "fede", ma mi pare che tu confonda l'etica con la fede.
Ti lascio con l'elmetto! Io vado a mettere il pigiama! 'notte :D ;)

anche per me era tardi, per cui non ho minimamente approfondito o spiegato quanto intendevo, e siceramente ora ritengo poco saggio farlo. un punto di incontro su questo tema è oggettivamente impossibile tra chi ha visioni contrapposte, per cui non è logico perdere tempo a cercarlo. prendo atto delle tue note, mi ha fatto piacere risentirti!

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Messaggio da tropicsnow » 26/01/2011, 11:48

ildilemmadelprigioniero ha scritto:

Vuoi vedere che le bestie selvagge sotto questo punto di vista sono meno ignoranti degli uomini di fede? :DD
caro dilemma, più ti leggo e più mi ricordi un altro utente di questo forum che ormai non partecipa più, se ne è andato prima che tu ti iscrivessi. son sicura se sareste diventati amici... :)
con lui ci scambiavamo tante battute ironiche... :'( un pò mi dispiace che non ci sia più...
però adesso ci sei tu! :)

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 26/01/2011, 21:30

dies irae ha scritto:[...]




anche per me era tardi, per cui non ho minimamente approfondito o spiegato quanto intendevo
Meno male... :DD

dies irae
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Messaggio da dies irae » 26/01/2011, 21:46

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Meno male... :DD

non darti pena a trollare, tanto non attacca...

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Messaggio da tempest » 27/01/2011, 1:15

dies irae ha scritto:[...]




anche per me era tardi, per cui non ho minimamente approfondito o spiegato quanto intendevo, e siceramente ora ritengo poco saggio farlo. un punto di incontro su questo tema è oggettivamente impossibile tra chi ha visioni contrapposte, per cui non è logico perdere tempo a cercarlo. prendo atto delle tue note, mi ha fatto piacere risentirti!
Ma si... in effetti chi ce lo fa fare?? Sempre a girare attorno allo stesso punto! ;)
Anche a me ha fatto piacere rileggerti...ci avevi trascurato un po' negli ultimi tempi....
ciao :)

Cynara


Messaggio da Cynara » 27/01/2011, 12:57

dies irae ha scritto:[...]





mi riferivo a lei certo, come a chiunque altro credente che passa di qua e legge cosa scrivi.
vedo che fai anche del sarcasmo, per cui prendo atto che non hai alcuna intenzione di evitare di sbeffeggiare la spiritualità altrui. nessun problema, non siamo obbligati a "frequentarci".
Ho letto con molto interesse la piccola diatriba con Dilemma,non sono una catechista e non credo ed ho un profondo rispetto per la fede altrui.
La fede non è un dato aquisito una volta e per sempre . Rosy

ildilemmadelprigioniero


Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 27/01/2011, 16:49

Cynara ha scritto:[...]



La fede non è un dato aquisito una volta e per sempre
Giusto ;) Se fosse un dato aquisito una volta e per sempre non esisterebbe una buona parte di atei che originariamente credenti sono poi divenuti "nobili traditori"... ;)
Non è vero che atei e credenti hanno visioni contrapposte:solo i credenti hanno le "visioni" :DD
Comunque battute a parte, la storia delle religioni in particolare è un argomento che mi appassiona molto...