credete nel destino?

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tropicsnow
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Re: credete nel destino?

Messaggio da tropicsnow » 12/06/2011, 15:08

ildilemmadelprigioniero ha scritto:
Intendi erroneamente il pensiero ateo o scientifico come dogmatico, ma non è così : è proprio l’esatto contrario…il dogmatismo risiede nell’animo del credente…

concordo con te sul fatto che il dogma è nel credente ma con una nota: il dogma sarà nel credente se questi identificherà la fede con con l'adesione incondizionata alla verità oggettiva della rivelazione scritta, garantita dall'autorità e dall'istituzione ecclesiasistica e al di fuori della quale non ci può essere che errore.
la fede, invece, deve essere una libera ricerca del proprio cammino interiore di libertà di coscienza, dove trova posto anche la liceità del dubbio. mi fermo qui perchè non voglio parlare di religione. aggiungo solo che quando questa fede è totalizzante allora c'è il rischio di uno scollamento con la realtà come dici... in caso contrario, secondo me, aiuta l'empatia con il mondo.

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:
Avrei da ridire ma il modo in cui hai espresso questo pensiero mi ha smontato. KO a me, 10 e lode a te.
[smilie=group.gif]

se ti sei ripreso dallo "smontaggio" :) cos'è che volevi dire?

...però attenzione a quello che dici [smilie=brucelee.gif]


:D :D :D

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Messaggio da tropicsnow » 12/06/2011, 15:13

tempest ha scritto:[...]


Bel post.
Anche se mi sfugge un po' il collegamento col tema "destino", forse perchè il post era rivolto a ildilemma o forse perchè non ho letto tutto il topic.

Dico la mia in base a ciò che ho colto.


Ragione e sentimento sono un binomio inscindibile, noi siamo le due cose assieme. In una parte del nostro cervello risiedono i sentimenti, quindi la ragione non può negare i sentimenti, il loro valore e la loro funzione, ma è consapevole della loro origine e dei loro limiti. Per restare in topic... ad esempio io comprendo che la maggior parte delle persone sente il bisogno di credere in qualcosa di superiore, nella vita dopo la morte, in un'entità creatrice o nel destino ecc... però, pur comprendendo queste "spinte", sono consapevole del fatto che esse sono frutto di un bisogno.
Non metterei l'amore sullo stesso piano, l'amore non ipotizza l'esistenza di nulla, bensì "è" :) : è il legame ( e quì le sfumature possono essere infinite: ammirazione, infatuazione, realazione amorosa, amicizia.... ) che nasce e si sviluppa tra due esseri umani.
il senso era nel mezzo ossia bisogno guardare attraverso una lente diversa da quella razionale per poter cogliere ciò è nascosto alla vista. vedere è credere, credere in ciò che si vede, e questo conferisce il dono della fede a chi riceve lo sguardo. il presunto nascosto è anch'esso in vista ma sarà notato solo da chi saprà guardare. esso si presenta come un ordine implicito tra le pieghe del visibile, come l'aria fragrante nel pane che lievita: invisibile, ma non è letteralmente tale, bensì l'invisibile fatto visibile.
il collegamento con l'amore sta in questo: noi ci innamoriamo di un'immagine particolare, non di una qualunque. vuol dire che in quella determinata persona abbiamo visto qualcosa che altri non vedono. ora se gli altri non vedono io sono in errore perchè vedo qualcosa che in verità non esiste? l'amore è fantasia (e quanto fantastichiamo!) e fin quando riusciamo a vedere quell'immagine che ci ha attratto esso durerà, ma appena la vista si appanna, si appannerà anche l'interesse e ricorriamo a concetti diagnostici, a categorie, tipologie, diventando incapaci di vedere. con gli occhi della ragione nessuna persona vale tanto da farci star male mesi, da farci passare notti insonni, da ossessionare i nostri pensieri. la ragione non ha bisogno di avere qualcuno con cui condividere l'esistenza eppure ce lo cerchiamo, anzi dedichiamo la vita alla sua ricerca. l'amore è un bisogno al pari di quelle "spinte" di cui parlavi.

spero di essere riuscita a esprimere il mio pensiero :rolleyes:

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 12/06/2011, 17:52

tropicsnow ha scritto:[...]




concordo con te sul fatto che il dogma è nel credente ma con una nota: il dogma sarà nel credente se questi identificherà la fede con con l'adesione incondizionata alla verità oggettiva della rivelazione scritta, garantita dall'autorità e dall'istituzione ecclesiasistica e al di fuori della quale non ci può essere che errore.
la fede, invece, deve essere una libera ricerca del proprio cammino interiore di libertà di coscienza, dove trova posto anche la liceità del dubbio. mi fermo qui perchè non voglio parlare di religione. aggiungo solo che quando questa fede è totalizzante allora c'è il rischio di uno scollamento con la realtà come dici... in caso contrario, secondo me, aiuta l'empatia con il mondo.
Capisco cosa intendi dire e apprezzo il tuo discorso ;) , ma pensare che il caso sia "il modo in cui Dio vuole restare in incognito" non aiuta certo l'empatia con il mondo...

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Re: credete nel destino?

Messaggio da tropicsnow » 12/06/2011, 19:41

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Capisco cosa intendi dire e apprezzo il tuo discorso ;) , ma pensare che il caso sia "il modo in cui Dio vuole restare in incognito" non aiuta certo l'empatia con il mondo...
quella è una frase di Einstein che io avevo riportato ma non ho detto di crederci... :)

te ne propongo una nuova vediamo se questa ti garba di più :)

Eraclito diceva:"il carattere è il destino"

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 12/06/2011, 20:51

tropicsnow ha scritto:[...]




Eraclito diceva:"il carattere è il destino"
Eredità genetica, ruolo, posizione sociale, ecc. certamente incidono...ma il discorso è più ampio...

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Re: credete nel destino?

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 15/06/2011, 16:21

tropicsnow ha scritto:

[smilie=group.gif]

se ti sei ripreso dallo "smontaggio" :) cos'è che volevi dire?

...però attenzione a quello che dici [smilie=brucelee.gif]


:D :D :D
In un primo istante avrei rafforzato le tesi di ildilemmadelprigioniero, ma in fondo, ma proprio in fondo, devo ammettere che concordo con te e il tuo modo di esprimerti al riguardo mi ha appunto "smontato".

[smilie=ave.gif]

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 15/06/2011, 21:11

L'Uomo dell'Alpe ha scritto:[...]



In un primo istante avrei rafforzato le tesi di ildilemmadelprigioniero, ma in fondo, ma proprio in fondo, devo ammettere che concordo con te e il tuo modo di esprimerti al riguardo mi ha appunto "smontato".

[smilie=ave.gif]
Il solito fascino femminile eh? ;)

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Re: credete nel destino?

Messaggio da tropicsnow » 17/08/2011, 19:13

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Eredità genetica, ruolo, posizione sociale, ecc. certamente incidono...ma il discorso è più ampio...
e ampliamolo... :)

di recente mi è capitato di leggere degli esperimenti di Mendel sui piselli da cui formulò le sue tre leggi relative alla genetica.

la genetica può influenzare singoli fattori fisiologici, che a loro volta, in determinate circostanze ambientali, predispongono in misura maggiore o minore a massimizzare eventuali propensioni che l'ambiente culturale mette a disposizione.

secondo alcuni però questo gioco reciproco tra genetica e ambiente, omette una cosa essenziale: quella particolarità che dentro di noi si chiama "me". se si accetta l’idea di essere l’effetto di un impercettibile palleggio tra
forze ereditarie e forze sociali, noi saremo ridotti a un mero risultato e la vita sarà una sceneggiatura scritta dal proprio codice genetico, sarà la storia di una vittima.

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Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 17/08/2011, 20:32

tropicsnow ha scritto:[...]


noi saremo ridotti a un mero risultato e la vita sarà una sceneggiatura scritta dal proprio codice genetico, sarà la storia di una vittima.
Per questo motivo alcune tesi (molto note) di Dawkins sui geni e numerose posizioni assunte dalla psicologia evoluzionistica sono state giustamente rigettate dalla maggioranza dei membri della comunità scientifica.

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 21/08/2011, 16:13

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Per questo motivo alcune tesi (molto note) di Dawkins sui geni e numerose posizioni assunte dalla psicologia evoluzionistica sono state giustamente rigettate dalla maggioranza dei membri della comunità scientifica.
Per esempio, Dawkins, nel suo “Il gene egoista”, afferma che la selezione naturale agisce non tanto sulle caratteristiche fisiche dell’individuo quanto sui geni. Gli organismi degli individui rappresenterebbero quindi dei “veicoli” dei geni “che per loro mezzo competono per essere rappresentati nella generazione successiva” (in Ian Tattersall “Il cammino dell’uomo”, Garzanti editore 2004). Per Dawkins tutto cio’ che è piu’ grande di un gene “è un’unità troppo grande ed effimera per qualificarsi come unità significativa della selezione naturale”. La posizione di Dawkins viene battezzata da Tattersall come fortemente riduzionista dato che in realtà i geni rappresentano il gradino più basso di una piramide che gradino dopo gradino verso l’apice giunge a comprendere l’intera specie: in questa scala gerarchica ciascun gradino svolge un ruolo evolutivo essenziale. Tattersall dunque spiega come sia errato enfatizzare l’importanza (dal punto di vista evolutivo) della trasmissione dei geni dell’individuo: infatti, “i nostri più antichi progenitori erano cacciatori-raccoglitori (…) e per popolazioni costantemente in movimento, in grado di utilizzare solo ciò che viene offerto loro dall’ambiente, avere una prole numerosa dallo sviluppo lento non è un vantaggio”. Per questo motivo le donne cercavano di limitare le gravidanze (anche attualmente, in Namibia per esempio, le donne San del deserto allattano i figli sino a quando l’ultimogenito raggiunge l’età di quattro anni, mantenendo in questa maniera un livello di prolattina così elevato da inibire l’ovulazione per tutto questo periodo di tempo: “non sembra proprio che i loro geni chiedano a gran voce di riprodursi. Le considerazioni economiche prevalgono”. Motivo per cui, in conclusione, si può dire che il nostro comportamento non è “prigioniero” dei nostri geni (come affermano invece gli psicologi evoluzionisti): “anche se la nostra personalità è influenzata, spesso anche pesantemente, dal nostro patrimonio genetico (…), noi compiamo la maggior parte delle nostre scelte comportamentali per ragioni economiche o sociali del tutto estranee alla diffusione dei nostri geni” (I. Tattersall).

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Re: credete nel destino?

Messaggio da tropicsnow » 21/08/2011, 20:12

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Per esempio, Dawkins, nel suo “Il gene egoista”, afferma che la selezione naturale agisce non tanto sulle caratteristiche fisiche dell’individuo quanto sui geni. Gli organismi degli individui rappresenterebbero quindi dei “veicoli” dei geni “che per loro mezzo competono per essere rappresentati nella generazione successiva” (in Ian Tattersall “Il cammino dell’uomo”, Garzanti editore 2004). Per Dawkins tutto cio’ che è piu’ grande di un gene “è un’unità troppo grande ed effimera per qualificarsi come unità significativa della selezione naturale”. La posizione di Dawkins viene battezzata da Tattersall come fortemente riduzionista dato che in realtà i geni rappresentano il gradino più basso di una piramide che gradino dopo gradino verso l’apice giunge a comprendere l’intera specie: in questa scala gerarchica ciascun gradino svolge un ruolo evolutivo essenziale. Tattersall dunque spiega come sia errato enfatizzare l’importanza (dal punto di vista evolutivo) della trasmissione dei geni dell’individuo: infatti, “i nostri più antichi progenitori erano cacciatori-raccoglitori (…) e per popolazioni costantemente in movimento, in grado di utilizzare solo ciò che viene offerto loro dall’ambiente, avere una prole numerosa dallo sviluppo lento non è un vantaggio”. Per questo motivo le donne cercavano di limitare le gravidanze (anche attualmente, in Namibia per esempio, le donne San del deserto allattano i figli sino a quando l’ultimogenito raggiunge l’età di quattro anni, mantenendo in questa maniera un livello di prolattina così elevato da inibire l’ovulazione per tutto questo periodo di tempo: “non sembra proprio che i loro geni chiedano a gran voce di riprodursi. Le considerazioni economiche prevalgono”. Motivo per cui, in conclusione, si può dire che il nostro comportamento non è “prigioniero” dei nostri geni (come affermano invece gli psicologi evoluzionisti): “anche se la nostra personalità è influenzata, spesso anche pesantemente, dal nostro patrimonio genetico (…), noi compiamo la maggior parte delle nostre scelte comportamentali per ragioni economiche o sociali del tutto estranee alla diffusione dei nostri geni” (I. Tattersall).
questa spiegazione è più esauriente... :) ma credo tu abbia capito che vorrei andare oltre il "conosciuto" :) tu, ti basi molto sulle conoscenze scientifiche che sicuramente sono importanti però io vorrei andare oltre e prendere in considerazione aspetti che sebbene non siano frutto di prove non sono meno importanti. non parlo di un credo religioso, nè mi riferisco alla ragione per cui vivere o al significato della vita piuttosto alla sensazione che esiste un motivo per cui siamo al mondo e che esistono cose alle quali ci dobbiamo dedicare al di là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d’essere; un modo per rintracciare la trama di fondo della propria vita: è davvero tutto dovuto ai geni e alle condizioni ambientali? :rolleyes:

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 21/08/2011, 20:56

tropicsnow ha scritto:[...]



non parlo di un credo religioso, nè mi riferisco alla ragione per cui vivere o al significato della vita piuttosto alla sensazione che esiste un motivo per cui siamo al mondo e che esistono cose alle quali ci dobbiamo dedicare al di là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d’essere; un modo per rintracciare la trama di fondo della propria vita: è davvero tutto dovuto ai geni e alle condizioni ambientali? :rolleyes:
Condizioni sociali, economiche,e cc. non sono cose di poco conto: influenzano i nostri comportamenti. Non c'è un motivo per cui siamo al mondo. L'universo ha "tirato avanti" per miliardi di anni senza di noi...semplicemente la vita è nata sul nostro pianeta e non su altri (parlo di quelli conosciuti). Certamente è giusto che l'uomo si ponga certi interrogativi esistenziali, però mi interessano principalmente le risposte che originano da un retroterra culturale di tipo scientifico dato che in linea di massima solo queste possono garantire un livello più che sufficiente di approssimazione al vero....

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Re: credete nel destino?

Messaggio da tropicsnow » 21/08/2011, 22:41

ildilemmadelprigioniero ha scritto:

Condizioni sociali, economiche,e cc. non sono cose di poco conto: influenzano i nostri comportamenti. Non c'è un motivo per cui siamo al mondo. L'universo ha "tirato avanti" per miliardi di anni senza di noi...semplicemente la vita è nata sul nostro pianeta e non su altri (parlo di quelli conosciuti). Certamente è giusto che l'uomo si ponga certi interrogativi esistenziali, però mi interessano principalmente le risposte che originano da un retroterra culturale di tipo scientifico dato che in linea di massima solo queste possono garantire un livello più che sufficiente di approssimazione al vero....

io non escludo che i nostri comportamenti siano influenzati da un insieme di fattori... io ti chiedo, e lo chiedo a chiunque altro abbia voglia di intervenire, se non hai mai avuto la sensazione che certi avvenimenti della tua vita ti spingessero inevitabilmente a intraprendere una certa strada. parlo di fatti che in sè considerati possono non aver alcun significato ma presi in una serie significativa, invece, assumono rilevanza.

non so se son riuscita a spiegarmi... :rolleyes:

ildilemmadelprigioniero

Re: credete nel destino?

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 21/08/2011, 22:55

tropicsnow ha scritto:[...]



ti chiedo, hai mai avuto la sensazione che certi avvenimenti della tua vita ti spingessero inevitabilmente a intraprendere una certa strada
Certamente! Ma questo di per sè non è sufficiente ad evincere che la mia strada possa essere stata in qualche modo orientata o ri-orientata da qualche forza superiore (destino, ecc.). Vivo e interpreto certe sensazioni nel senso più naturale possibile...

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Re: credete nel destino?

Messaggio da max79 » 22/09/2011, 5:30

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...] Certamente! Ma questo di per sè non è sufficiente ad evincereche la mia strada possa essere stata in qualche modo orientata o ri-orientata da qualche forza superiore (destino, ecc.). Vivo e interpreto certe sensazioni nel senso più naturale possibile...
Bhe , una domanda da mille rispostela quale non si saprà mai la verità.... il destino c'e lo creiamo noi al momento , con le nostre negatività e positività , gli sbagli alle volte a cambiarci la vità non sono solo nostri ..... ma spesso e volentieri sono frutto di forze maggiori che ci impongono a decidere per un'altra cosa rispetto a quello che vorremmo noi , alle volte sono altre persone a decidere per noi , o propio situazioniche cambianola vita , per esempio molti anni fa dovetti trasferirmi purtroppo in un'altro paese cioè questo ,lasciai tutti i miei veri amici , ela mia vera ragazza , tutto quello che mi son costruito per colpa di mio padre e del suolavoro ,la miavita è andata in fumo 15 anni fa per seguire le orme sbagliate di mio padre , adesso mi ritrovo con una vita completamente differente a come l'avevo molti anni fa , un vero inferno ,un consiglio.... se credete in qualcosa , e avete degli obbiettivi , non fatevi mai condizionare dagli altri chinque esso sia ...padre..madre...o fratello.....ma seguite il vostro cuore...non fate lo sbaglio cheho commessoio...ma combattete per il vostro futuro.

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Re: credete nel destino?

Messaggio da crazygipsy » 29/02/2012, 16:00

tropicsnow ha scritto:Credete che nella vita sia già tutto determinato, pensate sia tutto scritto, previsto oppure credete nella libertà del volere umano, il c.d. libero arbitrio oppure che ci sia una via di mezzo: la casualità secondo cui la volontà dell'uomo è condizionata, vincolata da una serie di fattori?
caso e necessità determinano ciò che chiamiamo destino, la bellezza dell'essere umano consiste nell'accettazione totale di ciò che può accadere in ogni caso ed in ogni necessità. il che non è facile, poiche se non ci va bene diamo facilmente la colpa al "destino". ma cosa ci dice che ciò che accade non è il meglio che potesse capitarci?
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Re: credete nel destino?

Messaggio da crazygipsy » 01/03/2012, 16:03

tropicsnow ha scritto:[...]



Einstein diceva: "Il caso è il modo in cui Dio vuole restare in incognito"
qualche volta capita pure che si rivela...
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Mauro67
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Re: credete nel destino?

Messaggio da Mauro67 » 24/03/2012, 20:30

tropicsnow ha scritto:Credete che nella vita sia già tutto determinato, pensate sia tutto scritto, previsto oppure credete nella libertà del volere umano, il c.d. libero arbitrio oppure che ci sia una via di mezzo: la casualità secondo cui la volontà dell'uomo è condizionata, vincolata da una serie di fattori?
No, io non credo nel destino, secondo me nulla avviene a caso

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Messaggio da airlander » 25/03/2012, 11:11

resto dell'idea che solo noi siamo artefici del nostro destino in funzione delle scelte che operiamo o non operiamo e che nessuno in fondo potrà mai obbligarci ad intraprendere, quindi alla fine siamo noi che stabiliamo ogni nostro percorso.
poi tutto sarà opinabile in funzione dei luoghi e dei tempi, ad esempio se fossimo nati in un altro periodo ed in altra realtà....ma ciò è utopia perchè saremmo persone diverse da quelle che siamo.
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48

Birnam wood prophecy

Re: credete nel destino?

Messaggio da Birnam wood prophecy » 01/08/2012, 20:02

etherealmirror ha scritto:[...]


Darwin mise in luce il fenomeno della “selezione naturale”. In pratica, in ogni comunità animale c’è un eccesso di nati rispetto alle possibilità di vita, cioè rispetto alle risorse disponibili in natura. Ciò scatena una concorrenza tra gli organismi per sopravvivere, per cui sopravvivono quelli che presentano una “mutazione” che li rende meglio “adatti” all’ambiente in cui vivono. Per esempio, i pesci (farò poi anche altri esempi relativi all’uomo…), buoni nuotatori, hanno una sagoma perfettamente rispondente alle leggi dell’idrodinamica, per potersi spostare agevolmente in acqua. Partendo da un ipotetico pesce “antenato” che non l’aveva, tutti gli individui che presentavano una “mutazione” che correggeva la forma del pesce verso una sagoma idrodinamica, sono di preferenza sopravvissuti e hanno riprodotto fino ad arrivare alle sagome attuali (che hanno raggiunto in molti casi un alto grado di rispondenza alle leggi dell’idrodinamica). Ciò è avvenuto perché la “selezione naturale”, un meccanismo automatico che agisce sulla Variazione, cioè interviene sulla “materia grezza” fornita dalla mutazione, ha passato al setaccio la variazione individuale, eliminando le varianti svantaggiose e favorendo, viceversa, la diffusione nelle popolazioni delle varianti “di successo” che favoriscono la sopravvivenza e la riproduzione degli organismi stessi.
Come ho già detto in un post precedente, mentre le mutazioni sono “cieche”, cioè la loro comparsa è indipendente dal potenziale effetto positivo, negativo o neutro che esse avranno sulle capacità di sopravvivenza e di riproduzione dei loro portatori all’interno della popolazione (sono quindi “casuali”, anche se come spiegherò tra un attimo sarebbe più corretto definirle “contingenti”),la selezione naturale, al contrario, “non è” un processo casuale (perché, come ho già detto, essa elimina le varianti svantaggiose favorendo quelle vantaggiose ai fini della sopravvivenza e della riproduzione della specie). Non è appropriato parlare di mutazioni “casuali”(questa che segue è la parte più importante della spiegazione): gli evoluzionisti definiscono casuali le mutazioni, “non perché non abbiano cause”, ma perché raramente si riesce ad individuarle per la mutazione singola!
In realtà cause specifiche esistono ogni volta e in alcuni casi si è in grado di conoscere i fattori esogeni (cioè esterni) che le favoriscono:ad esempio l’inquinamento ambientale, le radiazioni;
quando invece non sono indotte da fattori ambientali esterni, le mutazioni si verificano in conseguenza di “errori di copiatura” durante la replicazione genetica (errori di replicazione che alterano la sequenza del Dna): Telmo Pievani simpaticamente spiega che”sono come errori di copiatura che si accumulano nella trasmissione di un manoscritto da una generazione all’altra di monaci amanuensi” . Lo stesso Pievani finalmente chiarisce infine perché le mutazioni sono “contingenti”: “ Diciamo che le mutazioni sono “casuali” (anche se, come si è visto, questo aggettivo è “scivoloso”…) come lo è una sequenza di lancio di dadi, priva di qualsiasi regolarità intrinseca (nella stragrande maggioranza delle mutazioni, infatti, non esiste alcuno schema ripetuto né alcuna correlazione riconoscibile), ma non per questo svincolata dalle leggi della fisica”. Per queste ragioni sarebbe forse preferibile definire le mutazioni “contingenti” rispetto al contesto di evoluzione e di sviluppo, piuttosto che casuali”.
In conclusione, tutto queste considerazioni portano alla riflessione finale (di cui mi hai chiesto spiegazione) secondo cui:
"E’ un banale fraintendimento affermare che l'evoluzione nel suo complesso sia un processo casuale e che gli esseri viventi, in quanto evoluti da un antenato comune per selezione naturale, siano figli del caso."
Il filosofo C. Tamagnone (nel suo saggio "Dio non esiste. La realtà e l'evoluzione cosmica tra caso e necessità", Clinamen editrice, 2010, spiega come il caso sia il concetto più odiato dalla religione e dalla metafisica perché “scuote dalle fondamenta sia l’una che l’altra poiché è evidente che se c’è il caso il Dio-Volontà dei monoteismi non può esistere. E ciò per definizione, poiché se la volontà divina non si applica radicalmente, totalmente e continuamente, c’è qualcosa che non torna”. Per Tamagnone la realtà è caratterizzata da un mix di “necessità” e “caso”, con la prima in funzione dominante e il secondo in funzione “perturbatrice” della linearità causale che caratterizza la necessità: il caso porta in questo modo “intrico”, sconnessione della linearità causale. Per Tamagnone il caso non è una “non-causa”, ma è “la seconda causa del divenire al pari della necessità che è la prima”. Il caso dunque è una “concausa del divenire, col ruolo di innovatore: per questo il caso rivoluziona - induce sconvolgimenti potenzialmente portatori di innovazione – e la necessità conserva – porta cioè ripetitività, stabilità, conservazione -. (…) In realtà gli accadimenti indeterministici sono rari, per esempio le mutazioni genetiche, mentre quelli deterministici costituiscono la generalità conservativa [per questo motivo in precedenza ho parlato di “funzione dominante”] : se non fosse così non esisterebbe un universo, le stelle, i pianeti, la Terra e i viventi che la abitano, poiché un qualsiasi sistema perturbato da un evento casuale deve potersi, prima o poi, riassestare in una situazione necessitata qualunque purchè sufficientemente stabile”), pur considerando "ineccepibile" l'argomentazione esposta in modo esemplare da Telmo Pievani, non concorda in merito all'adozione da parte di quest’ultimo del termine "contingente" in luogo del termine "casuale" per una serie di motivi tra i quali (le considerazioni tra parentesi quadre sono mie) i principali sono:

- l’aggettivo contingente significa principalmente “inessenziale” [ma, aggiungerei io, anche “accidentale”] e secondo Tamagnone la mutazione genetica “non merita questo aggettivo”;

- citando “Scritti sulla libertà e la contingenza” di Leibniz, Tamagnome scrive che “contingenza contrapposta a necessità nasce da Leibniz (insieme al ‘migliore dei mondi possibili’) per volere di Dio” [di conseguenza, il termine contingenza nel senso appena indicato sarebbe decisamente fuori luogo in un contesto implicitamente ateo come quello in cui si muove la teoria dell’evoluzione];

- nella tradizione, la contingenza spesso è un “necessario rispetto ad altro da sé”.

Birnam wood prophecy

Re: credete nel destino?

Messaggio da Birnam wood prophecy » 02/08/2012, 21:16

Birnam wood prophecy ha scritto:[...]


"La realtà e l'evoluzione cosmica tra caso e necessità”
Concludo il discorso. Per Tamagnone esistono tre tipologie di caso:
primario, secondario, terziario (o percezionale).

Il caso “primario” si riferisce al noto Modello Standard: secondo Tamagnone è il caso “espresso da una primordiale perturbazione energetica (pre-big bang) di una qualche realtà quantistica prima in quiete. (…) Tale perturbazione fu dunque all’origine del processo cosmogonico”.
Questo per quel che riguarda il “pre-big-bang”. In merito invece al “post big-bang”, Gordon Kane (in “Il giardino delle particelle”) scrive:
“Subito dopo il big bang, l’universo era un gas denso di particelle di ogni genere (quark, leptoni, bosoni, ecc.), le quali si muovevano a caso urtandosi tra loro e subendo tutte le reazioni possibili”.
Dunque è il muoversi a casaccio e l’urto reciproco delle particelle a generare l’universo. Ciò è comprensibile poiché la meccanica quantistica ci ha spiegato che la materia subatomica è indeterministica, stocastica, consente solo previsioni di probabilità: di conseguenza, citando Tamagnone “ciò implica che anche la nascita dell’universo, essendosi trattato di un fenomeno quantistico, sia stato un processo indeterministico, se pur con fasi deterministiche”.

Il caso “secondario” è quello che ci riguarda più da vicino in quanto relativo alla vita quotidiana di ogni uomo. Come tale interessa una “nicchia ontica” come dice il filosofo torinese: è il caso che “turba una linearità nell’attuale cosmo espanso e freddo”. Qui il filosofo usando gli aggettivi “espanso” e “freddo” intende ovviamente riferirsi al cosmo attuale avente alle spalle più di dieci miliardi di anni.

Il caso “terziario” (per farsene un’idea è sufficiente leggere alcuni post presenti nei topics che hanno in comune il tema del destino) è “quel prodotto mentale tutto nostro che concerne effetti reali o immaginari che appaiono rilevanti per chi li percepisce, li pensa, li giudica, li teme o li desidera. Mentre il caso primario e secondario sono oggetti dell’ontologia, il caso terziario è oggetto della psicologia”.

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Re: credete nel destino?

Messaggio da Sognatore » 09/08/2012, 16:53

tropicsnow ha scritto:Credete che nella vita sia già tutto determinato, pensate sia tutto scritto, previsto oppure credete nella libertà del volere umano, il c.d. libero arbitrio oppure che ci sia una via di mezzo: la casualità secondo cui la volontà dell'uomo è condizionata, vincolata da una serie di fattori?
Mah il destino… a volte rabbrividisco se ci penso….
Mi è capitato in gioventù che una persona mi leggesse la mano, sia ben chiaro io non ci ho mai creduto! Però quello che mi aveva detto è successo! Destino o casualità è così!!!
Io sinceramente credo ancora che gran parte del nostro destino ce lo creiamo noi, certo che la possibilità di scelta l’ho avuta, nessuno mi ha costretto eppure ho fatto la scelta predestinata…

Vi scrivo due righe riguardanti il destino che ho letto tempo fa e che mi sono piaciute :

Il destino, che cosa strana
lo rincorri, non lo prendi
lo allacci a te, ma ti sfugge
Solo quando arriva alla fine della tua vita è lui che si ferma con te.

Pallina5

Re: credete nel destino?

Messaggio da Pallina5 » 09/08/2012, 17:29

Sognatore ha scritto:[...]

eppure ho fatto la scelta predestinata…

Vi scrivo due righe riguardanti il destino che ho letto tempo fa e che mi sono piaciute :

Il destino, che cosa strana
lo rincorri, non lo prendi
lo allacci a te, ma ti sfugge
Solo quando arriva alla fine della tua vita è lui che si ferma con te.[/i]
Allora se le scelte che facciamo sono "predestinate", vuol dire che quindi è tutto scritto :thinking: ?

riguardo la citazione sul destino, mi domando com'è che si faccia a rincorrere "qualcosa" che nemmeno si conosce...

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Re: credete nel destino?

Messaggio da Sognatore » 09/08/2012, 18:16

Pallina5 ha scritto:[...]



Allora se le scelte che facciamo sono "predestinate", vuol dire che quindi è tutto scritto :thinking: ?
Io in quel frangente sapendolo comunque ho fatto la scelta sbagliata che mi avrebbe portato a quello che mi era stato detto in gioventù, ossia una scelta predestinata
Lo so che sono molto ingarbugliato :shy: :? ma spero di essermi fatto capire ;)
Pallina5 ha scritto:[...]
riguardo la citazione sul destino, mi domando com'è che si faccia a rincorrere "qualcosa" che nemmeno si conosce...
Provo a spiegarla come la vedo io…

lo rincorri, non lo prendi
vuoi essere tu l’artefice del tuo destino, ma ti accorgi che le cose non vanno come pensavi

lo allacci a te, ma ti sfugge
cerchi in tutti i modi di farlo andare come volevi tu, ma il fato non te lo permette

Solo quando arriva alla fine della tua vita è lui che si ferma con te.
al momento della morte il tuo destino finisce…

Pallina5

Re: credete nel destino?

Messaggio da Pallina5 » 09/08/2012, 19:01

Sognatore ha scritto:[...]



Io in quel frangente sapendolo comunque ho fatto la scelta sbagliata che mi avrebbe portato a quello che mi era stato detto in gioventù, ossia una scelta predestinata
Lo so che sono molto ingarbugliato :shy: :? ma spero di essermi fatto capire ;)

[...]



Provo a spiegarla come la vedo io…

lo rincorri, non lo prendi
vuoi essere tu l’artefice del tuo destino, ma ti accorgi che le cose non vanno come pensavi

lo allacci a te, ma ti sfugge
cerchi in tutti i modi di farlo andare come volevi tu, ma il fato non te lo permette

Solo quando arriva alla fine della tua vita è lui che si ferma con te.
al momento della morte il tuo destino finisce…
.... tranquillo, sono io che non ci arrivo :wcrash: ,

comunque ora il quadro mi è più chiaro e il discorso tuo non fà una grinza.. anche l'ottima analisi della tua citazione mi a rischiarato le idee, anche se una mezza idea me l'ero fatta della sua interpretazione e devo dirti che coincide con ciò che spieghi tu, ma non avevo la sicurezza se fosse o meno corretto. ;)

Sai per me , volente e nolente, è un periodo di rivalutazione quasi totale di concetti e convinzioni che pensavo oramai ben radicati nel mio modo di pensare...ma quando ti ritrovi appunto in certe "condizioni" che ti pongono tutto sotto altri punti di vista, allora ti ritrovi nel caos più totale: devi fare ordine , e non sai più che tenere e che "lasciare"... e il destino è una di quelle cose su cui stò rimuginando e "ritrattando"

scusa, ora ti renderai conto che c'è qualcuno più ingarbugliato di te ;)

Ciao e buona serata...

belele77
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Re: credete nel destino?

Messaggio da belele77 » 09/08/2012, 19:05

Sognatore ha scritto:[...]

lo rincorri, non lo prendi
vuoi essere tu l’artefice del tuo destino, ma ti accorgi che le cose non vanno come pensavi

io personalmente credo che già solo pensare di essere artefici del proprio destino sia molto ambizioso, troppo.... semplicemente mi accontenterei di fare la mia parte in base a quello che capita, vuoi perché creato da me, vuoi perché comunque doveva andare così. Ma a volte nemmeno questo si riesce a fare al meglio.

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Re: credete nel destino?

Messaggio da Sognatore » 09/08/2012, 20:58

Pallina5 ha scritto:[...]




Sai per me , volente e nolente, è un periodo di rivalutazione quasi totale di concetti e convinzioni che pensavo oramai ben radicati nel mio modo di pensare...ma quando ti ritrovi appunto in certe "condizioni" che ti pongono tutto sotto altri punti di vista, allora ti ritrovi nel caos più totale: devi fare ordine , e non sai più che tenere e che "lasciare"... e il destino è una di quelle cose su cui stò rimuginando e "ritrattando"

scusa, ora ti renderai conto che c'è qualcuno più ingarbugliato di te ;)

Ciao e buona serata...
Sai, non sei sola cara Pallina5, io dopo 12 anni dove ho seriamente messo in gioco tutto me stesso mi è crollato tutto addosso ed ogni convinzione che mi ero fatto ora è nulla.
Ero diventato una persona solitaria, schiva piena di pregiudizi tutto questo per un amore non ricambiato, e pensa l’assurdità e che fin dall’inizio c’era qualcosa che non andava…

Ora sto ricercando in me la persona genuina di un tempo.

Una cosa strana forse proprio frutto del destino è aver incontrato “in questo forum” Fioridicampo68 una persona che per ora posso solo ammirare e ringraziare tantissimo che con poche parole è riuscita a tirare fuori quello che ero un tempo…

Come vedi non sei sola…

Ciao e Buona Serata a te

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Re: credete nel destino?

Messaggio da Sognatore » 09/08/2012, 21:11

belele77 ha scritto:[...]



io personalmente credo che già solo pensare di essere artefici del proprio destino sia molto ambizioso, troppo.....
Sono d’accordo con te

belele77 ha scritto:[...]
semplicemente mi accontenterei di fare la mia parte in base a quello che capita, vuoi perché creato da me
E non vuole dire essere tu l’artefice del tuo destino…

belele77 ha scritto:[...] vuoi perché comunque doveva andare così. Ma a volte nemmeno questo si riesce a fare al meglio.
ma ti sfugge
ma il fato non te lo permette
Alla fine la pensiamo uguale…

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Messaggio da airlander » 10/08/2012, 17:31

Al merito riporto un banale esempio, così come potrei citarne ancora di altri.
Una sera, percorrendo un tratto di autostrada totalmente deserta, decisi di voler provare l’accelerazione dell’auto sulla quale stavo viaggiando.
Potevo ammirare il magnifico cielo terso e stellato sopra di me mentre un vento tiepido mi sferzava il volto e la strada rettilinea, perfettamente asciutta e sgombra dal traffico, mi invogliava ad aumentare sempre più la velocità.
L’eco del motore, unito al sibilo dell’aria, accompagnavano quel desiderio di infinito che avrei rischiato di raggiungere anzitempo a causa dell’imprevista esplosione di un radiale.
Il contachilometri si era fermato a 190 km/h, come l’auto, ormai accartoccita dopo infinite roteazioni, contro all’unico improbabile punto dove altrimenti sarei stato sbalzato perdendomi oltre la protezione dell’autostrada, e sicuramente assieme ad una vita messa in gioco così stupidamente.
Ne sono uscito illeso senza neppure un graffio se non al mio orgoglio giustamente punito per quella dissennata dimostrazione.
Forse era destino che non sarei dovuto morire in quel giorno, probabilmente, come nella canzone di Roberto Vecchioni, la mia “Samarcanda” non era là, tuttavia chi è stato l’artefice primario di tale evento? di chi la responsabilità oggettiva?
In estrema sintesi: l’esplosione era l’imponderabile, la velocità no, quindi, dove causa ed effetti si sovrappongono troppo comodo sarebbe pensare al destino scaricandosi da ogni altra responsabilità.
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48

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Messaggio da arietina76 » 10/08/2012, 18:19

airlander ha scritto:Al merito riporto un banale esempio, così come potrei citarne ancora di altri.
Una sera, percorrendo un tratto di autostrada totalmente deserta, decisi di voler provare l’accelerazione dell’auto sulla quale stavo viaggiando.
Potevo ammirare il magnifico cielo terso e stellato sopra di me mentre un vento tiepido mi sferzava il volto e la strada rettilinea, perfettamente asciutta e sgombra dal traffico, mi invogliava ad aumentare sempre più la velocità.
L’eco del motore, unito al sibilo dell’aria, accompagnavano quel desiderio di infinito che avrei rischiato di raggiungere anzitempo a causa dell’imprevista esplosione di un radiale.
Il contachilometri si era fermato a 190 km/h, come l’auto, ormai accartoccita dopo infinite roteazioni, contro all’unico improbabile punto dove altrimenti sarei stato sbalzato perdendomi oltre la protezione dell’autostrada, e sicuramente assieme ad una vita messa in gioco così stupidamente.
Ne sono uscito illeso senza neppure un graffio se non al mio orgoglio giustamente punito per quella dissennata dimostrazione.
Forse era destino che non sarei dovuto morire in quel giorno, probabilmente, come nella canzone di Roberto Vecchioni, la mia “Samarcanda” non era là, tuttavia chi è stato l’artefice primario di tale evento? di chi la responsabilità oggettiva?
In estrema sintesi: l’esplosione era l’imponderabile, la velocità no, quindi, dove causa ed effetti si sovrappongono troppo comodo sarebbe pensare al destino scaricandosi da ogni altra responsabilità.
be', qui forse ci sono un pò entrambe le componenti: non si può parlare di destino nè per la velocità nè forse per l'esplosione (che potrebbe essere dipesa dalla prima). ma sul fatto di esserne uscito illeso forse sì....