



il vostro rapporto con la consapevolezza della morte
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il vostro rapporto con la consapevolezza della morte
Messaggio da senzaorario » 05/01/2014, 23:36
L'uomo è l'unico essere vivente col dramma di sapere di morire, mentre gli animali hanno soltanto l'istinto della paura.
Questo pensiero mi assilla da diverso tempo, da quando penso ai personaggi , pubblici ma anche non, che ci stanno lasciando a raffica: quando io li ho conosciuti molti di loro erano anche piu giovani di me adesso. E anche a quando penso alle persone che ci hanno lasciato premature.
Come fanno i vecchi a sopportare la poca distanza della morte?
E voi come ne gestite la consapevolezza ? Ci pensate mai?
E riuscite a vedervi morti, ovvero a pensare che da morti le cose terree non vi riguarderanno più , neppure la reputazione che lascerete (molti infatti temono di lasciare una reputazione errata senza poterla smentire). Scusate, ma me la sentivo proprio.
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Messaggio da tempest » 08/01/2014, 23:10
Quanto a me, della mia morte non mi interrogo ne mi preoccupo, è "solo" della vecchiaia e della malattia che ho paura. Di quel che si penserà di me dopo la mia morte, non potrebbe importarmi di meno, ritengo poi assai probabile che morirò senza lasciare qualcuno a piangermi o ricordarmi, visto che sono l'unica persona sotto i 70 anni della mia famiglia, non ho un compagno, e non ho amici così stretti da prevedere di lasciare un vuoto nella loro vita.
Dopo la morte per me non c'è niente.
Mi sono dilungata fin troppo.
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Messaggio da senzaorario » 09/01/2014, 0:21
beh, non mi risulta che ti manchi niente per avere il compagno, che infatti avrai. ti capisco e rispetto che non voglia tornare sul topic.. notte.tempest ha scritto:Molto brevemente perchè non voglio indugiare su certi pensieri, ti dico che ho un pessimo rapporto con l'idea della morte dei miei cari. L'idea mi terrorizza fino a gelarmi il sangue e mi fa pensare che non vorrò vivere affatto dopo questi eventi luttuosi.
Quanto a me, della mia morte non mi interrogo ne mi preoccupo, è "solo" della vecchiaia e della malattia che ho paura. Di quel che si penserà di me dopo la mia morte, non potrebbe importarmi di meno, ritengo poi assai probabile che morirò senza lasciare qualcuno a piangermi o ricordarmi, visto che sono l'unica persona sotto i 70 anni della mia famiglia, non ho un compagno, e non ho amici così stretti da prevedere di lasciare un vuoto nella loro vita.
Dopo la morte per me non c'è niente.
Mi sono dilungata fin troppo.
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Messaggio da cinque » 11/01/2014, 9:58
Posso sgridarti? Nessuno e' indispensabile tranne i genitori per figli e viceversa e spesso ci si risolleva per fortuna dal dolore più' grosso. Figurati un compagno o un amico. Dai sii obiettiva. Non indugiare in sti pensieri.tempest ha scritto:[...]
Pensiero gentile, grazie, ma non mi conosci, non puoi dirlo.
Alla reputazione non penso da viva , figurarsi da mortea Solo i vip ci pensano. Penso poco alla morte se non per il dolore che creerei. Pensavo a quella dei genitori quando ero single e certi pensieri , in riferimento ai miei genitori ed alla mia famiglia attuale, arrivano ancora.
Credo nel' al di la' . Per fortuna sono religiosa.
Non penso alla morte in via teorica perché' l' ho vissuta in via pratica. Ho accudito i miei nonni che a parte urlare il nome di mogli e figli quando sono morti TUTTI hanno urlato il nome dei genitori morti cento anni fa o mai conosciuti. E' un Legame atavico che nessuno può' rifiutare se non provocando varie nevrosi.
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Messaggio da Adam » 14/01/2014, 18:31
personalmente, non penso spesso alla mia morte, e soprattutto non provo grande dolore o paura , se mai il dispiacere di morire prematuramente, mentre se dovessi morire in tarda eta, sarebbe naturale e per ora non ci penso. come qualc un altro ha scritto l' unico aspetto che mi fa star male sarebbe quello di far soffrire profondamente la mia famigli, e soprattutto mia madre, perche la mamma ha un legame unico con i propri figli.
se penso alla morte dei mie genitori certo che mi fa paura, ma per il fatto che loro non sarebbero piu con me, , sinceramente penso che la morte della madre sia un dolore atroce e indescrivibile, certo bisogna superarlo, ma non e facile. cosa c e dopo la morte un bell interrogativo, spero un altra vita magari piu serena e giusta di questa
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Messaggio da george clooney » 14/01/2014, 19:21
In questo siamo gemelle, perchè a tal proposito ti quoto in pieno! Tendiamo sempre ad arginare questo tipo di discorsi, ma arriva il momento in cui dobbiamo prenderne atto e dobbiamo cominciare piano piano ad "abituarci" all'idea che un nostro caro presto non ci sarà più... E' un dolore lacerante, ma è meglio pensarci, ogni giorno, perchè forse quando verrà quel momento, saremo preparati...tempest ha scritto: ti dico che ho un pessimo rapporto con l'idea della morte dei miei cari. L'idea mi terrorizza fino a gelarmi il sangue e mi fa pensare che non vorrò vivere affatto dopo questi eventi luttuosi.
Quanto a me, della mia morte non mi interrogo ne mi preoccupo, è "solo" della vecchiaia e della malattia che ho paura.

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Messaggio da tropicsnow » 15/01/2014, 13:27
george clooney ha scritto:[...]
E' un dolore lacerante, ma è meglio pensarci, ogni giorno, perchè forse quando verrà quel momento, saremo preparati...
non credo affatto. puoi pensarci ogni giorno, ma asarai comunque impreparata quando accadrà perchè è la componente emotiva che giocherà un ruolo importante e non quella razionale che puoi attivare adesso vale a dire che razionalmente puoi anche essere preparata ma emotivamente non lo sarai.
ergo inutile pensarci altrimenti nell'immediato subentra la depressione

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Messaggio da cinque » 16/01/2014, 9:17
Ciao con questo idea, non dobbiamo pensarci ogni giorno, ma di sicuro pensare a tale eventualità' ci fara' trovare un po' più' pronti il giorno che accadra'[/quote]Adam ha scritto:cominciare piano piano ad "abituarci" all'idea che un nostro caro presto non ci sarà più... E' un dolore lacerante, ma è meglio pensarci, ogni giorno, perchè forse quando verrà quel momento, saremo preparati...
non funziona per nulla cosi' come dice tropic. l'accettazione emotiva non c'è e questo è un pensiero solo depressivo.
l'unica eccezione è quando i genitori sono molto malati. allora si' è utile abituarsi all'idea dellal morte per non essere impreparati. ma a parte casi di negazione assoluta i figli quando c'è una malattia vedono la morte del caro anche come una liberazione. questa è la verità
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Messaggio da tempest » 16/01/2014, 12:15
Sono d'accordo. Non ci si può preparare al dolore, per questo io fuggo da certi pensieri.tropicsnow ha scritto:[...]
non credo affatto. puoi pensarci ogni giorno, ma asarai comunque impreparata quando accadrà perchè è la componente emotiva che giocherà un ruolo importante e non quella razionale che puoi attivare adesso vale a dire che razionalmente puoi anche essere preparata ma emotivamente non lo sarai.
ergo inutile pensarci altrimenti nell'immediato subentra la depressione
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Messaggio da george clooney » 16/01/2014, 19:26
Liberazione per chi? Per il malato o per i figli?cinque ha scritto:[...]
l'unica eccezione è quando i genitori sono molto malati. allora si' è utile abituarsi all'idea dellal morte per non essere impreparati. ma a parte casi di negazione assoluta i figli quando c'è una malattia vedono la morte del caro anche come una liberazione. questa è la verità
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Messaggio da cinque » 17/01/2014, 12:20
accudire un malato è una cosa infame. l'hai provato tu? io si'. non sono a favore dell'accanimento.george clooney ha scritto:[...]
Liberazione per chi? Per il malato o per i figli?
io l'ho provato ed anche avere l'alzehmier non è divertente. quindi moltissimi dicono di voler morire (sebbene poi al momento della morte tuttio abbiamo paura)
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Messaggio da cinque » 17/01/2014, 12:20
accudire un malato è una cosa infame. l'hai provato tu? io si'. non sono a favore dell'accanimento.george clooney ha scritto:[...]
Liberazione per chi? Per il malato o per i figli?
io l'ho provato ed anche avere l'alzehmier non è divertente. quindi moltissimi dicono di voler morire (sebbene poi al momento della morte tuttio abbiamo paura)
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Messaggio da cinque » 17/01/2014, 12:20
accudire un malato è una cosa infame. l'hai provato tu? io si'. non sono a favore dell'accanimento.george clooney ha scritto:[...]
Liberazione per chi? Per il malato o per i figli?
io l'ho provato ed anche avere l'alzehmier non è divertente. quindi moltissimi dicono di voler morire (sebbene poi al momento della morte tuttio abbiamo paura)
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Messaggio da george clooney » 17/01/2014, 17:08
Se ho mai provato ad accudire un malato? Guarda, con me sfondi non una porta aperta, bensì un portone aperto...Accudire un malato è estenuante, logorante fisicamente e psicologicamente..Se c'è qualcuno che sa cosa vuol dire quella sono io, credimi...Dio solo sa quanto vorrei non sapere minimamente cosa significhi, ma non è così purtroppo..Ho fatto e faccio tutt'ora (ahimè) parecchia esperienza...Nemmeno io sono a favore dell'accanimento, ma non sono nemmeno d'accordo con quelle persone che, pur di non tribolare, preferirebbero che il loro malato morisse... Questo è egoismo a mio avviso.cinque ha scritto:[...]
accudire un malato è una cosa infame. l'hai provato tu? io si'. non sono a favore dell'accanimento.
io l'ho provato ed anche avere l'alzehmier non è divertente. quindi moltissimi dicono di voler morire (sebbene poi al momento della morte tuttio abbiamo paura)
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Re: il vostro rapporto con la consapevolezza della morte
Messaggio da wuolker » 21/01/2014, 14:36
Ciao be io ti dico il mio pensiero .senzaorario ha scritto:Lo so che un argomento spinoso , ma tanto la morte esiste. Io a periodi ci pensavo anche da ragazzino, ma adesso , guardandomi intorno e andando avanti cogli anni, ci devo pensare. Tra poco avrò la certezza di aver piu strada alle spalle che davanti, ma la strada rimanente potrebbe essere anche molto piu breve di quella che si osa sperare.
L'uomo è l'unico essere vivente col dramma di sapere di morire, mentre gli animali hanno soltanto l'istinto della paura.
Questo pensiero mi assilla da diverso tempo, da quando penso ai personaggi , pubblici ma anche non, che ci stanno lasciando a raffica: quando io li ho conosciuti molti di loro erano anche piu giovani di me adesso. E anche a quando penso alle persone che ci hanno lasciato premature.
Come fanno i vecchi a sopportare la poca distanza della morte?
E voi come ne gestite la consapevolezza ? Ci pensate mai?
E riuscite a vedervi morti, ovvero a pensare che da morti le cose terree non vi riguarderanno più , neppure la reputazione che lascerete (molti infatti temono di lasciare una reputazione errata senza poterla smentire). Scusate, ma me la sentivo proprio.
Si sa che prima o poi la vita finira , siamo uomini e per ciò umani e soggetti alle malattie e a tante altre cose, insomma per farla breve siamo solo una foglia agitata dal vento o poco piu . Ti dico pero che la morte oramai non mi spaventa più di tanto , io credo In Dio e so che ho un anima , e che quando il mio corpo cessera di vivere , io no, perche io sono la mia anima non il mio corpo e la vita continuera , io mi fido di Dio e so che lui sempre ci sara e non mi abbandonera neanche al momento della morte , quindi sono sereno . Io non so se tu sia credente o meno , ma se lo sei leggiti il bellissimo salmo 91 , che dice Sotto le tue ali trovero rifugio , cioé sotto le ali di Dio . Per me Dio e tutto , lui ha mandato il suo unigenito Figlio Gesù a sconfiggere la morte e i legacci con cui satana teneva legata l'umanita , Quindi se credi che Gesù e risorto , e crediamo in lui, non bisogna temere . Un abbraccio .
Pierpaolo
Sono un ragazzo di 28 anni, come detto sopra , mi piace viaggiare, leggere e le arti, marziali.
mi sono iscritto per fare nuove amicizie.
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Messaggio da MaxRiserbo » 21/02/2014, 15:28
cinque ha scritto:[...]
Non penso alla morte in via teorica perché' l' ho vissuta in via pratica. Ho accudito i miei nonni che a parte urlare il nome di mogli e figli quando sono morti TUTTI hanno urlato il nome dei genitori morti cento anni fa o mai conosciuti. E' un Legame atavico che nessuno può' rifiutare se non provocando varie nevrosi.
stringevo la mano di mia nonna, ormai alla fine, ansimante, non cosciente di quello che gli succedeva intorno, ma dentro sveglia e sofferente da far piangere, e ripeteva "mamma aiutami mamma"
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