Il "Moralista"

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ernesto
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Il "Moralista"

Messaggio da ernesto » 23/07/2010, 7:43

Leggevo un appunto( non conosco l'autore)....

.....I moralisti ipocriti non sono odiosi per il fatto che ciò che fanno non coincide con ciò che professano,ma perchè professano qualcosa che non coincide con ciò che fanno. Chi condanna l'ipocrisia della morale deve fare meticolosa attenzione per non essere scambiato per un amico della morale, mentre quegli altri, per lo meno segretamente,la tradiscono.Non il tradimento della morale è da condannare, ma la morale.Essa è in sé ipocrisia.Non il fatto che quelli che bevono vino deve essere smascherato, ma che predicano l'acqua.Provare delle contraddizioni fra teoria e pratica è sempre cosa delicata.......................


Quello che mi chiedo è che il moralista potrebbe parlare sul serio nella sua lotta contro una immoralità di cui è caduto vittima egli stesso.

Se uno predica il vino,gli si può perdonare se beve acqua?.
le orecchie ascoltano....

julianus_83

Re: Il "Moralista"

Messaggio da julianus_83 » 23/07/2010, 18:35

ernesto ha scritto:Leggevo un appunto( non conosco l'autore)....

.....I moralisti ipocriti non sono odiosi per il fatto che ciò che fanno non coincide con ciò che professano,ma perchè professano qualcosa che non coincide con ciò che fanno. Chi condanna l'ipocrisia della morale deve fare meticolosa attenzione per non essere scambiato per un amico della morale, mentre quegli altri, per lo meno segretamente,la tradiscono.Non il tradimento della morale è da condannare, ma la morale.Essa è in sé ipocrisia.Non il fatto che quelli che bevono vino deve essere smascherato, ma che predicano l'acqua.Provare delle contraddizioni fra teoria e pratica è sempre cosa delicata.......................


Quello che mi chiedo è che il moralista potrebbe parlare sul serio nella sua lotta contro una immoralità di cui è caduto vittima egli stesso.

Se uno predica il vino,gli si può perdonare se beve acqua?.
parto dall'ultima frase che hai scritto, perchè è l'unica che sono riuscito a comprendere bene e che mi sembra il succo del discorso.

bè poco mi interessa perdonare il moralista "immorale", secondo me se uno predica una cosa e poi fa il suo esatto contrario, posso solo limitarmi a ragionare e arrivare alla conclusione che ciò che andava predicando era probabilmente una cosa farlocca, priva di fondamento, visto che ha finito per screditarla egli stesso con il suo comportamento, il più delle volte è questo il percorso mentale che faccio.

Mi verrebbe in mente l'esempio dei sacerdoti che predicano la castità, e poi molti di loro sono tutt'altro che casti o coloro che difendono strenuamente il crocifisso nelle scuole come simbolo di umanità e cristianità e poi inneggiano alla violenza contro gli extracomunitari ecc.....

per completezza possiamo dire che per il politico di oggi la cosa è diversa, visto che sta prendendo piede ormai da tempo il concetto che non sono più soggetti alla morale, ma solo alle leggi dello stato e all'impegno preso di fronte agli elettori, i suoi s'intende.... :DD

Micol*

Re: Il "Moralista"

Messaggio da Micol* » 27/07/2010, 13:11

ernesto ha scritto:Leggevo un appunto( non conosco l'autore)....

.....I moralisti ipocriti non sono odiosi per il fatto che ciò che fanno non coincide con ciò che professano,ma perchè professano qualcosa che non coincide con ciò che fanno. Chi condanna l'ipocrisia della morale deve fare meticolosa attenzione per non essere scambiato per un amico della morale, mentre quegli altri, per lo meno segretamente,la tradiscono.Non il tradimento della morale è da condannare, ma la morale.Essa è in sé ipocrisia.Non il fatto che quelli che bevono vino deve essere smascherato, ma che predicano l'acqua.Provare delle contraddizioni fra teoria e pratica è sempre cosa delicata.......................


Quello che mi chiedo è che il moralista potrebbe parlare sul serio nella sua lotta contro una immoralità di cui è caduto vittima egli stesso.

Se uno predica il vino,gli si può perdonare se beve acqua?.
A me non piace chi crede di avere la verità assoluta e giudica....giudica.....Ma i peggiori moralisti sono quelli che dicono cose sapendo di trovare riscontro negli altri per sentirsi dire ma quanto è buono ma quanto è bravo....

dies irae
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Re: Il "Moralista"

Messaggio da dies irae » 27/07/2010, 13:42

ernesto ha scritto:Leggevo un appunto( non conosco l'autore)....

.....I moralisti ipocriti non sono odiosi per il fatto che ciò che fanno non coincide con ciò che professano,ma perchè professano qualcosa che non coincide con ciò che fanno. Chi condanna l'ipocrisia della morale deve fare meticolosa attenzione per non essere scambiato per un amico della morale, mentre quegli altri, per lo meno segretamente,la tradiscono.Non il tradimento della morale è da condannare, ma la morale.Essa è in sé ipocrisia.Non il fatto che quelli che bevono vino deve essere smascherato, ma che predicano l'acqua.Provare delle contraddizioni fra teoria e pratica è sempre cosa delicata.......................


Quello che mi chiedo è che il moralista potrebbe parlare sul serio nella sua lotta contro una immoralità di cui è caduto vittima egli stesso.

Se uno predica il vino,gli si può perdonare se beve acqua?.

non è un testo facile, da quel che ho capito io il punto centrale è la critica ai moralisti non per quello che fanno, ma per quello che dicono che andrebbe fatto. gli altri son discorsi collaterali, tipo il condannare o meno l'ipocrisia della morale, e ciò a cui si va incontro quando lo si fa.

quello che mi viene in mente da dire è che può essere utile ascoltare chi è vittima di una immoralità, e ammonisce aspramente gli altri affinchè non vi cadano come lui, perchè la conosce, e sa cosa vuol dire.

ad esempio un adolescente rimproverato dal genitore perchè fuma o beve, a mio avviso non ha diritto di rinfacciare che anche lui lo fa. il genitore sa meglio di lui gli effetti del bere e del fumare, sa a differenza dell'adolescente cosa significhi sottovalutare il problema, sa anche quanto sia difficile uscirne, perchè lui non c'è riuscito.

dunque quale ammonitore migliore di un moralista che SA di cosa si stia parlando?

Micol*

Re: Il "Moralista"

Messaggio da Micol* » 27/07/2010, 13:57

dies irae ha scritto:[...]




non è un testo facile, da quel che ho capito io il punto centrale è la critica ai moralisti non per quello che fanno, ma per quello che dicono che andrebbe fatto. gli altri son discorsi collaterali, tipo il condannare o meno l'ipocrisia della morale, e ciò a cui si va incontro quando lo si fa.

quello che mi viene in mente da dire è che può essere utile ascoltare chi è vittima di una immoralità, e ammonisce aspramente gli altri affinchè non vi cadano come lui, perchè la conosce, e sa cosa vuol dire.

ad esempio un adolescente rimproverato dal genitore perchè fuma o beve, a mio avviso non ha diritto di rinfacciare che anche lui lo fa. il genitore sa meglio di lui gli effetti del bere e del fumare, sa a differenza dell'adolescente cosa significhi sottovalutare il problema, sa anche quanto sia difficile uscirne, perchè lui non c'è riuscito.

dunque quale ammonitore migliore di un moralista che SA di cosa si stia parlando?
Quindi in realtà non si parla di un vero moralista....
Devo andare ...

dies irae
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Re: Il "Moralista"

Messaggio da dies irae » 27/07/2010, 14:08

Micol* ha scritto:[...]
Quindi in realtà non si parla di un vero moralista....

aiut!
allora l'argomento è più complicato di quanto pensassi.
quando potrai fammi capire meglio quesa frase, perchè mi hai incusiorito e mi farai scervellare finchè non me lo dici!

Micol*

Re: Il "Moralista"

Messaggio da Micol* » 27/07/2010, 20:33

dies irae ha scritto:[...]




aiut!
allora l'argomento è più complicato di quanto pensassi.
quando potrai fammi capire meglio quesa frase, perchè mi hai incusiorito e mi farai scervellare finchè non me lo dici!

Oddio dies......è solo come la vedo io ci mancherebbe...nel senso che per me un vero moralista è colui che non ammette di comportarsi esattamente il contrario di quello che professa come nell'esempio che hai fatto tu del genitore che riprende il figlio per la sigaretta quando anche lui fuma.Per me ci sono di due tipi di moralista:il primo è quello educato in una certa maniera e con il paraocchi fa ciò che gli è stato inculcato giudicando ma credendo giusto ciò che dice.Il secondo invece è un moralista di comodo per me quasi sull'invidioso perchè giudica ma in fondo in fondo non vorrebbe fare ciò che dice in più gli piace come ho già scritto prima trovare riscontro negli altri, ma quanto sei bravo, ma quanto sei giusto....

dies irae
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Re: Il "Moralista"

Messaggio da dies irae » 27/07/2010, 22:18

Micol* ha scritto:[...]




Oddio dies......è solo come la vedo io ci mancherebbe...nel senso che per me un vero moralista è colui che non ammette di comportarsi esattamente il contrario di quello che professa come nell'esempio che hai fatto tu del genitore che riprende il figlio per la sigaretta quando anche lui fuma.Per me ci sono di due tipi di moralista:il primo è quello educato in una certa maniera e con il paraocchi fa ciò che gli è stato inculcato giudicando ma credendo giusto ciò che dice.Il secondo invece è un moralista di comodo per me quasi sull'invidioso perchè giudica ma in fondo in fondo non vorrebbe fare ciò che dice in più gli piace come ho già scritto prima trovare riscontro negli altri, ma quanto sei bravo, ma quanto sei giusto....

molto interessante la tua divisione in due categorie, grazie

Ospite

Re: Il "Moralista"

Messaggio da Ospite » 30/07/2010, 15:19

dies irae ha scritto:[...]
...ad esempio un adolescente rimproverato dal genitore perchè fuma o beve, a mio avviso non ha diritto di rinfacciare che anche lui lo fa. il genitore sa meglio di lui gli effetti del bere e del fumare, sa a differenza dell'adolescente cosa significhi sottovalutare il problema, sa anche quanto sia difficile uscirne, perchè lui non c'è riuscito.

dunque quale ammonitore migliore di un moralista che SA di cosa si stia parlando?
Mi sembra un ragionamento giustificazionalista. Ritengo che, sia in un rapporto di filiazione come in questo caso, ma anche dove le mediazioni fra persone sono regolare da gerarchie e gradi, coloro che hanno la responsabilità di educare, dirigere e indirizzare, debbono essere i primi ad avere una condotta ineccepibile e retta.
La sola conoscenza dell'errore o del male derivante da una condotta attiva o da un'omissione, a mio parere non autorizza l'estraneità al dovere di imporsi per primi la regola da seguire. Come si potrebbe pretendere da un figlio o da un dipendente, o comunque da chiunque sia legato a noi da un vincolo, di comportarsi così come diciamo noi, solo sbandierando la moralità dell'insegnamento o dell'induzione? L'esempio vale su tutto, e le parole sono spesso solo aria per i denti.

Detto fra noi poi, ho un'avversione profonda ed endemica per i moralisti, specie quelli che circolano sul Web.

dies irae
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Re: Il "Moralista"

Messaggio da dies irae » 30/07/2010, 19:22

Shadow750 ha scritto:[...]



Mi sembra un ragionamento giustificazionalista. Ritengo che, sia in un rapporto di filiazione come in questo caso, ma anche dove le mediazioni fra persone sono regolare da gerarchie e gradi, coloro che hanno la responsabilità di educare, dirigere e indirizzare, debbono essere i primi ad avere una condotta ineccepibile e retta.
La sola conoscenza dell'errore o del male derivante da una condotta attiva o da un'omissione, a mio parere non autorizza l'estraneità al dovere di imporsi per primi la regola da seguire. Come si potrebbe pretendere da un figlio o da un dipendente, o comunque da chiunque sia legato a noi da un vincolo, di comportarsi così come diciamo noi, solo sbandierando la moralità dell'insegnamento o dell'induzione? L'esempio vale su tutto, e le parole sono spesso solo aria per i denti.

Detto fra noi poi, ho un'avversione profonda ed endemica per i moralisti, specie quelli che circolano sul Web.

tu auspichi modelli di comportamento da creature misere e tremendamente imperfette. utopia.

l'esperienza si forma passando per gli errori, la maturazione nasce dai fallimenti.
solo chi ha esperienza può insegnare, gli altri si limitano a parlare in modo presuntuoso di cose che non sanno o per sentito dire.

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tropicsnow
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Re: Il "Moralista"

Messaggio da tropicsnow » 30/07/2010, 22:23

dies irae ha scritto:



tu auspichi modelli di comportamento da creature misere e tremendamente imperfette. utopia.

la tua è utopia. io la penso esattamente come shadow: l'esempio conta molto. i bambini imparano dagli esempi. se dici ad un bambino che non deve dire parolacce e poi tu genitore non fai che dirle, il bambino farà lo stesso e rimproverandolo sprecherai solo fiato.

in pratica quello che tu dici è "guarda me e fai il contrario" ma non credo possa essere un buon esempio. concordo con te quando dici che l'esperienza è importante e che attraverso di essa si possa aiutare e consigliare anche gli altri ma, secondo me, occorre anche coerenza. se io ho capito che fare una certa cosa è un errore e poi continuo a commetterlo ma nel frattempo dico agli altri di non farlo, in pratica è come se dicessi: "impara la regola e poi aggirala".
è così che si diventa moralisti perchè a parole viene inculcato un certo insegnamento che poi viene subito smentito nei fatti. che insegnamento è?

Ospite

Re: Il "Moralista"

Messaggio da Ospite » 31/07/2010, 13:56

dies irae ha scritto:[...]
tu auspichi modelli di comportamento da creature misere e tremendamente imperfette. utopia.
Perdonami ma non ho compreso a chi tu alluda con "creature misere e tremendamente imperfette". Forse sbaglio, ma mi suona come un concetto a chiave di lettura religiosa e quindi, essendo io molto distante da quel genere di visione e principio, non condivido per nulla.
Io credo nella possibilità per l'uomo di crescere e maturare con forza e determinazione, acquisendo conoscenze e virtù, e quindi tramandarle con esempi concreti e messa in gioco in prima persona, alle generazioni seguenti.
dies irae ha scritto:[...]
l'esperienza si forma passando per gli errori, la maturazione nasce dai fallimenti.
solo chi ha esperienza può insegnare, gli altri si limitano a parlare in modo presuntuoso di cose che non sanno o per sentito dire.
Beh, qui direi che sono daccordo. Anche se non ritengo necessario sbagliare e fallire, per poi capire il vero valore della cosa più giusta. Nel senso che, se ricevo un buon insegnamento, e sono stimolato con premura a ragionare personalmente, posso in qualche modo capire cosa è meglio evitare e cosa invece provare e magari fare mio.